ASL CASERTA. Nicola Cristiani highlander. Chiede di andare in pensione a 70 anni ma da 30 è in esonero sindacale totale

14 Maggio 2025 - 16:37

A quanto pare, ma il fatto non ci stupisce proprio conoscendo i personaggi, il direttore generale Amedeo Blasotti gli avrebbe anche detto di sì

CASERTA – Non abbiamo mai avuto la fortuna (o la sfortuna) di conoscere di persona Nicola Cristiani, comandante della Cisl sanità provinciale, al di là delle cariche che, all’interno di questo sindacato, non contano nulla. Tuttavia, probabilmente Nicola Cristiani è la persona di cui questo giornale si è occupato di più negli ultimi dieci anni, conoscendo i suoi connotati solo attraverso un paio di fotografie. Parenti assunti, figli, figliastri, nuore: Cristiani è stato l’emblema della nostra lotta liberale contro quella che Marco Pannella definiva la “sindacatocrazia”, ossia il tradimento della funzione costituzionale di chi dovrebbe rappresentare i lavoratori ma finisce per rappresentare soprattutto se stesso.

Fino a ora, l’unica cosa che mancava erano i dettagli riguardanti la sua vita professionale e la sua carriera. Siamo certi che in pochi conoscano un aspetto fondamentale: Nicola Cristiani, oggi 67 anni, è un dipendente dell’Asl di Caserta. Un infermiere, per la precisione, che da almeno 30 anni – ma potrebbero essere anche di più – è in distacco sindacale al 100%. In pratica, lui lavora da sindacalista e non indossa la divisa da infermiere da un’era geologica.

A 67 anni, la pensione è un diritto. Esiste però una deroga che consente di andare in pensione a 70 anni, ma ciò accade raramente. È consentito solo quando un dipendente rappresenta, all’interno della struttura in cui opera, un fattore imprescindibile per la produzione dei servizi, la cui rimozione deve avvenire gradualmente. È necessario che un capodipartimento o il direttore di una UOC (Unità Operativa Complessa) scrivano alla direzione sanitaria o generale dell’Asl, giustificando la necessità di una proroga.

In genere, chi ha lavorato tanto non vede l’ora di andare in pensione. Ma nel caso di Nicola Cristiani, il discorso è diverso: lui vuole rimanere fino a 70 anni. D’altronde, con quasi 50 anni di contributi, per lui non cambierebbe nulla, perché negli ultimi decenni ha trascorso la maggior parte del tempo in distacco sindacale, e continuerà a farlo nei prossimi tre anni. Cristiani, infatti, non ha mai lavorato in corsia e non intende farlo nemmeno in futuro.

La notizia che ci è giunta non ci sorprende affatto, conoscendo il personaggio. Cristiani ha ricevuto un clamoroso parere favorevole dal direttore generale dell’Asl, Amedeo Blasotti, anch’egli presente da decenni in quella struttura. Infatti, tra direzione amministrativa e direzione generale, Blasotti è ormai da circa 13 anni ben sistemato nell’Asl, che è diventata una sorta di succursale della città di Casoria, dove il politico PD Casillo ha il controllo, essendo lui dietro le nomine di Blasotti e di Ferdinando Russo (precedente direttore amministrativo).

Nicola Cristiani potrebbe dunque continuare a “lavorare” (per così dire) fino a 70 anni, pur non svolgendo alcuna funzione all’interno di un presidio ospedaliero o ambulatoriale dell’Asl di Caserta. Una domanda sorge spontanea: dove sarebbe la necessità di tenerlo nell’organico per altri tre anni, se non in un reparto o servizio sanitario? La verità è che Cristiani sta sottraendo un posto di lavoro a un giovane, stabilendo un record italiano per i contributi versati senza aver mai realmente svolto il lavoro per cui era stato assunto, grazie al suo esonero sindacale full-time.

Ma, in fondo, questa non è una novità. Si tratta solo di un ulteriore capitolo della sua lunga carriera, che non può sorprendere più di tanto. Non può sorprendere, infatti, che da uno che ha sistemato un numero impressionante di familiari all’interno dell’azienda di cui dovrebbe essere controparte – come prevede la Costituzione Italiana – non ci si possa aspettare un comportamento più lineare in merito alla gestione degli interessi personali.