VOLALTO, atlete e staff in quarantena nelle rispettive abitazioni. Turco: “Sono dispiaciuto come padre e come imprenditore”
9 Marzo 2020 - 10:45
CASERTA – Davvero una brutta storia. Mortificata la dignità delle atlete e dello staff della Volalto: se avessero avuto un po’ cuore, che è quello che in realtà manca ai comandanti del vapore della Lega Pallavolo Femminile, oggi non ci saremmo ritrovati in questa situazione. Alle richieste, legittime, di sospensione della gara – motivate anche in un documento firmato da atlete e staff – la Lega ha risposto con un secco “no”, con il chiaro obiettivo di dimostrare che sono loro a decidere. Morale della favola: a 2 ore dal fischio di inizio delle partite si è deciso di sospendere e rinviare il tutto. Con buona pace di atlete e staff della Volalto che, adesso, sono finiti in quarantena.
Le atlete Ghilardi e Trevisiol ed il coach Malcangi da Bergamo sono partiti alla volta delle loro rispettive abitazioni e si sono messi in quarantena. In quarantena presso le loro abitazioni anche l’atleta Ameri (in Puglia), il secondo coach Di Rauso (a Caserta), il fisioterapista a Caserta, l’accompagnatore della squadra Milone (ad Aversa), l’atleta Misceo (a Lusciano, paese dove abita anche il Presidente Turco), l’atleta Mastroianni (a San Nicola la Strada). Quarantena, infine, anche per il capitano Dalia che ha dovuto optare per un’altra abitazione, dal momento che i suoi genitori, che vivono a Roma, sono anziani. Ecco il danno e la beffa, come la VolAlto può adesso fermarsi e non portare tutti avanti ai giudici penali.