Attività di prevenzione degli incendi boschivi. Controlli nelle zone collinari e sequestro di 15 chili di asparagi selvatici

4 Maggio 2020 - 17:22

il cui ricaccio, è proprio favorito dal passaggio delle fiamme

CASERTA – I Reparti dei Carabinieri Forestali operanti nella provincia di Caserta stanno svolgendo in
questo periodo delle campagne di controlli finalizzate alla prevenzione degli incendi
boschivi.
Risulta molto sentita in provincia di Caserta la problematica degli incendi boschivi che si
verificano ogni estate per effetto del clima tipicamente mediterraneo con ondate di caldo e
lunghi periodi siccitosi. Infatti, ogni anno rientra tra le 10 province d’Italia più colpite sia in
termini di numero di eventi che di superfici percorse dalle fiamme. Mediamente si
verificano ogni anno oltre 100 eventi con una superficie boscata percorsa dalle fiamme
superiore ai 1100 ettari.
Sono principalmente interessati i rilievi collinari e montani esposti a sud-ovest che
risentono dell’azione delle brezze marine che determinano sia la perdita di umidità nelle
essenze vegetali, causandone lo stato seccagginoso, nonché favoriscono la rapida
propagazione delle fiamme in caso di incendio.
Non essendoci nella nostra provincia condizioni climatiche estreme tali da poter indurre dei
fenomeni di autocombustione è possibile affermare con certezza che gli incendi boschivi
avvengono esclusivamente per mano dell’uomo. Solo raramente (si stima intorno al 2%)
che essi siano provocati per cause naturali o accidentali (quali ad esempio la caduta di un
fulmine o da un arco voltaico causato da un elettrodotto, etc.).
Per quanto attiene le cause connesse agli incendi provocati dall’uomo si stima che il 60% di
essi sia di origine dolosa:
– ricerca di un vantaggio economico;
– risentimento per l’istituzione di aree protette, ritorsione, vendetta, dispetti tra vicini,
malcontento sociale;
– piromania (turbe psicologica che si manifesta nelle persone disturbate che godono o
provano piacere nel vedere la propagazione delle fiamme).
Il conseguimento di un profitto è quindi la principale causa degli incendi boschivi.
In particolare se il profitto conseguito è di tipo economico l’incendio per nomenclatura è da
attribuire ad un “incendiario” mentre se è connesso a benefici psicologici-emotivi esso è da
ascrivere ad un “piromane”.
Una rilevante percentuale degli incendi boschivi di natura dolosa sono connessi alle attività
agro-silvo-pastorali, ovvero si incendia per rinnovare i pascoli da far brucare ai capi di
bestiame o per ampliare le superfici pascolive sottraendole al bosco.
Altra fonte di reddito illegale connessa agli incendi boschivi è la commercializzazione degli
asparagi selvatici di montagna in quanto il passaggio delle fiamme consente maggiori
raccolti.

In alcune zone gli incendi boschivi sono legati al mondo del bracconaggio per stanare la
selvaggina con le fiamme al fine di poterla abbattere oppure per far spostare la selvaggina
da un’area protetta in una zona limitrofa laddove la caccia è consentita.
L’individuazione dei responsabili degli incendi boschivi dolosi è molto difficoltosa perché
appiccati in zone isolate, per lo più su proprietà Comunali, o su territori boscati
abbandonati, dove non ci sono telecamere di videosorveglianza e né testimoni in grado di
fornire utili informazioni agli investigatori.
Fondamentale risulta, pertanto, quindi l’azione di prevenzione che viene posta in essere in
questo periodo dai Carabinieri Forestale mediante l’adozione di provvedimenti sanzionatori
per le condotte vietate sulle aree percorse dagli incendi: il pascolo e la raccolta dei prodotti
del sottobosco (asparagi selvatici di montagna), nonché le condotte irregolari nella gestione
delle utilizzazioni boschive quali il mancato sgombero del frascame che potrebbero favorire
la propagazione e l’intensità delle fiamme in caso di incendio.
In particolare si è conclusa in questi giorni una campagna di controlli sulla
commercializzazione del prodotto “asparago selvatico di montagna” che è costituito dal
giovane getto della pianta sempreverde cespugliosa perenne “Asparago pungente
(Asparagus acutifolius)”, facente parte della macchia mediterranea, che, se non raccolto, si
trasforma in un nuovo fusto, il cui ricaccio è proprio favorito dal passaggio delle fiamme.
Campagna di controlli che ha permesso di accertare tre condotte vietate presso altrettanti
venditori in comune di Castel Morrone e di Capua che esponevano in vendita asparagi
selvatici di montagna privi di alcuna indicazione e/o documentazione utile per risalire alla
provenienza/rintracciabilità degli stessi.
Tutti gli asparagi commercializzati, per un peso totale di 15 kg, sono stati posti in sequestro
amministrativo e ai rivenditori sono state irrogate le previste sanzioni amministrative
computate in misura ridotta in €. 1500,00 cadauna.