Alta tensione ai funerali della prof Ornella Pinto. La sorella respinge i fiori dei suoceri e strappa il biglietto
18 Marzo 2021 - 19:26
La donna è stata uccisa con 12 fendenti dal marito che…
REGIONALE – Erano cominciati con un momento di rabbia e di tensione, nella Cattedrale di Napoli, i funerali di Ornella Pinto, l’insegnante di sostegno al Liceo Artistico, uccisa nella notte tra il 12 ed il 13 marzo a coltellate dall’ ex marito che aveva lasciato da poco. Una sorella aveva respinto una corona ed un cuscino di fiori inviati dai suoceri, i genitori di Pinotto Iacomino, ed aveva strappato il biglietto, con frasi di circostanza, che li accompagnavano. Ma il dolore ha prevalso su rabbia e tensione durante e dopo la cerimonia funebre, celebrata dall’ Arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia. Poco piu’ di 150 le persone ammesse in chiesa, per il distanziamento imposto dalla normativa anti-Covid, i familiari stretti, gli amici della famiglia Pinto, e le colleghe di scuola, che hanno fatto in tempo ad entrare prima dell’ esaurimento dei posti disponibili.
Un centinaio di persone, altri colleghi di scuola, alunni, e residenti del Rione Sanita’, resta all’ esterno. In tanti, portano mazzi di fiori e li affidano ai poliziotti che presidiano l’ ingresso della Cattedrale. Quelli della famiglia Iacomino finiscono davanti ad una statua della Madonna. Per l’ex marito di Ornella Pinto, 43 anni, che gestisce un albergo ad Ercolano (Napoli) il Tribunale dei Minori ha disposto la revoca della patria potesta’.
Il figlio della coppia, di due anni, e’ stato affidato ad una sorella della vittima. Restano fuori, per volonta’ dei familiari ,anche giornalisti, fotografi ed operatori. C’ e’ risentimento nei loro confronti . Valeria, sorella maggiore di Ornella Pinto, al termine della cerimonia, lo esprime con calma, quasi supplichevole, ad una cronista che tenta di avvicinarla. “Per favore, non scrivete piu’ niente – dice- me lo deve promettere. Sono uscite tante cose false. Io non ho mai usato il termine belva per definire il marito”.
Altri particolari riportati da alcuni giornali hanno irritato i familiari. All’omelia, mons. Battaglia chiede alle istituzioni di sostenere i centri anti-violenza sulla donne e le case-rifugio, poi invita a pregare “affinche’ le donne siano piu’ amate e rispettate”. La bara esce portata a spalla da cinque donne dell’ associazione “Forti guerriere”, salutata da due applausi . I familiari si abbracciano con i conoscenti che hanno atteso all’ esterno. “E’ giusto ? -chiede Valeria ad una amica dalla quale cerca conforto – e’ giusto ? “No, ma c’e’ il giudizio di Dio” e’ la risposta. Il corteo funebre non si puo’ fare. Il carro funebre si allontana da solo.