AFFARI & MONNEZZA. Gara rifiuti da oltre 660 mila euro nel comune feudo di Zannini. Che sfida tra i Campoli di Mondragone, la CZeta “protetta” da Nicola Ferraro e Carlo Savoia, l’uomo del maxi appalto truccato a Caserta

12 Gennaio 2024 - 19:30

Lasciamo un cosiddetto titolo aperto, dando al lettore la possibilità di scoprire chi ha vinto la procedura per la raccolta dei rifiuti solidi urbani a Riardo, dove il sindaco Armando Fusco è stato supportato nella scorsa campagna elettorale dal consigliere regionale di Mondragone

RIARDO – Da qualche anno a questa parte esiste una corrispondenza di amorosi sensi, politici ovviamente, tra il sindaco di Riardo, Armando Fusco, e il consigliere regionale di Mondragone, Giovanni Zannini.

Il politico mondragonese ha creato un vero e proprio fortino nei comuni a nord di Caserta città, ad esempio citiamo Mignano Monte Lungo, Bellona e, per l’appunto, Riardo, dove Zannini ha supportato la candidatura di Fusco, con alcuni cosniglieri all’interno della sua lista.

A Riardo, pochi mesi fa, ha tentato di aggiudicarsi un’importante procedura di gara, relativa alla raccolta e al trasporto dei rifiuti solidi urbani cittadini, oltre che allo spazzamento delle strade comunali, base d’asta 665 mila euro, un’impresa che con Giovanni Zannini ha un forte collegamento, relativo alla famiglia che ne possiede le quote: i Campoli di Mondragone.

La Columbus Edil Gest, infatti, è legata ad Alfredo Campoli e, se non andiamo errati, vede come legale rappresentante la figlia dell’imprenditore di Mondragone e dell’assessora del comune rivierasco, Maria

Rosaria Tramonti, che di nome fa Marianna Campoli.

Qualcuno potrà pensare: adesso ci direte che si sono aggiudicati la gara e giù botte sugli interessi e l’influenza del politico mondragonese nei comuni eccetera, eccetera.

No, questo era un dettaglio della vicenda, perché in realtà il servizio triennale dei rifiuti solidi urbani del comune di Riardo è stato affidato ad un’altra impresa in gara, vincitrice della procedura grazie ad un ribasso del 5,099%.

E non è neanche la Czeta, la società di Aniello e Luigi Ilario, secondo la DDA di Napoli spinta e supportata dal politico e imprenditore casalese Nicola Ferraro, che alla gara d’appalto si è presentata, mettendo in busta un’offerta economica di un millesimo inferiore a quella vincitrice: 5,100%.

Che poi CZeta e Columbus non è la prima volta che si sfidano in duelli simili. A fine 2022, infatti, la Columbus Edil Gest aveva vinto l’appalto relativo alla raccolta rifiuti per un importo di 580mila euro nel comune di Mignano Monte Lungo. Vinto, ma non aggiudicatario, visto che, dopo essere risultata prima nella sfida a due contro la CZeta, come attestato da verbale di gara del 7 dicembre, il 16 dicembre i Campoli inviavano una nota al comune di Mignano, dichiarando di “rinunciare all’appalto per dedotte ragioni di gestione del servizio”.

In pratica, dopo aver partecipato ad una gara da oltre mezzo milione di euro nel luglio 2022, a 6 mesi dall’apertura del bando, succede qualcosa – non sappiamo cosa – che rende i Campoli impossibilitati a prestare il servizio, lasciando spazio, così, alla CZeta degli Ilario.

Tornando a Riardo, invece, ad aggiudicarsi il servizio dei rifiuti solidi urbani in città è stata la società Ecologia e Servizi Italia, che nella combo punteggio tecnico ed economico ha superato di due punti l’offerta di Econova, ditta di Torino, ma legata al casertano.

E chi è rimasto indietro nelle puntate precedente forse non saprà che la ESI è l’impresa in passato guidata in qualità di amministratore unico da Gennaro Cardone, ovvero il braccio destro di Carlo Savoia, faccendiere di Sant’Arpino accusato dalla procura Antimafia di Napoli di avere rapporti con il clan dei Casalesi e di aver truccato almeno 44 gare d’appalto bandite in altrettanti comuni, tra cui, il più importante il comune di Caserta, motivo per il quale si trovava imputato nel processo su questa vicenda anche il sindaco Carlo Marino, l’ex dirigente Marcello Iovino e il funzionario, rimessa in servizio dopo la pensione, Pippo D’Auria.

Fino a un paio di anni fa sicuramente, non siamo a conoscenza di recenti modifiche, ad avere la maggior parte delle quote dietro ad essere quote socie di maggioranza della Ecologia e Servizi Italia era Lucia Iorio, moglie di Carlo Savoia.

Con sede a Scafati, era l’impresa che, in un raggruppamento temporaneo di imprese, avrebbe dovuto gestire l’appalto – per la DDA truccato – da 117 milioni di euro per il ciclo integrato i rifiuti a Caserta assieme all’impresa Energeticambiente.

Dicevamo, nello scorso mese di luglio, è stata giudicata la gara dei rifiuti solidi urbani di Riardo alla società di Carlo Savoia che, quindi, in un feudo di Giovanni Zannini, batte la concorrenza di Campoli, imprenditore legatissimo al politico mondragonese, e della CZeta, che ha i problemi che ha. Un procedimento di gara che definire entusiasmante è dire poco, guardando le minime differenze di offerta economica, tutte tra il 3 e il 5% di ribasso, e i distacchi tra le prime tre in graduatoria, circa 4 punti, relativamente all’offerta tecnica.

Non possiamo di certo affermare che Savoia si sia messo a corrompere i dirigenti, gli amministratori del comune di Riardo, così come invece è accusato di aver fatto in altri 44 comuni italiani, resta però la non edificante immagine di una provincia dove spesso e volentieri a trionfare sono imprese guidate da soggetti che sono coinvolti inchieste, processi, o addirittura condannati per casi di corruzione di amministratori pubblici.

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