ASL, MARIUOLI e “NUOVI MOSTRI”. L’accusa tremenda ad Antonio Stabile: “Si vende i malati psichiatrici, prendendo le mazzette dai privati convenzionati”

15 Maggio 2021 - 19:18

TRIC TRAC TANTO A PARTE. Un altro stralcio di grande significato e che riteniamo di avere il dovere di presentare esprimendo anche una nostra intepretazione sui motivi per cui un co.co.pro. comandasse più di un direttore. Poi una cosina l’abbiamo da comunicare anche alla signora Elena Brongo

 

AVERSA(g.g.) La solita conversazione surreale con il “formidabile” Carizzone che codifica una sua lingua personalissima, che “il povero” gip del tribunale di Aversa Maria Gabriella Iagulli prova ad interpretare. E se, qualche giorno fa, era saltato fuori l’ormai celeberrimo filoffio, ora è la volta di tric trac tanto a parte“, che evidentemente dopo una lettura filologica ed esegetica, il giudice interpreta come l’indicazione di una spartizione, in parti uguali, di danaro tangentizio.

Al di là delle performance linguistiche di Carizzone, lo stralcio di oggi è, in pratica, un atto di accusa chiarissimo, perentorio nei confronti di Antonio Stabile. Sia il direttore del Dipartimento, sia il suo interlocutore-faccendiere Francesco Della Ventura affermano cose gravissime su di lui. Dicono che si sta vendendo letteralmente i malati psichiatrici. Un vero e proprio commercio di carne umana con cui lo Stabile avrebbe speculato sulle sventure di questi diseredati.

Il modo con cui ciò avveniva è presto detto: lo spostamento dei malati psichiatrici dalle strutture pubbliche a quelle private convenzionate rappresentava un grande business per queste ultime. Per cui, secondo Carizzone e Della Ventura, il giovane Antonio Stabile si faceva pagare le tangenti.

Una di queste mazzette, così dicono i due nella conversazione intercettata e così interpretata testualmente dal gip Maria Gabriella Iagulli, sarebbe stata versata da Elena Brongo, caposala e coordinatrice della struttura di accoglienza per malati psichiatrici presso il Distretto di Sessa Aurunca. Ed è proprio il giudice a sintetizzare il concetto: Elena Brongo sarebbe stata dentro al business delle strutture private convenzionate e dunque avrebbe pagato mazzette ad Antonio Stabile affinchè questi spostasse letteralmente i pazienti psichiatrici come dei pacchi postali.

Attenzione, Elena Brongo non è tra gli indagati. Sono Carizzone e Della Ventura, non certo due stinchi di santo, a far riferimento a questa situazione, ma è anche un giudice di un tribunale della Repubblica Italiana a scrivere direttamente che la coordinatrice infermieristica fosse impegolata anche negli affari delle strutture private convenzionate.

Questo giusto per dire alla signora Brongo che è totalmente inutile che si agiti, così come ha fatto nei giorni scorsi, dopo l’uscita del primo articolo che la riguardava. Noi scriviamo quello che leggiamo in un atto prodotto dalla Repubblica Italiana. Questo non vuol dire che si tratti di oro colato. Però l’unica possibilità esistente per confutare questi contenuti consiste nel mettersi dietro ad un computer, su una tastiera e scrivere una nota con la quale, rispondendo possibilmente nel merito a ciò che affermavano il direttore del Dipartimento Luigi Carizzone e Francesco Della Ventura, ma anche a ciò che affermano un pubblico ministero ed un gip del tribunale di Aversa, vada ad esprimere la propria ricostruzione dei fatti. Dentro CasertaCe, riceverebbe, com’è giusto, serio, democratico, liberale che sia, lo stesso spazio che diamo ai contenuti dell’ordinanza.

Un ultimo passaggio: nelle parole di chi viene intercettato è continuamente sottolineato il fatto che Antonio Stabile fosse solo un co.co.pro. Il Della Ventura, forse per provocare un pò, insiste su questo aspetto, chiedendo a se stesso, ma in realtà chiedendolo a Carizzone, come potesse succedere che un co.co.pro. avesse il potere di disporre addirittura lo spostamento dei pazienti dalle strutture pubbliche a quelle private convenzionate. La difficoltà di Carizzone è evidente nel momento in cui si rifugia in una spiegazione discutibilissima: Antonio Stabile sarebbe solo un millantatore che riesce, andando in giro a dire che a parlare col direttore ci pensa poi lui, ad ottenere il credito che gli consente di realizzare le sue turpi pratiche.

In verità, senza l’imprimatur di Carizzone, lo Stabile non avrebbe potuto fare proprio nulla. Ora, l’unica cosa che non possiamo stabilire, è se Carizzone fosse attore protagonista, insieme ad Antonio Stabile, di questa impresa scellerata. In altri termini, non possiamo stabilire se fosse stato Carizzone a costruire il rapporto anomalo con Stabile, in modo da muoverlo nello scacchiere delle strutture psichiatriche, governando il traffico dei malati, o se, al contrario, tutto ciò, cioè l’incredibile e unico nel suo genere, caso di un co.co.pro, che agisce con i poteri di un dirigente di massimo grado, fosse legato agli equilibri tipici delle cose della sanità di Aversa, come riteniamo che sia, secondo il nostro punto di vista.

Antonio Stabile è il figlio di un potentissimo, cioè del più volte citato sindacalista, Salvatore Stabile, di cui noi ci occupiamo da 10 anni, come dominus del sindacato Fials, sistematicamente utilizzato per sedersi al cospetto dell’azienda, con il chiaro obiettivo di inserirsi in tutto e per tutto nelle spartizioni.

Perchè la dovremmo pur finire, una volta e per tutte, con questa semplice pubblicazione assertiva di frasi pronunciate da persone, le quali si stupiscono e rimangono a bocca aperta, ma in realtà fanno solo finta, constatando che un co.co.pro. comanda nell’Asl di Caserta come e più di un direttore di Dipartimento.

La dobbiamo finire e dobbiamo dirla tutta: questo qua non era un co.co.pro. qualsiasi; questo era ed è il figlio di Salvatore Stabile.

Speriamo di esserci spiegati.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA