MARCIANISE. Ora è ufficiale: in 14 hanno firmato la mozione di sfiducia al sindaco Velardi. Tengono i 5 dissidenti

25 Settembre 2019 - 13:56

MARCIANISE(g.g.) Si dice che il sindaco Antonello Velardi possegga buoni argomenti, non sappiamo se sono gli stessi con i quali ha ammansito Gaglione, o nella sua stiva ne possegga altri, per ridurre alla ragione, che poi, secondo il sindaco di Marcianise, coincide sempre e comunque alla propria ragione, il consigliere comunale Luciano Buonanno. Questi, entrato in consiglio grazie allo scivolamento in giunta di un’altra eletta, non ritiene evidentemente di aver beneficiato di un vitalizio, di essere stato toccato dalla grazia di una carica prestigiosa, autorevole, da sfoggiare con orgoglio al cospetto dei propri familiari e dei propri concittadini. Ritiene, a nostro avviso, con piena ragione, che fare il consigliere comunale con questo sindaco, sia in realtà, una vera e propria iattura, quasi un disonore.

Una cosa che in realtà non fa aumentare, ma riduce la cifra della propria credibilità sociale e del proprio prestigio personale, visto che un consigliere, con un sindaco del genere, non solo non conta un tubo, ma dalla stanza della fascia tricolore, è guardato con sufficienza, con compatimento e quando osa dire olà, viene sbeffeggiato, insolentito ed umiliato attraverso facebook, in quanto non essere allineato all’idea del mondo che ha il primo cittadino, significa, diciamocela tutta, essere, ai suoi occhi, degli “abbunat'”.

L’unica possibilità di liberarsi da questo autentico giogo, da questa forca sotto la quale sono costretti ogni giorno a passare, con il capo chino, la ragione, l’educazione, la civiltà, il buon vivere, tutte categorie che esulano dalla politica, è andarsene; è recuperare la libertà chiudendo la partita di un vincolo elettorale che può portarti, costringerti, proprio perchè sei una persona perbene e seria, a dover necessariamente rispettare un mandato popolare, a costo di amarezze e di frustrazioni, che si amplificano quando uno ha un carattere normale, pacifico e non fumantino che lo induca, magari, pur essendo un consigliere della sua maggioranza, a prendere il Velardi a pedate nel sedere quando insulta, offende, aggredisce verbalmente, sempre e comunque, apoditticamente, con zero argomentazioni accluse e dentro ad un definitivamente arso deserto della ragione e trionfo dell’ignoranza.

Forse per questo motivo, cioè per una semplice questione di dignità, Buonanno, ha apposto anche la sua firma sotto alla mozione di sfiducia. Proprio lui, tra le altre cose, a quanto pare, anche imparentato con Velardi, dicevamo, proprio lui, l’osservato speciale tra i 5 consiglieri che hanno deciso, a nostro avviso, correttamente, di portare il loro pensiero, di esprimere la loro sfiducia nei confronti di questa amministrazione comunale dentro all’aula del consiglio, per una volta, nobilitato da un atto di indipendenza e di vera autonomia, istituzionalizzando, politicizzando in maniera trasparente la crisi della maggioranza. La mozione, di qui a qualche ora, una volta raccolte anche le firme dei 9 consiglieri di minoranza, sarà presentata al protocollo della presidenza del consiglio.

C’è da ritenere dunque che Buonanno manterrà la sua posizione. Per tutte queste ragioni esposte che si relazionano ad un atto coraggioso di libertà e di dignità politica e personale, riteniamo che manterrà il punto. Perchè una persona seria, una volta data una parola, una volta assunto formalmente e ufficialmente un impegno politico, non si tira indietro quando c’è da dar seguito a quella firma apposta, attraverso un successivo atto deliberativo, attraverso l’espressione del proprio voto, ai contenuti di un atto politico che si è condiviso sin dall’inizio e che si è contribuito a redigere.

