S.MARIA C.V. Grande Mirra, ma non dovevi fare la rivoluzione? 4 incarichi e 25 mila euro ad un imprenditore candidato in una sua lista
8 Aprile 2019 - 13:07
SANTA MARIA CAPUA VETERE – (g.g.) Il primo cittadino Antonio Mirra, quando sindaco non era, viveva sul pero e dunque, non avendo nessuna prefigurazione di prospettiva, rispetto ad una sua candidatura a sindaco, non leggeva CasertaCe, oppure ci leggeva e ora non cadrà dal pero quando noi cominceremo a scrivere articoli su una materia che, al tempo del suo predecessore Biagio Di Muro, trattammo in maniera continua, con scansione implacabile, scrivendo, un giorno sì e l’altro pure, degli incarichi professionali, degli affidamenti diretti che quell’amministrazione attribuiva a questo o a quell’altro?
La verità è che il pero non appartiene al giardino di Antonio Mirra. Lui ha sempre vissuto la sua esperienza politica come una elaborazione, come una costruzione della propria ambizione personale, rispetto alla quale, se c’era da dire 4 cazzate sul malaffare o sulla mala amministrazione di chi lo ha preceduto, lo diceva, ma non per testimoniare un sentire profondo, ma semplicemente perchè era utile alla realizzazione dei suoi obiettivi.
Noi, invece, che siamo dei fessi e pensiamo ancora che ci sia un senso nel lottare e nel testimoniare i valori della buona amministrazione, del rispetto delle leggi, della considerazione delle stesse, come punto di riferimento morale e non come delimitazione di tutto quello che si può fare arrivando sempre ad un millimetro dalla violazione o dall’elusione, abbiamo inchiodato al muro Enzo Iodice, Giancarlo Giudicianni, non ne parliamo proprio, Biagio Di Muro.
Con Mirra siamo stati, sarà il cammino dell’età, magnanimi come non lo eravamo mai stati. Ci siamo voluti illudere che tutte quelle dichiarazioni sulla legalità, quella nomina del giudice Oscar Bobbio, rappresentassero un vero punto di svolta, fatto di atti concreti e non solo di asserzioni. Oddio, quella super delega data a Nicola Leone, simbolo di un sistema di gestione del potere che non c’è mai piaciuto, qualche dubbio lo lasciava. Ma si sa, quando sei pure un pò stanco di lottare ogni mattina col coltello tra i denti, anche un’illusione può essere un sollievo.
E invece, Antonio Mirra sta facendo peggio di tutti quelli che lo hanno preceduto.
Dunque, un articolo come questo, che mette a fuoco 5 affidamenti diretti dati dall’amministrazione comunale all’imprenditore Andrea Giannetti, avrebbero rappresentato un contributo cronistico di routine, da parte di CasertaCe, nel caso in cui questi fossero stati dati dalle precedenti amministrazioni che, quantomeno, non hanno mai voluto essere o apparire qualcosa di diverso da quello che erano.
Invece, pubblicando le 5 determine, in calce all’articolo, le medesime assumono un significato diverso proprio perchè Mirra, coinvolgendo persone che onestamente non meritavano di essere messe in mezzo, ci riferiamo proprio al giudice Bobbio, ha voluto creare una struttura di facciata.
Attenzione, questo sindaco e la sua amministrazione, non è che si siano guastati per strada.
Già il 28 giugno 2016, cioè 15 giorni dopo l’insediamento del primo cittadino, imparavano diligentemente qualcosa dello stile amministrativo dei predecessori. Lo imparavano da una determina di liquidazione, a firma del dirigente Franco Biondi (onnipresente, uno e trino), con cui questi liberava 5mila 543 euro comprensivi di Iva, per lavori affidati alla G.A. Impianti per lavori affidati il 25 settembre 2015, cioè dal commissario prefettizio.
Evidentemente, siccome è impensabile che il commissario avesse scelto lui, direttamente, questo fornitore, è più che verosimile che la proposta arrivò da un dirigente, magari imbeccato da qualche politico all’esterno.
Ma era solo l’inizio di un sodalizio già cementato su un altro terreno, quello, fondamentale per Mirra, del fieno elettorale da mettere in cascina al momento in cui aveva deciso di scendere in campo. Andrea Giannetti, il 28 giugno 2016, era reduce, infatti, dalla campagna per le elezioni dopo essersi candidato nella lista Uniti per Resistere con Antonio Mirra sindaco.
Per resistere, evidentemente anche dopo la fine della gestione commissariale, nell’assegnazione di quattrini pubblici veloci e diretti. Quanto ha contato il fatto che Giannetti si sia candidato ed abbia portato anche un centinaio di voti alla causa del primo cittadino, nella sequela di ulteriori incarichi, attribuiti in scioltezza, allo stesso imprenditore, partendo dal 29 dicembre 2016, e arrivando fino al settembre scorso, per una somma complessiva di circa 25 mila euro, Iva compresa?
Così fan tutti, si dirà. Ma Mirra ci aveva raccontato un’altra storia. Una storia che, alla luce di questi fatti, tremendamente concreti, somiglia sempre di più ad una barzelletta.
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