ORE 11.22, DI RITARDI SI MUORE. Toh, De Luca si è accorto che le cliniche private hanno 3mila posti letto e molte Terapie intensive. Vi pubblichiamo il suo studio riservato, totalmente sbagliato

27 Marzo 2020 - 11:28

CASERTA(g.g.) Ieri pomeriggio l’appello accorato della senatrice di Fratelli d’Italia Giovanna Petrenga affinchè il presidente della Regione De Luca potesse finalmente utilizzare i molti posti letto e un numero, non enorme, ma comunque utile, di terapia intensiva.

A noi, leggendo il comunicato della Petrenga, era tornata alla mente la dotazione ragguardevole della clinica Pineta Grande di Castel Volturno. Ieri sera, poi, con una pistola puntata alla tempia e il disastro dei numeri e dell’organizzazione ospedaliera, De Luca è stato costretto a smentire se stesso e ad accordarsi con le cliniche private che metteranno a disposizione tremila posti letto, che non sono affatto uno scherzo e diverse decine di posti di terapia intensiva, partendo proprio da quella clinica Pineta Grande, che ne è dotata.

Questi i fatti. Ora, i tremila posti nelle cliniche private erano disponibili anche 10 giorni fa, 15 giorni fa, all’inizio della crisi. Ma De Luca era in ben altre faccende affaccendato. Inseguiva con la cerbottana i viandanti indisciplinati, registrava 10 videomessaggi al giorno, rilasciando 15 interviste.

Mentre questo succedeva, più campani si ammalavano e più campani cominciavano a morire.

Il suo staff? Volete che uno come De Luca si possa mai circondare di persone di livello, in grado di tenergli testa e di mettere in discussione le sue direttive?

Insomma, la questione coronavirus in Campania ha rappresentato solo in apparenza una priorità. In realtà, fino a qualche giorno fa, fino a quel farneticante comunicato con cui il governatore annunciava l’apocalisse, ha rappresentato solo uno strumento messo a disposizione della necessità psichico-psicologica del governatore di manifestare il suo concorto portato caratteriale, e, una occasione da prendere al volo per risalire la china nei sondaggi elettorali.

Un gioco irresponsabile, di cui noi abbiamo avuto subito la percezione di chi considera e misura i fatti con gli strumenti delle evidenze scientifiche e con un pò di logica spicciola. Ma soprattutto avendo chiaro nella testa che in questo momento dovrebbe esistere uno e un solo obiettivo: la salute della gente. Aver perso tutto questo tempo prima di realizzare questo accordo con le cliniche private, ha prodotto più malati e forse più morti.

Ci rendiamo conto della delicatezza di questa nostra affermazione, ma siamo pronti in ogni momento a dimostrarlo con i fatti e con argomentazioni corredate da una vasta bibliografia.

A dimostrazione della leggerezza con cui si è lavorato a Napoli, vi pubblichiamo questo diagramma: tre curve di diverso colore che esemplificano le previsioni epidemiologiche, basate non si sa su quale fondamento su cui De Luca ha regolato le sue azioni e su cui ha scritto un copione meticoloso che avrebbe dovuto interpretare fino al giorno del superamento dell’emergenza, da comunicare come un suo esclusivo successo personale.

Quando queste tre linee ora si sono rivelate un totale flop, disattese dai dati reali, De Luca ha capito l’antifona e cinicamente se l’è presa con il governo.

In parole semplici, la Regione, a inizio marzo, aveva ipotizzato tre scenari, scenario base, scenario medio e scenario severo. Quello severo è descritto dalla linea rossa. Prevedeva la disponibilità, al massimo dell’emergenza, di 150 posti letti in terapia intensiva per il 14 aprile. Siamo arrivati al 27 marzo e i dati, relativi, però ai giorni precedenti, cioè focalizzati sul 23, massimo sul 24 marzo, ci dicono che questa quota è stata raggiunta con tre settimane di anticipo.

Ciò vuol dire che lo scenario peggiore, prevedeva nella testa dello scienziato che lo ha ipotizzato, un numero molto più basso di contagiati.

Inutile l’illustrazione dello scenario medio e di quello base. Pensate un pò che per il primo di questi, al 14 aprile, sarebbero occorsi 112 posti in terapia intensiva, mentre in quello base, verrebbe da dire, facendo un battuta, sarebbe bastato solo De Luca che imbraccia un lanciafiamme nel film Apocalipse Now, in tutto, sempre relativamente alla data del 14 aprile, 101 posti in Terapia intensiva.

Un numero, quest’ultimo raggiunto già una settimana fa, quindi a poco meno di un mese di distanza dal riferimento del 14 aprile.

Meglio di ogni commento, valgono questi dati che noi con molta pazienza e tanto lavoro ci siamo procurati.