Mister Parmalat e Latte Berna entusiasta dei nipoti di Michele Zagaria: “E’ gente di serie A”. Ecco il professionista che organizzò l’incontro

20 Gennaio 2020 - 12:53

CASAPESENNA(g.g.) La lunga detenzione iniziata circa un anno fa, dell’imprenditore di Castellammare di Stabia, Adolfo Greco e conclusasi, solo per qualche ora, la settimana scorsa, quando i carabinieri, dai sospirati arresti domiciliari lo hanno di nuovo prelevato per portarlo in carcere, è stata segnata da una linea difensiva, fondata sul fatto che Greco sarebbe stata una vittima della camorra e non un camorrista.

Non a caso il gip del tribunale di Napoli che ha firmato l’ordinanza della settimana scorsa a suo carico e a carico di Filippo e Nicola Capaldo, nipoti di Michele Zagaria, ha affrontato la questione, ricordando l’ormai acclarata esistenza di una categoria di imprenditori border line, che da un lato pagano la camorra e la cosiddetta tassa per la tranquillità, dall’altro, soprattutto nei grossi affari, si collegano ad essa avendone ampia protezione in un discorso di reciproco coinvolgimento e di reciproca realizzazione di cospicui interessi economici.

Nelle intercettazioni, che costruiscono l’accusa a carico di Greco e a carico di Filippo e Nicola Capaldo, figli di Beatrice Zagaria, sorella del boss incarcerato nel 2011, non si ha l’impressione di avere a che fare con un imprenditore terrorizzato, intimorito dalla camorra. Tutt’altro. Adolfo Greco si dimostra gratificato dal rapporto con i nipoti niente popodimenoche di Michele Zagaria. Ne parla, con toni elogiativi e con gli occhi che gli brillano al figlio Luigi Greco che se non andiamo errati è stato anche consigliere comunale a Castellammare, in quota Forza Italia, Pentangelo

e quindi Giggino Cesaro la polpetta. “Sono gente di serie A, mica munnezzaglia“, ognuno ha le sue gratificazioni. C’è chi è fiero di ricevere considerazione e di mettersi a disposizione di persone perbene e c’è chi, come Adolfo Greco, si sente a sua volta uno di serie A rapportandosi e mettendosi a disposizione dei nipoti di Michele Zagaria, di quel Filippo Capaldo, che atti giudiziari e processi considerano l’erede del super boss.

I Capaldo vogliono continuare a distribuire in larga parte della provincia di Caserta (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ELENCO DEI COMUNI) il marchio più diffuso commercialmente del gruppo Parmalat: il latte Berna. Greco ha rapporti professionali strettissimi con il gruppo emiliano oggi di proprietà francese. Greco si occupa con la società MIA Latte srl dell’approvvigionamento da numerosi produttori del latte come materia prima grezza che poi fornisce alla Parmalat presso lo stabilimento di Piana di Monte Verna dove il prodotto viene analizzato, sottoposto a pastorizzazione e imbottigliato come latte Berna. Con la società CIL srl si occupa invece della distribuzione dello stesso negli esercizi commerciali dell’hinterland stabiese, dei Monti Lattari, della penisola sorrentina e dell’isola di Capri. Se lo avesse pure venduto a valle e munto le vacche a monte non ci sarebbe stato un solo passaggio della filiera sfuggito al suo controllo.

Personaggio significativo. I nipoti di Zagaria lo esaltano, ma intrattiene, secondo il gip, ottimi rapporti con i clan dell’area di Napoli sud, con quello storico dei D’Alessandro, con i Cesarano e con gli Afeltra.

Ma anche i Capaldo vengono da tanti anni di relazione con quest’azienda. Hanno un gancio. E non da poco. Perchè l’ingegnere Sebastiano De Luca Picione, è questo racconta Adolfo Greco al figlio e ad altri interlocutori, molto legato “all’avvocato Russo di Nocera” che poi non è altro che Pasquale Russo, anche lui indagato, direttore delle vendite per il centro sud di Parmalat. Ed è proprio questo De Luca ad organizzare l’incontro tra Adolfo Greco e un componente della famiglia Capaldo, precisamente Nicola, visto e considerato che il fratello maggiore Filippo, al tempo era già nell’occhio del ciclone, dato che su di lui erano già state firmate ordinanze.

L’incontro si tiene il 28 giugno del 2013. Greco ne parla in un’intercettazione che pubblichiamo integralmente del 29 luglio. Ha incontrato Nicola Capaldo e ne è rimasto entusiasta: “E’ gente di serie A, mica munnezzaglia”.

 

 

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA