AVERSA. 27 milioni di euro di canoni idrici non riscossi. Tra i debitori anche il condominio dell’assessora al bilancio Francesca Sagliocco che avrebbe il dovere di confutare il nostro rilievo sull’incompatibilità

28 Ottobre 2021 - 18:42

Già nei mesi scorsi avevamo chiesto alla titolare della delega contabile di spiegare per quale motivo la sua funzione di condomino, chiamato in causa da un decreto ingiuntivo del Comune, è, a suo avviso, compatibile con quella di assessore, contitolare dell’azione giudiziaria del decreto ingiuntivo che in pratica spedisce a se stessa

 

AVERSA – (g.g.) Calmi, tranquilli e sereni. Riteniamo che CasertaCe, che nella città normanna potremmo chiamare tranquillamente AversaCe, abbia dato prova negli anni di essere un giornale sui generis. Per essere, infatti, sui generis, in questo territorio, basta essere un giornale che persegue, come suo unico obiettivo, quello di introitare interesse attraverso i contenuti della propria attività. In pratica, un giornale normale.

Il resto non ci interessa. Non ci serve nulla. Né sostegni, né aiuti, né strizzate di occhiolino. CasertaCe o AversaCe che dir si voglia, fa partito a sé e decide autonomamente quali battaglie sposare, quali politici criticare o elogiare, attuando questa attività di discrimine, sempre e comunque ad elementi effettuali. Perché noi, da tempo, abbiamo smesso di credere che un partito politico, un sindacato o un qualsiasi altro ente di erogazione democratica possa essere migliore o peggiore degli altri.

Crediamo invece che ci siano fatti, situazioni che si sviluppano attraverso le azioni di uomini e di donne e che vanno prima esaminati con coscienza e intransigente spirito analitico, poi eventualmente valutati, commentati per quello che sono e non certo per il tipo di vestito indossato dai protagonisti in carne ed ossa che si avvicendano caso per caso.

Ci siamo con la premessa? Se ci siamo, va bene ci fa piacere. Se non ci siamo fa lo stesso. Per quanto riguarda Aversa, noi di CasertaCe, a partire dal direttore “me medesimo” non conosciamo, né minimamente ci interessa colmare questa lacuna, il sindaco Alfonso Golia. Non lo conosciamo come tale, cioè nella sua carne e nelle sue ossa. Ma lo conosciamo come espressione istituzionale attraverso gli atti amministrativi di potestà, da lui direttamente erogati o anche indirettamente profusi con lo strumento della delibera di giunta oppure della delibera di consiglio comunale, votata dalla sua maggioranza. Insomma, lo conosciamo per quello che serve realmente conoscerlo, proiettando il nostro lavoro all’obiettivo di informare i nostri lettori e non a quello di ingaggiare contenziosi emotivi con Golia o chicchessia.

E lo stesso discorso vale per ognuno dei suoi assessori. Non conosciamo nessuno. Nella nostra vita abbiamo, purtroppo, incrociato solo i passi di Luciano Sagliocco, padre dell’attuale assessore Francesco Sagliocco, in effetti non è che questa conoscenza abbia mai riguardato seriamente questioni di tipo politico inerenti alle cose di cui si occupa CasertaCe. Luciano Sagliocco stava lì, con funzioni, diciamo così complementari, accessorie, ausiliarie quando il sottoscritto si intratteneva a lungo e piacevolmente con il fratello Giuseppe Sagliocco, quando questi era sindaco di Aversa, dopo essere stato consigliere regionale e consigliere provinciale.

Ma Francesco Sagliocco, mai incrociato neppure di striscio. Quindi tra tutti i componenti dell’attuale giunta di Aversa non abbiamo, dunque, mai parlato direttamente o indirettamente con alcuno. Al contrario, da qualche tempo abbiamo cominciato ad esaminare con grande attenzione l’espressione, le manifestazioni istituzionali, ordinatorie, deliberative, dei depositari del potere esecutivo della città normanna.

Nel momento in cui l’abbiamo fatto, riteniamo di aver anche acquisito il diritto di esporre il nostro pensiero. Un diritto che non ci deriva da un’infusione dello spirito santo, bensì dall’applicazione, dalla fatica che ogni giorno sviluppiamo per argomentare i nostri punti di vista, i quali, sono sicuramente opinabili ma che non possono mai e poi mai essere liquidati con atteggiamenti irrispettosi nei confronti di metodo di lavoro serio, ineccepibile che se fosse traslato ad esempio nella giunta, nelle commissioni, nella stanza del sindaco, garantirebbe ad Aversa una qualità della vita e soprattutto delle prospettive decisamente migliori rispetto al grigiore dell’inazione, che spesso sfiora la disperazione che connota l’attuale momento della città e dei processi della potestà istituzionale.

Da queste colonne, qualche mese fa, facemmo cenno ad una questione che a nostro avviso poneva dei dubbi sulla compatibilità tra la carica di assessore ricoperta dalla dottoressa Francesca Sagliocco (non Francesco Sagliocco, quello è un altro) e il suo status di condomino in una struttura in pesante contenzioso giudiziario con il Comune.

