AVERSA ALLE ELEZIONI. Dopo aver demolito Alfonso Golia, la coppia Zannini-Graziano vuole Francesco Matacena come nuovo “uomo di paglia”. Ma De Cristofaro e Forza Italia che fanno ora, l’accordo col Pd?

3 Aprile 2024 - 20:14

Perché, piaccia o no, mentre Zannini ha cloroformizzato in tanti con questa storia dei moderati, quando è in realtà l’uomo più vicino a De Luca, l’uomo che è stato presente col governatore nella manifestazione contro il governo Meloni-Tajani-Salvini, Graziano grazie a Francesco Boccia ha riconquistato una posizione di evidenza nel Pd, di cui è deputato e componente di diverse commissioni parlamentari

AVERSA (G.G.) – Si continua a girare attorno alla questione dei rapporti tra Giovanni Zannini e Stefano Graziano senza parlarne con cognizione di causa. Questi due sono molto simili. Magari Graziano è più salottiero, in grado di esprimere una eleganza affettata, non certo reale, ma il cervello che hanno rispetto a quelle che sono le azioni da compiere è lo stesso.
Hanno la medesima concezione della politica. La pensano allo stesso modo sui motivi per cui fanno politica e non sono assaliti da alcun dubbio, ma percorsi solo da certezze su quello a cui la politica (gli) serve.
Il loro sodalizio di questi anni si è retto su questo comune sentire. Se ad Aversa andassero con due candidati sindaco diversi, sarebbe solo frutto di un calcolo reciproco su una reciproca convenienza che convergerebbe poi, magari in un ballottaggio, in un’alleanza di potere.
Siccome

Aversa è stata nelle loro mani negli ultimi anni, hanno potuto sperimentare la bontà della scelta di un sindaco debole, al limite dell’impalpabilità e dell’inconsapevolezza del proprio essere.


Dunque, questo giornale non ha mai creduto sin dal primo momento che Zannini e Graziano non tenteranno di ripetere l’esperienza di Alfonso Golia, proponendo ovviamente un candidato sindaco non distrutto nella sua immagine, come sarebbe per Golia, ma che abbia tutti i crismi caratteriali funzionali alla sua controllabilità.


Un sindaco che si crede regnante, che si gonfia dell’orgoglio della vanità, ma che non incida sui grandi interessi, a guardia dei quali Graziano e Zannini confermerebbero da un lato Marco Villano, dall’altro lato Giovanni Innocenti con qualche ausilio, seppur meno strategico da parte di Francesco Sagliocco e di suo padre Luciano.
E allora, uno come Matacena rappresenta proprio l’uomo giusto.
Matacena è presidente dell’Ordine dei Commercialisti del distretto di Aversa-Napoli Nord perché esiste un gruppo, imperniato tra gli altri su Corbello, che lo ha messo lì.
Se domani venissero meno qeusti appoggi, Matacena non sarebbe in grado da solo di mantenere la poltrona che occupa da qualche anno.
A cosa pensa Matacena in prevalenza durante la propria giornata? Ad alimentare conferme sulle sue qualità umane e professionali, di cui è autoreferenzialmente certo.
Ma è uno che si specchia nella propria vanità, che

rasenta spesso la vanagloria: io sono il più bello del reame per cui sono presidente dell’Ordine dei Commercialisti.
E ora dice: io sono “il più bellissimo” del reame, per cui non posso che essere io il nuovo sindaco di Aversa.
Da che mondo è mondo, questi pensieri assorbono molte più energie di quanto non si possa lontanamente pensare. Questa pratica quotidiana da matrigna di Biancaneve spesso crea scompigli psicologici, perché lo specchio, come insegna la celeberrima favola, è molto dispettoso.


Mentre Matacena sarà impegnato a fare queste cose, proponendo la sua vanagloria al cospetto della città, così come l’ha posta al cospetto dell’Ordine dei Commercialisti, i marpionazzi continueranno a fare quello che hanno fatto negli ultimi cinque anni.
Villano ad alimentare la più pesante speculazione edilizia che abbia mai colpito Aversa nell’ultimo secolo, Giovanni Innocenti tutto quello che c’è da fare nelle scuole e nella somma di tanti microinteressi, che per totale fanno un macrointeresse, con Sagliocco a scovare altri cugini di secondo e terzo grado, nipoti e pronipoti da proporre allo Zannini per battere il record delle assunzioni in una sola famiglia, quand’anche allargata, con iscrizione nel Guinnes dei primati.


Se fossero stati coerenti e consapevoli della qualità dell’azione amministrativa negli ultimi due o tre anni, Zannini e Graziano avrebbero dovuto candidare a sindaco Giovanni Innocenti o Marco Villano. Invece cercano uno che gli faccia da scudo, magari occupando volume a colpi di immissione di elio, cioè il gas con cui si gonfiano i palloni, in modo da nascondere le grandi nefandezze che questo gruppo di potere ha compiuto insieme e ha intenzione di compiere.
Ma allora ci chiediamo, se Matacena diventa il candidato anche del Pd di Graziano, uno come Orlando De Cristofaro che nutre obiettivi legittimi, soprattutto legati alle prossime elezioni regionali, quale spazio ritiene di poter avere nel momento in cui si va a saldare questo accordo di potere che si materializzerebbe in un grande corpaccione che lascerebbe solo briciole?

E gli stessi Sagliocco non si illudessero. Loro più di quattro posti di lavoro sgraffignati qua e là non potranno mai avere e nessuna ambizione di svolgere un ruolo politico dirimente potranno coronare.
Poi c’è la questione Forza Italia. Zannini avrà promesso questo posto nel cda di Gisec ad una trentina di persone. Ormai è diventato celebre il modo con cui apre le riunioni ad Aversa: Sappiate bene – dice – che qui i posti non sono solo quelli delle 7 poltrone di assessore, ma almeno 9, perché bisogna aggiungerne uno nel cda di Gisec e un altro nel comitato direttivo dell’Asi.

Gianpaolo Dello Vicario, che aspetta questa nomina da almeno cinque anni, neanche si trattasse di una poltrona di ministro, potrà spingere Forza Italia in funzione dell’accordo interconsociativo, trasversale, stretto da Zannini e Martusciello per le europee, fino al punto da allegare il simbolo di Forza Italia a quello del Pd o a quello di una lista civica di sinistra connessa a Graziano, deputato del Pd e dell’opposizione al governo Meloni-Tajani-Salvini?
Oddio, abbiamo visto di tutto nell’ultimo anno e non ci stupiremmo neanche di questo. Ma a Roma qualcuno deve dire a Tajani che il suo pupillo campano, dopo essersi fittato i voti di De Luca e Zannini ora si allea finanche col Pd pur di favorire il mondragonese e far perdere il centrodestra? Mah.