LE FOTO. La nuova sede di FORZA ITALIA inaugurata con un furto di corrente. Ma Armandone Cesaro ha un alibi di ferro

14 Gennaio 2019 - 10:20

 

CASERTA – Armandone Cesaro ha un alibi di ferro. Avrebbe divertito sicuramente il grande Leonardo Sciascia, l’evento che ha inaugurato stamattina l’ennesima sede provinciale di Forza Italia, targata Giorgio Magliocca ma soprattutto Carlo Sarro.

Sciascia si sarebbe divertito perché un manipolo di politici locali, sicuramente meno importanti di quelli raccontati dal grande scrittore nel suo romanzo “Todo Modo”, una sorta di fiction ante litteram con tanto di sordidi delitti, hanno messo in scena una sorta di remake casareccio di quella plumbea rappresentazione di un potere che non esita ad uccidere per autorigenerarsi.

Armandone ha un alibi di ferro.

Stamattina, aprendo la saletta della nuova sede di via Majelli (incredibile ma vero, i forzisti nella storica strada della sede del Pc. Pds, Ds e poi Pd), ci si è accorti che la corrente non c’era.

E non perché si fosse registrato un guasto, ma perché nessuno aveva provveduto all’allacciamento Enel, forse per non tirar fuori qualche euro con la propria antica, collaudata, manina corta.

Ma c’erano le locandine, i comunicati stampa, i manifesti. E che figura ci facciamo, avranno pensato Magliocca e Sarro, se salta tutto?

E allora qualcuno ha pensato bene di metter a disposizione la propria sapienza tecnica per allacciare un filo volante al contatore del locale sottostante, incrociando le dita affinché nessuno dei titolari si accorgesse del piccolo furto di corrente, incazzandosi di brutto ed organizzando un meritato di lancio dei “coppetielli”.

Naturalmente, l’identità del sagace ghermitore di energia elettrica è rimasta segreta.

Tutto è proporzionato: quelli là di stamattina non sono i democristiani in ritiro spirituale di “Todo Modo” e noi non siamo neanche l’unghia di Sciascia.

Per cui possiamo misurarci, rispettando le proporzioni, con una piccola indagine e scoprire il nome del colpevole.

Armandone ha un alibi di ferro. E allora non guardatelo tutti in un certo modo mentre siede dietro a quel tavolo dei dirigenti, lui è arrivato realmente in ritardo, dopo che le lampadine si erano già illuminate d’incanto. Scagionato sul campo.

Siccome c’erano diverse persone, come si vede dalle foto, e siccome riteniamo che Mara Carfagna non si metta a far furti di corrente elettrica a un baretto di questa traversa di via Mazzini, il sospetto va equamente suddiviso tra gli altri presenti, tutti nessuno escluso.

I citati Magliocca e Sarro, Elisabetta Corvino di Casal di Principe, a cui è stato assegnato il posto a fianco dell’ex ministra del governo Berlusconi.

Si sono visti in giro anche i fratelli Eugenio e Rodolfo Russo. E ancora, Pio Del Gaudio. Guest stars i parlamentari europei uscenti e sicuramente ricandidati Fulvio Martusciello e Aldo Patriciello.

I contenuti? Vabbè, ora non esageriamo.

E d’altronde, a pensarci bene, il vero grande contenuto del vernissage di stamattina è rappresentato da quel filo volante, autentica metafora della vita di questo partito.

Per chi c’era stamattina e per chi c’è stato in passato. Un partito la cui unica ragion d’essere è stata sempre rappresentata, sia ai tempi del berlusconismo trionfante delle percentuali superiori al 30%, sia nel tempo presente, del berlusconismo declinante in cui il rischio è di andare sotto alla doppia cifra, dalla motivazione di utilizzo a scopo (non scopa, sempre meglio precisare quando c’è di mezzo il partito dell’ex cavaliere) personale.

Per cui, il contenuto può essere benissimo rappresentato da un furto di corrente.