AVERSA. Blitz della Guardia di Finanza in comune. La Corte dei conti, dopo l’esposto di Carpentiero, ha interrogato la dirigente Accardo e la Sagliocco

6 Novembre 2020 - 21:52

L’ex assessore, che aveva segnalato diverse problematiche ai giudici quando fu clamorosamente revocato in pieno lockdown dal sindaco Golia, è stato a sua volta sentito oggi a Napoli. Acquisita una voluminosa documentazione

AVERSA (g.g.) – La lettera spedita a suo tempo dall’allora assessore al Bilancio e alle Finanze, Nico Carpentiero, anche alla Corte dei conti è stata considerata molto seriamente dai magistrati che controllano la spesa pubblica e la tenuta dei bilanci degli enti dello Stato o da esso derivati, tra cui i comuni. Se n’è accorta l’attuale assessora al Bilancio, Francesca Sagliocco, nominata dal sindaco Alfonso Golia dopo la clamorosa revoca firmata dal primo cittadino, che ad aprile scorso mise letteralmente alla porta Carpentiero, il quale scrisse una circostanziata lettera in cui denunciava le presunte malefatte del comune normanno nella tenuta dei conti. E se n’è accorta anche la dirigente alle Finanze Gemma Accardo, sulla quale l’ex assessore non risparmio stilettate e critiche nella citata lettera.

L’altra mattina, infatti, gli uomini della Guardia di finanza, in funzione della polizia giudiziaria, sono saliti al comune di Aversa e dopo aver ascoltato a lungo le citate Sagliocco e Accardo, hanno acquisito tutti i documenti, soprattutto quelli relativi alla vicenda che avrebbe fatto deflagrare il rapporto tra sindaco e Carpentiero, cioè quelle attività poste in essere da quest’ultimo per recuperare i canoni idrici, per un valore di

20 milioni di euro.

Stamattina, poi, è stato lo stesso Nico Carpentiero ad essere ascoltato dai finanzieri, stavolta direttamente nella sede regionale di Napoli della Procura presso la Corte dei conti regionale. E’ chiaro che la Finanza stia indagando per rilasciare un’informativa ai Pm della contabilità affinché venga stabilito se ci siano le condizioni per chiedere un rinvio a giudizio, che poi nella procedura della Corte economica si chiama invito a dedurre, da parte degli attuali e/o dei precedenti amministratori comunali. Attenzione, rileggendo quella lettera scritta da aprile, noi di CasertaCe, che veniamo sicuramente dal morto, cioè dalla cruenta quanto inutile battaglie contro le malefatte nel comune capoluogo, giunto al secondo dissesto, abbiamo espresso un moto tipo: “azz, hai capito il comune di Aversa!“, nel momento in cui abbiamo letto che il bilancio cittadino si regge su 94 milioni di euro di residui attivi. Del denaro che, essendo considerato dal comune ancora pienamente esigibili, viene inserito nell’Attivo di bilancio. Il buon Carpentiero aggiunge che 50 di questi 90 milioni, ampiamente più della metà, riguardano crediti risalenti a prima del 2014.

Qui sarebbe opportuno aprire un discorso serio sulle normative vigenti che hanno, negli ultimi anni, reso un po’ più seria la possibilità di inserire nei bilanci comunali robaccia incommestibile e, sostanzialmente, inesigibile come questa. Noi di CasertaCe li chiamiamo Bilanci Tossici, oppure Farlocchi.

Molto interessante, torneremo ad occuparcene.

 

LA LETTERA DELL’EX ASSESSORE CARPENTIERO DEL 23 APRILE 2020

 

Al termine della breve ma intensa esperienza di assessore comunale al Bilancio, come mi ero impegnato a fare, mi preme far conoscere alla città, con cui ho contratto un debito di trasparenza, gli atti del mio operato e la serie di criticità emerse, senza voler dar seguito a polemiche (una serie di botta e risposta dopo la defenestrazione dell’assessore Carpentiero, ndr) che mi hanno riguardato e per le quali mi sono rivolto alle competenti autorità.

