IL FOCUS CARINOLA. Ma daiiiii: Pasquale Capriglione ha assunto la nuora dell’assessora ai Servizi Sociali subito dopo aver vinto la gara
2 Aprile 2019 - 18:26
CARINOLA – (g.g.) Il quadro d’insieme l’abbiamo descritto. Carinola è uno dei fenomeni più evidenti, se non, addirittura, fenomeno esemplare, di quanto sia avvertita in Italia e nelle nostre zone in particolare, dove c’è anche una ragione storico-sociale così come spiegava Gaetano Salvemini, quando, peraltro, si scagliava contro Giovanni Giolitti, piemontese di Mondovì e campione del mondo del trasformismo in politica, l’etica della rappresentanza che dovrebbe essere un valore in sè, una variabile indipendente, impermeabile rispetto ad ogni possibile manipolazione.
Etica della rappresentanza significa solo e solamente una cosa: se i cittadini ti hanno votato per rappresentarli quali aliquota di maggioranza o di minoranza di un corpo elettorale, tu non puoi fottertene e portare quei voti da un’altra parte. E questo vale anche per i comuni più piccoli nei quali non può essere considerata una ragione, la forte interdipendenza del consenso individuale a rapporti di vicinato, di parentado che, come tale, diventa proprietà esclusiva del rappresentante che poi porta questi voti dove gli pare e dove gli conviene, cioè dove può avere uno spazio di governo che il computo democratico dei voti non gli ha assegnato.
Ecco perchè noi di CasertaCe trattiamo alla stessa maniera un consigliere comunale del capoluogo oppure di Aversa e un consigliere di Carinola o anche di Conca della Campania, oppure ancora di Giano Vetusto. Perchè non c’è, rispetto ad una linea di principio, ad un’educazione civica e civile all’etica della rappresentanza, all’onore del rispetto del contratto firmato con il proprio elettore, alcuna differenza. A Caserta, ad Aversa, a Conca della Campania, a Giano Vetusto e, nella specie, a Carinola, ci troviamo al cospetto di un archetipo, di un consigliere comunale, il quale con una sorta di ideale gesto dell’ombrello, rifiuta di lavorare all’opposizione compiendo quella che, nell’epoca berlusconiana, fu definita dal cavaliere “la traversata nel deserto”, ma si apposta in modo da poter sfruttare il primo piccolo stormir di foglie nella maggioranza per presentarsi alla porta del sindaco, offrendo i propri servigi e puntellando le fondamenta scricchiolanti che l’amministrazione in carica sostengono in ossequio del mandato popolare.
Scusate se facciamo queste premesse, ma siccome qui in provincia di Caserta, si dovrebbe far uso dello strumento estremo della lobotomia di fronte a un personale politico, per il quale non esiste atto, azione, articolo giornalistico che non sia ispirato da un secondo fine diverso dal contenuto dello stesso, è opportuno stabilire e ribadire, fino alla noia, la ragion d’essere di certe nostre iniziative e di certe nostre battaglie.
Chi ci ha letto nel primo articolo (CLICCA QUI) sa bene che l’idea di andare a svolgere un minimo di analisi critica sull’attuale personale politico-amministrativo di Carinola, si è manifestata quando abbiamo appreso che la figlia dell’ex comandante dei vigili urbani, impegnata, con l’appoggio di suo padre alle ultime elezioni comunali nella lista di Francesco Di Biasio, fratello dell’ex sindaco e attuale presidente del consorzio idrico Pasquale Di Biasio, era saltata sul carro del vincitore dopo che suo padre, Mario Tuozzi, gambizzato negli anni 90, all’epoca in cui Antonio Russo era stato indagato e l’attuale presidente del consiglio comunale, Antonella Migliozzi, arrestata, l’aveva preceduta, svolgendo in pratica un ruolo di apripista, aggiudicandosi un posto nello staff di Russo.
Indagando sul caso, come può capitare di sera, quando si cammina al buio e senza guardare a terra, siamo inciampati e abbiamo battuto il ginocchio. “Acc..caz..mann..” e altri moccoli assortiti. Chi era stato ad intralciare il nostro cammino mentre cercavamo notizie sul ribaltone della famiglia Tuozzi? E ti pareva, dovevamo capirlo subito, noi che la sappiamo lunga, troppo lunga sui rapporti tra certe imprese e certa politica in questa provincia! Dovevamo arrivarci subito, perchè questa è propria la sua zona. E siccome lo abbiamo incrociato, negli anni, in diverse altre aree di questa provincia, ritrovandocelo addirittura editore di un quotidiano locale, che, non a caso, dopo la sua “cura”, tirò definitivamente le cuoia, era evidente che non poteva non esserci anche nel territorio in cui risiede.
Ecco qua, siamo inciampati negli ingranaggi di una carrozzina scassata, buona, al più, per il ferro vecchio, del consorzio di mister Pasquale Capriglione.
E che facciamo, allora, ci teniamo la botta al menisco senza concederci una coda nell’analisi delle vicende di Carinola? Anche perchè Capriglione, nell’operazione ribaltonista attuata dalla Tuozzi e da suo padre, c’entra eccome. Non direttamente, ma come puntellatore delle motivazioni di chi questa maggioranza va a formare, a partire dal numero legale, in ogni seduta del consiglio, come mastice, per ogni eventuale malumore, per ogni eventuale fibrillazione.
L’interlocutore diretto di Pasquale Capriglione si chiama Elisa Mazzucchi, non esattamente, ci dicono, un fulmine di guerra nella gestione di un settore molto caldo e particolarmente delicato, gestito un pò alla buona da una tal Adelmina Cresce, la quale è riuscita sempre a rimanere in piedi con ogni amministrazione, in un contesto dove, per incrociare il disagio, non è che bisogna esplorare gli interstizi del tessuto demografico pulsante e dove il problema dell’integrazione, per la presenza molto molto densa di immigrati, è una emergenza da gestire con determinazione, passione e competenze.
L’assessora Mazzucchi ha un figliolo che ha sposato una bella ragazza che di nome fa Stefania Di Donato, provvista di titolo di studio di scuola media superiore.
Pasquale Capriglione, dopo essersi aggiudicato l’appalto per i servizi d’Ambito con il suo storico consorzio Nestore, ha assunto, manco a dirlo, la nuora della Mazzucchi, utilizzandola per la cura e l’analisi delle domande Rei, che sta per reddito di inclusione, istituto peraltro sostanzialmente superato dall’iper-citato e iper-controverso reddito di cittadinanza.
La mattina, Stefania Di Donato, neo sposa, per la soddisfazione e la tranquillità dei suoi congiunti e della suocera assessora, scende da casa e, forse, senza neppure avere la necessità di utilizzare l’auto, raggiunge comodamente il suo luogo di lavoro, cioè il palazzo municipale di Carinola, dove opera anche la madre del suo consorte.
E’ una cosa buona questa? Con lui non abbiamo mai parlato e mai voluto parlare anche quando ha tentato inutilmente di trovare un contatto telefonico. Ma ora, attraverso lo strumento di questo giornale, chiedendo però una risposta precisa e non vaga, lo invitiamo a rispondere per iscritto, garantendogli che pubblicheremo una sua eventuale replica, riservandoci ovviamente di confrontarci con la sua argomentazione.
Allora, Capriglione, risponda: ma questo è giusto per l’esercito di giovani disoccupati, ugualmente in possesso di un titolo di studio di scuola secondaria superiore, se non addirittura di un diploma di laurea, ma senza una suocera assessora?