AVERSA. Il terrore del clan. Nove colpi di pistola e 10.000 euro di danni contro la pasticceria “La fonte del dolce”. L’agghiacciante racconto del titolare

2 Novembre 2019 - 14:50

Aversa (gg) – La storia del bar pasticceria “La fonte del dolce”, che si trova ad Aversa in via Dell’Olmo, è piuttosto emblematica, per definire con precisione il livello di violenza, di arroganza e di protervia che un clan dei casalesi, già piuttosto frammentato e non più organizzato come lo era nei primi anni del 2000, attua per finanziarsi.

Questo disordine rende la pasticceria La fonte del dolce preda di intimidazioni e anche di attentati, che non si chiudono con l pur faticosa definizione di un accordo estorsivo con il gruppo di Salvatore Orabona.

LA testimonianza di uno dei due titolari Andrea Pezone (l’altro è il fratello Carlo) diventa dettagliata il 17 marzo del 2017, quando il Pezone ammette di essere stato reticente per paura in un interrogatorio risalente a qualche anno prima.

Nove colpi di pistola vengono sparati dalla coppia Pietro Falcone e Gaetano de Biase, contro la serranda di ingresso e producono un danno di ben 10mila euro.

Andrea Pezone rivela questo attentato, di cui non si era mai saputo e che aveva tenuto segreto nell’interrogatorio degli anni precedenti.

Qualche settimana prima l’imprenditore aveva rifiutato di cambiare un assegno di 800 euro ad un giovane di cui pero PEzone dice di non ricordare il cognome ma si presento in nome e per conto proprio di Pietro Falcone.

A questo punto, Pezone chiede aiuto a Giuseppe Pagliuca, cioè uno degli esponenti del gruppo orabona e figlio del proprietario dell’immobile in cui i Pezone operavano da inquilini.

Pagliuca lo porta al cospetto di Salvatore Orabona, che gli chiede 5000 euro. Alla fine ci si accorda per 3000.

Ma l’odissea non è terminata: qualche giorno dopo si presenta al bar un altro giovane, che gli chiede un’altra tangente, stavolta a nome e per conto di Gaetano de Biase detto “Burzone” il quale, ad occhio e croce, era uno dei due ( l’altro era Falcone) che avrebbe partecipato al raid dei nove colpi di pistola.

A questo punto Andrea Pezone si rivolge proprio a Falcone, il quale appiana le cose.

Qualche giorno appresso Gaetano di Biase si presenta ed esenta Pezone dal pagamento alla tangente in quanto si era messo d’accordo proprio con Falcone.

Questo è solo il primo degli interrogatorio-racconto di Pezone. Ripetiamo, li abbiamo scelti come fatti e personaggi emblematici per rappresentare una tipologia di vittime della Camorra. Ma su queste considerazioni ci soffermeremo prossimamente.