I giorni che verranno, saranno segnati dalle solite barzellette. Il presidente del consiglio comunale Antimo Rondello, politicamente asservito alle posizioni del primo cittadino, sfrutterà presumibilmente tutto il tempo che lo statuto comunale gli dà a disposizione per convocare la seduta del consiglio che dovrà discutere, ripetiamo, alla luce del sole, in pubblica seduta, e successivamente votare, per appello nominale, e quindi con voto palese, la mozione di sfiducia che, se approvata, porterebbe alla caduta dell’amministrazione e di questo sindaco. Non sarà sicuramente valorizzata, come invece andrebbe fatto, la scelta dei 5 e poi degli altri 9 di intraprendere il percorso più serio, più democratico, più trasparente, confrontandosi direttamente e a viso aperto con la città, denunciando frontalmente e, dunque, ancor di più, a viso aperto, guardando fisso negli occhi il sindaco, le malefatte compiute da chi Marcianise ha sgovernato in questi anni. Come abbiamo scritto sin dal primo momento, CasertaCe ritiene che questa sia la strada maestra e ritiene, contestualmente, che sia sbagliato lo strumento del raduno carbonaro nell’anticamera dell’ufficio di un notaio.

Il presidente del consiglio comunale, dal momento in cui la mozione sarà presentata, avrà, statuto alla mano, fino a 30 giorni di tempo per farla discutere. Per cui, scavalleremo la seconda decade di ottobre. Nel mentre, Velardi che già lo ha fatto una volta, potrebbe ri-dimettersi, riaprendo il cabaret. Durante questi 20 giorni, potrebbe drammatizzare la situazione e creare una condizione attraverso cui si tenterà di riportare con sè qualcuno dei 5. Ma non basterà convincere Buonanno. Ne dovrà persuadere anche un altro, perchè oggi, tra i 9 consiglieri di opposizione di cui riteniamo fa parte anche quello di 5 Stelle, più i 5 che hanno deciso di uscire dalla maggioranza, si arriva a 14. Per mandare a casa il sindaco, sono sufficienti voti che rappresentino la maggioranza assoluta dei 25 componenti del consiglio. Bastano, dunque, 13 voti. 

Sicuramente nei prossimo giorni si discuterà di questa sorta di ingorgo istituzionale che potrebbe essere creato dalla contemporanea presentazione della mozione di sfiducia e di un secondo, strumentale, parimenti al primo, atto dimissionario di Antonello Velardi.

Non sappiamo se si arriverà ad un punto in cui l’azzeramento totale della giunta comunale, cioè quello che il primo cittadino ha detto di non voler fare, sarà l’unico modo per salvarsi, così come l’ineffabile Pino Riccio pare abbia detto al sindaco l’altra sera, nel corso di una tempestosa e tesa riunione di maggioranza. Ma siate sicuri che sull’orlo del precipizio, se sarà necessario, Velardi farà finanche l’azzeramento, sottendendo il suo onore politico che ha sempre esplicitato attraverso una difesa ad oltranza delle posizioni dei suoi fedelissimi, a partire da quelle della vicesindaca Angela Letizia, e dell’assessore ai lavori pubblici Tommaso Rossano.

Segnatevela, questa. Per cui, dimissioni con apertura di un termine di 20 giorni, durante il quale se sarà l’unico modo per conservare la fascia tricolore, l’azzeramento si farà. Qualora invece le posizioni dei 5 consiglieri che stamattina hanno già posto le loro firme sotto la mozione di sfiducia, dovessero rimanere intonse, invitte, inscalfite allora, vedrete, che Velardi le dimissioni non le ritirerà, perchè, in questo caso, avrebbe il problema di andare a discutere la mozione di sfiducia in consiglio comunale, dove sono pronti interventi fluviali con lì’esposizione di documenti probanti, indiscutibili che dimostreranno che la città di Marcianise è stata amministrata in una costante tensione finalizzata all’elusione delle leggi e delle norme che queste formano, come d’altronde dimostra la valanga di avvisi di garanzia che si sono abbattuti ultimamente sul sindaco e sui suoi adepti.

Solo noi di CasertaCe possiamo mettere a disposizione 100 articoli rispetto ai quali siamo pronti, come abbiamo scritto sempre, a confrontarci con chiunque li voglia confutare, senza mai ricevere una risposta affermativa, nè da Velardi, nè dai suoi, i quali, niente in realtà, se non vuoti slogan e ancor più vuoti insulti, avrebbero da opporre. Nella ricca, preziosa bibliografia di CasertaCe, viene descritta la mala gestio e anche il malaffare marcianisano, sviluppatosi negli ultimi 3 anni e mezzo su livelli che avevano connotato le amministrazioni precedenti.