AVERSA. Ehhh Ehhh, i Sagliocco e la Turco aprono la bancarella del torrone: lavori nei bagni del cimitero senza affidamento. Serpico cerca di rimediare, ma peggiora la situazione

31 Maggio 2021 - 12:49

Dopo la questione dei tre locali Burger House, Intillo drink e Food e Sprizteria di Piazza Cirillo, ecco un’altra storia che al di là del valore materiale dei quattrini di cui si parla, è ancora una volta sintomatica di quanto può diventare pericolosissima la congiunzione tra sesquipedale ignoranza amministrativa e voracità rozzo-clientelare. In calce all’articolo, la copia integrale della determina firmata venerdì scorso dal dirigente Raffaele Serpico

 

AVERSA(g.g.) L’articolo “long run” l’abbiamo già scritto qualche giorno fa (CLIKKA QUI PER LEGGERE

), per cui non è necessario sviluppare altri concetti sul nostro punto di vista relativo a tutto quello che c’è, in prima battuta, dentro, poi dietro all’operazione che ha portato al ribaltone che oggi fa sopravvivere il sindaco Alfonso Golia, grazie anche al supporto del trio formato da Luciano Sagliocco, dal figlio Francesco e da Federica Turco, il quale fa oggi esattamente quello che denunciava, con parole di sdegno e riprovazione, allorquando, grazie al concorso di quello stesso Giovanni Innocenti, che oggi invece “li mantiene” da massima autorità ribaltonista qual è diventata come autentico specialista del settore, furono epurati dalla giunta dell’allora sindaco Domenico De Cristofaro detto Enrico. Come avete notato, sia nel precedente articolo che in queste prime righe, ci siamo ben guardati dall’associare l’attuale esperienza politica (si fa per dire) dei due Sagliocco e della Turco, alla breve ma intensa vita del movimento civico Noi
Aversani
, fondato a suo tempo dal compianto Giuseppe Sagliocco, fratello di Luciano.

Anche in questo caso, riteniamo di non dover spendere alcuna argomentazione ulteriore per dimostrare quanto siano lontani, anzi del tutto estranei alla ragion d’essere di quella iniziativa, gli atti e le opere del trio appena citato. Solamente una goccia di memoria sotto forma di quesito retorico, sparsa all’interno della rete digitale: uno come Peppino Sagliocco che conosceva indubbiamente i metodi e anche le ragioni della politica politicante ma che si faceva letteralmente il mazzo, questo lo possiamo testimoniare direttamente, avendo trascorso tante ore con lui in tali frangenti, nello studio, nella necessità continuamente avvertita di documentarsi rispetto a materie complesse, quali ad esempio la sanità e l’agricoltura, rispetto i fatti e rispetto ai contenuti delle norme e delle procedure amministrative, avrebbe mai fatto un’alleanza con Giovanni Zannini, che, per carità, ognuno fa la politica (?) come meglio ritiene opportuno, ma agli occhi di testimoni oculari di quel tempo e di questo tempo, come siamo noi, costituisce esatta antitesi di un possibile interlocutore di Peppino Sagliocco?

No, non l’avrebbe fatto. Il trio, invece, l’ha fatto e si è completamente posto al servizio di Zannini come dimostrano le ormai abituali presenze della Federica Turco nei pressi e dentro l’ufficio del medesimo, in uno dei piani del grattacielo del consiglio regionale. E d’altronde, Luciano Sagliocco, nella famosa sortita nella nostra redazione, disse chiaro e tondo, prima di essere messo alla porta con modalità vigorose dal sottoscritto e mentre ipotizzava minacciosi scenari su un Guarino che attaccava in quanto la Turco non “gliel’aveva data”, che quello lì ormai sta al camposanto e ora ci sono io. Questa frase la pronunciò davanti a me e ad altri tre testimoni. E infatti, il dato di discontinuità rispetto al fratello è stato sublimato dalle elezioni regionali in poi.

E quando vediamo Francesco Sagliocco all’opera (ari-si fa per dire) in queste prime settimane dall’assunzione della delega ad assessore del ribaltone, datagli dal sindaco Alfonso Golia, immaginiamo quale sarebbe potuta essere la reazione di Peppino Sagliocco, di fronte a quella comica storia dei tre locali autorizzati, con furbizia e  senza alcun processo amministrativo che garantisse gli equilibri della concorrenza tra soggetti economici privati, ad utilizzare gratuitamente piazza Cirillo, cioè un’area pubblica, con tanto di consigliere pseudo grillino Roberto Romano, intento a tagliar erba come il più laborioso e premuroso dei giardinieri, in modo da garantire un’adeguata ospitality a Burger House, ad Intillo drink e a Food e Spritzeria, cioè ai tre fortunatissimi che sono venuti a conoscenza (beati loro, perchè tutti gli altri non ne hanno avuto cognizione) della “delibera super cazzola“. E d’altronde, l’attitudine laboriosa del consigliere Roberto Romano diventa comprensibile in quanto espressa da una persona che ben conosce le ragioni professionali degli esercenti di bar e locali di intrattenimento e di somministrazione, visto e considerato che, a quanto ci risulta, lui lavora come rappresentante di dolciumi e di tante altre prelibatezze vendute da locali appartenenti alla stessa filiera dei tre appena citati. Ma questa è un’altra storia. La affronteremo prossimamente insieme ad altre storie, potenzialmente connesse, relative alle cointeressenze emotive ed emozionali, che Francesco Sagliocco intreccia con qualche protagonista commerciale della movida di via Seggio.