Il dubbio riguardava il fatto, perché di fatto si trattava e forse si tratta ancora, relativo al contenzioso apertosi tra il comune di Aversa e il condominio Interfin Spa-Villette, che fa parte del gruppone, dei debitori che negli anni hanno creato una condizione incredibile, sintetizzata nella cifra mostruosa di 27 milioni 549mila 811 euro e 87 centesimi.

A tanto ammontava il debito per il mancato pagamento dei canoni idrici, al febbraio 2020. Interfin Spa-Villette faceva parte e riteniamo faccia ancora parte, di un elenco di ben 4.416 soggetti, tra società cooperative e di capitale, con l’aggiunta di un numero molto robusto di persone fisiche, di privati cittadini con codice fiscale esposto, tutti insieme individuati dal comune di Aversa, quali debitori lungo datati.

La citata assessora al bilancio Francesca Sagliocco risiede proprio in una delle villette, organizzate sotto l’egida del condominio Interfin spa, legale rappresentante Carlo Napolano. A febbraio 2020, cioè nel periodo in cui il comune ha cristallizzato la visura della situazione debitoria di ognuno dei 4.416 soggetti di cui possediamo l’elenco completo, che però non pubblichiamo per ovvie ragioni di privacy, Interfin spa risultava moroso per una somma di 103mila 698 euro e 98 centesimi.

Ora, noi non sappiamo se l’assessora Francesca Sagliocco sia o meno proprietaria della casa in cui abita o se  è comproprietaria insieme ad un suo ex congiunto. Fatto sta che è sicuramente la titolare del rapporto di obbligazione esistente tra chi è intestatario di una utenza idrica e il comune di Aversa. Siccome noi non stiamo parlando di un debito tributario che sviluppa una procedura esecutiva che coinvolge ad un certo punto, l’Agenzia delle Entrate, ma stiamo, invece, parlando del canone relativo ad un bene primario e assolutamente intoccabile qual è l’acqua, il procedimento legato all’azione di recupero attuata da un comune rispetto a quello che ritiene un debito non estinto, è sottoposto alla procedura del diritto civile e dunque passa attraverso lo stadio della notifica dei decreti ingiuntivi che poi incanalano il contenzioso verso gli uffici dei giudici del tribunale civile che non a caso già si sono occupati di questo contenzioso nel momento in cui hanno sentenziato a favore del ricorso presentato dal legale rappresentante del condominio Menale che contestava, per diverse ragioni legate soprattutto alla regolarità dei contatori, fatture per un importo di 12mila euro.

Se tra il comune e il condominio Interfin Spa è aperto, anzi è incardinato un contenzioso presso il tribunale civile di Aversa-Napoli Nord, perché riteniamo che il decreto ingiuntivo sia stato inviato esattamente come è successo per gli altri debitore, anche all’amministratore di Interfim spa Carlo Napolano.

Se l’assessora Francesca Sagliocco è indubbiamente quota parte, quota frazionale di un condominio e dunque anche di tutti i rapporti giuridici che questo condominio ha, visto che l’amministratore non è una entità aliena, ma un’espressione di rappresentanza frutto di decisioni volontarie assunte dai condomini, allora come fa a conciliare la propria funzione di titolare della delega al bilancio e alla finanze, dunque di “attore in nome e per conto”, anche qui in quota parte, dell’azione giudiziaria attivata dal Comune attraverso il decreto ingiuntivo, con quello di condomino, destinatario della stessa, con la conseguenza che la signora Francesca Sagliocco, in quanto persona fisica, in quanto condomina,  è destinata ad assumere automaticamente la veste di convenuto in un procedimento civile ad epilogo del quale si dovrà poi decidere se il Comune abbia o meno ragione?

Vedete, noi non abbiamo, per il momento, posto la questione dell’incompatibilità in termini di diritto. Non perché non ce ne sia la possibilità, ma perché speriamo sempre che l’assessora Francesca Sagliocco possa replicare nel merito a questi nostri dubbi, a questi nostri rilievi, evitando quella pratica molto in voga, attuata peraltro regolarmente con altri organi di informazione, della “imbasciata”, della richiesta di una conversazione privata per chiarire.

Siccome non ci conosciamo e riteniamo sia utile se non doveroso che questo non avvenga con l’assessora Sagliocco e con tutti gli altri componenti dell’amministrazione comunale, la questione va affrontata e risolta con trasparenza sul terreno della manifestazione pubblica del proprio pensiero, delle proprie idee.

Noi apprezziamo chi si misura con le nostre tesi e siamo sempre pronti a riconoscere di esserci sbagliati totalmente o parzialmente rispetto ad una o a più di una di queste. Ciò avverrà, però, se a sforzi notevolissimi, come quello che si condensa nella complessità di questo articolo, si contrapporranno sforzi ugualmente rilevanti, ugualmente volenterosi per spiegare e per attuare un processo di confutazione, tesi contro tesi.

Sarà in grado l’assessora Francesca Sagliocco di accettare questo tipo di dialettica, che parte dal presupposto che ognuno debba fare la sua parte senza mai contaminare con rapporti di tipo personale, confidenziale la serenità e la terzietà di un giornale serio a cui della vita vissuta dalla signora Francesca Sagliocco non frega nulla, come del resto nulla riteniamo freghi alla dottoressa della nostra? D’altronde, questa è l’unica strada, l’unica per aprire un canale di dialogo con CasertaCe o AversaCe, che dir si voglia.