Pianoforte digitale o tastiera? La soluzione migliore per diverse esigenze

25 Marzo 2020 - 10:00

Nel caleidoscopico e variegato mondo della musica abbiamo visto l’ascesa e la caduta di tantissimi strumenti musicali che nel corso degli anni hanno dominato la scena ‘mainstream’ per poi tornare a fare da protagonisti nei loro generi di nicchia. Tra questi il pianoforte percorre una linea che attraversa tutta la musica, infatti lo vediamo spesso presente nel ‘pop’ come nel jazz e nella musica classica.

Con l’arrivo dell’R&B e del Soul è diventato strumento portante, un’estensione diretta del cantante, solitamente impegnato sia al microfono sia sui tasti per creare melodie energiche e rilassanti. La sua forte presenza nella musica moderna ha contribuito a far rinascere l’interesse per lo strumento anche da parte dei più giovani.

Il pianoforte digitale

Strumento completo e allo stesso tempo versatile, il pianoforte richiede anni e anni di pratica per poter arrivare a buoni livelli. Non a caso questo strumento si comincia spesso a studiare in tenera età, inoltre spesso i musicisti che in seguito passano ad altri strumenti lo fanno con molta più facilità in quanto lo studio del pianoforte crea delle solide fondamenta tecniche e teoriche.

Nonostante tutto, questo strumento presenta due svantaggi: il prezzo e le dimensioni. Non tutti quindi possono permettersene uno, per questo molte case produttrici di strumenti musicali hanno pensato di creare il pianoforte digitale.

Da non confondere con la tastiera (della quale parleremo in seguito), il pianoforte digitale dispone di 88 tasti pesati in grado di restituire al musicista un ‘feeling’ molto simile a quello del pianoforte acustico. A livello estetico, lo strumento si presenta con un look sobrio e con dimensioni molto più ridotte che lo rendono estremamente compatto e pratico.

Il suono tende a riprodurre quello di un normale pianoforte, cercandone quanto più possibile l’autenticità senza sembrare troppo ‘artefatto’. Il pianoforte digitale viene usato spesso per studio, ma in alcuni casi lo si può vedere anche in eventi dal vivo, su palcoscenici dove magari non c’è lo spazio a disposizione per poter ospitare un pianoforte acustico.

L’acquisto di un modello digitale è consigliato soprattutto se state studiando con un maestro e non avete spazio in casa. I tasti pesati vi faranno abituare più velocemente al feeling di un vero pianoforte, inoltre potrete facilmente sistemare lo strumento in una stanza o in salotto senza che occupi troppo spazio.

La tastiera

Componente fondamentale delle band hard rock, pop, progressive rock e metal, la tastiera si può considerare uno strumento a parte. Sebbene sia ‘discendente’ del pianoforte, si distingue per la quantità di suoni e campioni che si possono utilizzare per suonare qualsiasi genere musicale, per creare tappeti sonori di accompagnamento e persino per esibirsi in funambolici assoli. Dal pianobar ai grandi palchi del rock, la tastiera ha goduto di grande fama che negli ultimi anni però è lentamente scemata.

Le tastiere si presentano spesso con meno tasti rispetto a un pianoforte digitale o acustico, in quanto sfruttano il cambio di ottava per poter raggiungere diverse tonalità. La presenza di tantissime funzioni, campionamenti, suoni e loop rende la tastiera poco indicata come primo strumento. Non a caso i tastieristi hanno un solido ‘background’ tecnico e teorico sviluppato nello studio del pianoforte vero e proprio.

Il ‘feeling’ dei tasti non è paragonabile a quello del pianoforte, come neanche il suono volutamente digitale. Difficilmente vedrete un concerto di musica classica dove il pianoforte viene sostituito da una tastiera, mentre lo si può trovare in gruppi jazz e fusion.

Sul mercato ci sono tantissimi modelli di tastiere, alcune più indicate per la musica dal vivo e altre per la produzione in studio. Queste ultime sono di dimensioni davvero compatte e prendono il nome di ‘controller’, che non sono altro che mini tastiere con pochissimi tasti utilizzate per la composizione di pattern musicali e per questo spesso utilizzate per produrre musica moderna.

Infine non possiamo non citare la ‘keytar’, ormai utilizzata solo in alcuni generi come la synthwave anni ’80 o nel funk. Come potete evincere dal nome, la keytar è un particolare incrocio tra una tastiera e una chitarra, che in passato ha goduto di una certa popolarità. Si tratta di uno strumento scenico spesso usato più per la sua spettacolarità che per il suono, ma che non viene disdegnato anche dai musicisti più abili come per esempio Herbie Hancock.