I fatti:

  • Si è portato a termine lo svincolo di oltre 1 milione e 300mila euro, somma bloccata (pignorata) da anni e perciò inutilizzabile dall’Ente. L’effetto positivo è stato, tra l’altro, di impedire il ricorso a ulteriori debiti mediante prestiti bancari, perché indebitarsi significa pagare interessi.
  • Sono state ottenute migliori condizioni dei mutui già concessi all’Ente arrivando al tasso zero.
  • È stata formalmente segnalata l’esistenza di due mutui per i quali il Comune paga inutilmente da oltre quindici anni, rate e interessi, senza aver mai realizzato le opere per le quali gli stessi erano stati contratti.
  • È stata avviata un’attività di verifica sulle dispersioni della rete idrica in sinergia con alcuni consiglieri della commissione Bilancio e con professionisti della società civile.
  • È stata avviata un’attività di recupero dei crediti per canoni idrici per 20 milioni di euro, impedendo la prescrizione e, dunque, la perdita di denaro pubblico.
  • È stata avviata un’attività di riscossione concordata dei canoni idrici in sinergia con gli amministratori di condominio.

Quanto alle attività necessarie per l’approvazione del Bilancio, mi limito a segnalare tre questioni di grande rilevanza.

Primo. L’equilibrio finanziario dell’Ente è assicurato da oltre 94 milioni di “residui attivi” cioè crediti ancora da riscuotere. Una parte rilevante di essi, 50 milioni di euro, è rappresentata da crediti risalenti a oltre il 2014, sui quali è lecito avere più di un dubbio circa il loro effettivo incasso. Per questo motivo, con lettere protocollate, ho invitato i dirigenti a procedere ad una formale e accurata “ricognizione” dei residui, come previsto dalla legge. È del tutto evidente che senza una rigorosa radiografia dei crediti e dei debiti si rischia di approvare un rendiconto che non rappresenti la reale situazione finanziaria dell’Ente.

Secondo. Il Comune ha un contenzioso civile in corso del valore di oltre 15 milioni di euro. Con l’ufficio legale abbiamo svolto un lavoro meticoloso di analisi delle singole cause, verificando che per moltissime di queste vi è un’elevata probabilità di essere soccombenti. La legge prevede che, in questi casi, occorra accantonare nel Bilancio di previsione il 51% dell’importo del contenzioso oltre alle spese legali. Dagli atti formali, emerge che il Comune di Aversa dovrebbe accantonare nel Bilancio di previsione 2020, per contenzioso e spese legali, oltre 5 milioni di euro, dato che, per inerzia amministrativa, nulla è stato mai accantonato a tale scopo negli anni precedenti.

Terzo. Esiste una massa di debiti derivanti da:

  • 221 contenziosi dal valore imprecisato per giudizi già conclusi;
  • pignoramenti per contenziosi in essere per circa 1 milione di euro;
  • un contenzioso nei confronti della Provincia di Caserta per Tarsu di oltre 3 milioni di euro non contabilizzato in bilancio.

Sono tutti debiti fuori Bilancio in attesa di “riconoscimento” da parte del Consiglio comunale, che richiedono adeguati stanziamenti nel Bilancio di previsione. Al cospetto di questi rilievi evidenziati con atti formali si era in attesa di ricevere dall’Area finanziaria, su cui grava l’onere di predisporre lo schema di Bilancio preventivo, un documento di sintesi che li recepisse. Come è noto tale attesa è stata bruscamente interrotta.

Ritengo di aver saldato il mio “debito di verità“, a cui mi sentivo moralmente obbligato in virtù dell’impegno assunto, concludendo in siffatto modo la mia esperienza politica (l’ex assessore, quindi, annuncia il suo definitivo abbandono della politica attiva, ndr).