ARRESTATI TONY COLOMBO E TINA RISPOLI. Per la DDA di Napoli hanno fatto affari con il clan di Lauro

17 Ottobre 2023 - 10:44

Blitz anticamorra all’alba a Napoli dove è stata smantellata un’associazione a delinquere nell’ambito di un’indagine che ha portato all’arresto di un totale di 27 persone. Tra loro risultano risultano i nomi del cantante neomelodico Tony Colombo, quello della moglie Tina Rispoli – già vedova del boss Gaetano Marino – e Vincenzo Di Lauro, figlio del capoclan Paolo Di Lauro. 

A darne risalto è anche la collega Marilena Natale. La giornalista aversana, giocando sul testo di “Ti aspetto all’altare“, brano di enorme successo del neomelodico, segnala una fotografia di Colombo e Rispoli con quello che Natale descrive come un “riciclatore del boss Michele Zagaria(CLICCA QUI PER VEDERLA).

Risultano tutti gravemente indiziati a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, violenza privata aggravata, associazione a delinquere finalizzata alle turbative d’asta aggravata agevolata, associazione a delinquere aggravata dall’aver agevolato un clan mafioso e dal carattere della transnazionalità finalizzata al contrabbando dei tabacchi lavorati esteri. Nell’indagine sono stati sequestrati anche beni per 8 milioni di euro.

Tra i destinatari delle misure cautelari emesse dal Gip di Napoli su richiesta dei pm Maurizio De Marco e Lucio Giugliano, figura anche

un autista che prestava servizio per la Direzione Distrettuale Antimafia, in passato sottoposto a una perquisizione. Per l’indagato il giudice ha disposto l’arresto in carcere.

Secondo gli inquirenti, Tony Colombo e Tina Rispoli avrebbero fatto affari con il clan di Secondigliano con una somma complessiva di 500mila euro che il sodalizio avrebbe reinvestito per l’acquisito dei materiali e dei macchinari necessari all’allestimento di una fabbrica di sigarette – sequestrata – dove, importando il tabacco grezzo dall’estero, avrebbero potuto confezionare direttamente i pacchetti di sigarette da rivendere nel territorio nazionale ovvero esportare all’estero (specialmente Bulgaria e Ucraina). Il sistema di distribuzione sul mercato campano era avviato attraverso una rete di grossisti che rifornivano, in conto vendita, i rivenditori al dettaglio e da cui, settimanalmente, venivano prelevate le somme di denaro relative al pagamento delle forniture.