Ritorniamo sul nostro cavallo di battaglia. Poniamo al sindaco Marino anche domande sugli incassi e sui costi delle varie frazioni
12 Aprile 2018 - 00:00
CASERTA – (g.g.) Qualcuno si è stupito del fatto che CasertaCe non abbia affondato il colpo nella questione dei sequestri alla impresud di Iavazzi, pur avendo contribuito in qualche modo a svelare tantissime cose dubbie, soprattutto relative al rapporto tra questa azienda e il comune di Caserta nella gestione della cosiddetta piattaforma di trasferenza che per anni ha pesato migliaia di tonnellate di rifiuti con tanto di fattura spedita al comune, con prezzo al chilogrammo tutt’altro che modico.
Pesature dubbie forse perchè le bilance non funzionavano bene. Ma chi legge CasertaCe con attenzione ben ricorda gli articoli dettagliatissimi che abbiamo dedicato a quell’inchiesta aperta dalla procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
Siccome quando si parla di piattaforma e di costi al quintale si parla di frazione umida in cui il rovescio della medaglia, cioè la possibilità di ridurre il peso del citato costo è affidato all’aumento reale e non fittizio della differenziata, abbiamo voluto per l’ennesima volta fornire un nostro contributo. Sappiamo che è inutile per questi deficienti di casertani che se non fossero tali, non avrebbero votato chi li rappresenta, anche se hanno tentato di lavarsi la coscienza inondando di schede i 5 Stelle. Però, la nostra coscienza ci induce a lavorare seriamente. A fare i giornalisti come Dio comanda. Studiando. Documentandosi e spulciando migliaia e migliaia di scritti, di atti giudiziari e di dati tecnici.
Stavolta, la nostra non doma determinazione per la conoscenza e per la denuncia, ci ha indotti a ricostruire al centesimo la spesa sostenuta dal comune di Caserta, dunque da tutti i casertani, per lo smaltimento della frazione umida.
Nel 2013 la città ha speso 1.817.112 euro e 77 centesimi. Per che cosa? Per lo smaltimento presso il sito di trasferenza.
Passiamo al 2014: 2.551.322 euro e 44 centesimi. Dunque, roba da matti, invece di progredire con la differenziata si è andati indietro e il costo si è incrementato di ben 700 mila euro. Nel 2015, CasertaCe e la magistratura hanno cominciato a metterci più di un occhio nelle vicende che si verificavano all’interno dell’impianto della piattaforma gestita da Impresud. E la spesa è tornata per incanto a 1.755.740 euro e 10 centesimi. Nel 2016, 1.371.205 euro e 25 centesimi e nel 2017, 1.569.000.
Insomma, quei 700 mila euro probabilmente il comune li dovrà recuperare citando in giudizio i produttori delle bilance che sicuramente hanno pesato male.
Un altro dato anomalo è quello che viene fuori dal rapporto tra i costi del 2016 e quelli del 2017. Anche in questo caso, seppur in maniera molto pià contenuta rispetto al 2014, si è registrato un incremento di circa 200 mila euro.
Anche in questo caso, ripetiamo, difficilmente questo fatto si spiega se non con la taratura delle bilance che la notte pesano i rifiuti umidi che vengono portati in piattaforma.
La speranza, il nostro auspicio è che il sindaco Carlo Marino tragga giovamento da questa riduzione dei costi, frutto prima di tutto dell’indagine giudiziaria e poi, in parte minima, anche alla caparbietà di questo giornale a non fermarsi davanti a potentati, imprenditori danarosi e colletti bianchi collusi.
Occhio perchè come noi ripetiamo da anni uno dei motivi principali dei problemi economici che affliggono, da anni il comune di Caserta, è costituito dalla differenza tra entrate e costi in materia di rifiuti che adesso andremo a controllare anche in sede di consuntivo 2017.
Un’altra occhiatina attenta il comune di Caserta la dovrebbe dare, evitando che ancora una volta, per l’ennesima volta, la magistratura inquirente debba svolgere un’azione di supplenza, sulle varie dinamiche della differenziata e, in particolare modo, sui proventi.
Infatti il Comune di Caserta ha degli incassi ridicoli in proporzione al materiale differenziato. Ricordiamo ancora il comunicato stampa del direttore generale di Ecocar Sirio Vallarelli che celebrava il terzo posto del comune di Caserta in Italia per il conferimento del materiale Raee nelle isole ecologiche.
Ebbene qualcuno dovrebbe anche dirci a fronte di questa straordinaria prestazione, quanto ha incassato il Comune? Quanto incassiamo per il vetro? E per gli oli esausti? E per carta e cartone? Ed invece quanto paghiamo alla piattaforma perchè il materiale venga valutato non idoneo? Insomma, sui rifiuti nessuna Amministrazione degli ultimi 20 anni ha fatto chiarezza e se pensiamo ai debiti (si fa per dire) che il Comune ha nei confronti di Mario Pagano, abbiamo un quadro chiaro della situazione.
Insomma dalla monnezza è uscito solo monnezza ( morale e materiale).