Oggi, invece, vogliamo concentrare in nostro focus sulla gestione a dir poco naif del neo assessore Saglioco che oltre ad avere la delega all’attività produttiva, ha anche quella al cimitero. Una delle polemiche, peraltro non molto amplificata, innescata dai consiglieri comunali di opposizione, ha riguardato alcuni strani lavori attivati da un bel pò di giorni, compiuti agli impianti che garantiscono o dovrebbero garantire i servizi igienici all’interno del camposanto. Questi lavori non sono passati inosservati e qualche consigliere di opposizione ha posto un paio di domande all’assessore e soprattutto al dirigente dell’Utc  Raffaele Serpico, in modo da comprendere quando erano stati affidati e in base a quale procedura.

Istanze da cui è gemmata una determina a firma dello stesso Serpico, precisamente la numero 149 del 28 maggio, dunque recentissima, in quanto risalente a venerdì scorso. Serpico, come potete notare dall’immagine che riproduce in copia l’atto amministrativo pubblicato in calce, corregge a penna una riga già scritta con la moderna dattilografia e che esplicitava un affidamento relativo a lavori riguardanti “la rete idrica comunale“. Non più rete idrica bensì, con tanto di “cancellatura” in stile compito di italiano alle scuole medie degli anni 80, “dei servizi igienici“. Nessuna ulteriore specifica che qualifichi i servizi igienici in quanto l’oggetto e la narrativa della determina chiarivano che si trattava proprio dei bagni del cimitero. 

L’impresa a cui Serpico affida i lavori per un importo di 2.200 euro è la Teknasistem di Aversa.

Domanda: per quale motivo i lavori erano già iniziati diversi giorni prima della firma di questa determina da parte del dirigente Raffaele Serpico? E per curiosità, chi li stava compiendo questi lavori? Per caso, la ditta Teknasistem? Se sì, chi aveva detto a questa impresa di farli partire, nonostante non ci fosse nemmeno un atto di affidamento?

Scusate, ma come funziona al comune di Aversa? E’ sufficiente il semplice pensiero di affidare un lavoro ad un’impresa, per concretizzare la procedura senza che venga istruito un procedimento amministrativo?

Non si scappa: o è stato Raffaele Serpico, che a poche battute dalla sua pensione, si è voluto concedere una botta di follia chiamando al telefono questa ditta in modo che cominciasse i lavori, ma questo non lo crediamo perchè si tratta di un dirigente navigato ed espertissimo, oppure è stato l’assessore al ramo, cioè Francesco Sagliocco, il quale non è nè navigato, nè espertissimo ma ha comunque maturato una certa idea “esperta” di come vada gestito il potere. Per carità, non vogliamo mica crocifiggerlo, il Sagliocco?

Però il fatto che si sia potuto trattare di una ingenuità non liquida, non archivia la questione che è sintomatica di una prospettiva inquietante. Se uno, infatti, nella propria ingenuità, nella propria evidente dabbenaggine amministrativa decide che aggiustare i bagni del cimitero sia un fatto giusto, anzi doveroso, nel momento in cui attiva il suo proposito, alzando il telefono sciuè sciuè senza innescare nei modi e nelle forme previste dalla legge, la procedura amministrativa, se nella sua vena naif il Sagliocco chiama direttamente la ditta che poi puntualmente sarà quella prescelta dal dirigente Serpico, vuol dire che nella propria testa ha uno schema che considera le procedure di un affidamento o anche di una gara d’appalto, un elemento del tutto estraneo alla vera discriminante grazie alla quale un’impresa diventa titolare di un acquisto da parte della pubblica amministrazione. 

Il caso, insomma, va approfondito giornalisticamente. E andrebbe approfondito anche giudiziariamente, al di la della cifra esigua impegnata dal comune. Perchè se l’impresa Teknasistem ha iniziato i lavori prima della determina di Serpico, una cosa è già assodata, ancor prima di cominciare a ragionare su altre possibili elementi di questa vicenda: quel cantiere, grande o piccolo che fosse, si è costituito in maniera totalmente abusiva. Un’impresa non ha alcun titolo, infatti, ad intervenire sui servizi igienici che appartengono al comune di Aversa, all’intero corpo della cittadinanza e non ai bagni privati di Francesco Sagliocco, di Luciano Saglioccoe di Federica Turco.

Abbiamo l’impressione che il combinato (in)disposto tra ignoranza amministrativa e mentalità vorace, prospettino, all’orizzonte, mesi, tanti mesi in cui se ne vedranno, ad Aversa, veramente di tutti i colori.

QUI SOTTO LA DETERMINA DIRIGENZIALE DEL 28 MAGGIO SCORSO