CLAN DEI CASALESI. Confermate 7 condanne, annullata la confisca
11 Dicembre 2018 - 07:10
CASAL DI PRINCIPE – Sono state confermate le condanne inflitte a 7 persone, accusate di intestazione fittizia di beni, reimpiego di proventi di reato e riciclaggio di denaro, aggravati dall’aver favorito il clan dei casalesi. La Corte di Cassazione ha confermato le pene ed ha annullato la confisca di decine di milioni di euro, con rinvio alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio su questo aspetto.
Confermata dunque la sentenza per Raffaele Alfiero, 28 anni; Antonio Di Puorto, 49 anni di San Cipriano; Salvatore Di Puorto, 45 anni di San Cipriano; Ugo Di Puorto, 73 anni di San Cipriano; Luigi Di Sarno, 49 anni di San Cipriano; Nicola Elmo, 26 anni; Benedetto Ricciardi, 28 anni, tutti riferimenti di Salvatore Di Puorto, considerato vicino a Francesco Schiavone Sandokan.
“In particolare – scrivono i giudici – si accertava che il motore del riciclaggio era costituito da Salvatore Di Puorto, il quale aveva investito denaro illecito sia in diverse imprese edili, sia in aziende attive nel commercio di caffè sul territorio nazionale. L’attivo collegamento tra i partecipi del riciclaggio o del reimpiego con i Di Puorto, nonché lo stretto legame di Salvatore Di Puorto con il clan dei Casalesi, venivano affermati essenzialmente sulla base delle dichiarazioni rese da più collaboratori di giustizia (Salvatore Venosa, Roberto Vargas, Raffaele Piccolo, Salvatore Laiso), riscontrate sia reciprocamente che, esternamente, con elementi tratti da risultanze di intercettazioni telefoniche”.