AVERSA MONNEZZA. Paolo Galluccio prendeva i soldi da Savoia per le consulenze e lo seguiva da assessore per aggiustare la gara del consorzio Cite. Coinvolto anche Serpico

28 Dicembre 2021 - 21:35

Come abbiamo già scritto nei giorni scorsi, il capo E dell’ordinanza avrebbe potuto determinare provvedimenti gravi di tipo personale se, quella che oggi si configura come la provvidenziale decisione assunta contro il consorzio Cite dal comune di Orta di Atella, non avesse costretto l’amministrazione comunale normanna a bloccare tutto dopo l’aggiudicazione provvisoria. Per la prima volta compare il nome del potente imprenditore salernitano, socio di Fontana, Ucciero e Raffaele Parente 

 

AVERSA(g.g.) Nell’anno 2017, CasertaCe ha seguito passo passo tutte le fasi della gara d’appalto bandita dal Comune di Aversa al tempo, guidato dal sindaco Enrico De Cristofaro, per l’assegnazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. In quegli articoli, rimarcammo diversi contenuti a dir poco discutibili e che, a nostro avviso, prestavano il fianco a valutazioni maliziose su una possibile turbativa d’asta.

Non è improbabile che l’autorità giudiziaria, nella specie la Dda di Napoli, prese spunto da quegli articoli e da quel brindisi, fatto al centro di Aversa il giorno di San Silvestro di quello stesso anno da Carlo Savoia e dall’allora assessore Paolo Galluccio.

Noi sapevamo che Galluccio fosse legato a Savoia da un rapporto di consulenza. D’altronde, si sa com’era e, crediamo, come sia ancora oggi Galluccio: il suo rapporto con gli interessi economici, più o meno legittimi, è viscerale.

Al riguardo, resta un vero e proprio cult, il colpo grosso realizzato dall’avvocato aversano con le famose richieste di risarcimento presentate a centinaia e centinaia dai dipendenti dell’Asl di Caserta iscritti alla Cisl.

Insomma, quei calici alzati nel giorno di San Silvestro del 2017, quei sorrisi sardonici di chi la sa lunga rappresentavano a nostro avviso, una sorta di messaggio inviato da Savoia e da Galluccio, quest’ultimo al tempo anche  commissario cittadino di Forza Italia, dopo essersi legato a doppio filo a Luigi Cesaro detto Gigino la polpetta, a sua volta buon amico di Savoia.

Leggendo il capo di imputazione provvisorio che certifica quello che in parte già si sapeva e cioè che Paolo Galluccio è indagato per il reato di turbativa d’asta in concorso ai sensi dell’articolo 353 bis del codice penale, relativo ai casi in cui la turbativa viene realizzata a monte della procedura, attraverso l’alterazione dei contenuti del bando, del capitolato, del disciplinare, si assume che l’ipotesi di accusa ai danni di Galluccio riguarda una sua attività svolta all’interno degli uffici comunali dall’alto di una sua posizione che lo rendeva una sorta di uomo forte di quell’amministrazione.

Paolo Galluccio, così è scritto testualmente nell’ordinanza e al capo E, quello relativo alla gara d’appalto di Aversa,  “forniva al Savoia notizie riservate sulla procedura.” E lo faceva, aggiungiamo noi, essendo un consulente professionale di una delle aziende o di più aziende riconducibili al Savoia. In pratica, una sorta di navigator della trastola.

Lo schema poi è quello solito. Quasi identico, poco più o poco meno, a quello che adottato per la gara da 116 milioni di euro a Caserta. In questo caso il dirigente indagato è Raffaele Serpico mentre compare per la prima volta un nome da noi più volte citato e che è sicuramente molto più importante di quanto appaia dalla scarsa percezione del ruolo svolto da questa persona.

Sempre in quel 2017, noi spiegavamo ai lettori di CasertaCe chi fosse Carmine Gallo: in pratica il titolare della società salernitana che rappresentava l’altra architrave del consorzio Cite. Gallo è uno molto noto dalle parti della città del governatore Vincenzo De Luca. E’ stato in mille affari e il rapporto con i suoi soci in Cite è sbocciato, molto probabilmente quando il consorzio rifiuti Salerno Due fu scelto in piena emergenza rifiuti, per gestire la mega, ma proprio mega discarica di Maruzzella.

Da quel contesto venne fuori il Consorzio Cite, cioè l’accordo societario tra le aziende forti del settore di Salerno e provincia e questo kit di imprenditori dell’agro aversano, formato dai vari Ucciero, Raffaele Parente, Antonio Fontana e Michele Fontana (CHI SONO? CLIKKA E LEGGI), con una partecipazione minima, ma comunque evidente, nel consorzio della Xeco di Carlo Savoia.

Ovviamente nel registro degli indagati, per la vicenda di Aversa, ci sono gli addetti del “laboratorio di tessitura” e di decoro dei bandi e dei capitolati e cioè, anche in questo caso, Ernesto Scamardella e Anna Scognamiglio. Manca Gennaro Cardone ma il fatto non è rilevantissimo.

Come abbiamo già scritto nei giorni scorsi, il procedimento di aggiudicazione al consorzio Cite, frutto di un bando chiaramente taroccato, che ai nostri occhi appariva tale in quei giorni, in quei mesi del 2017, non trovò realizzazione solo perché, ad Orta di Atella, dove pure operava (si fa per dire) il consorzio Cite, era avvenuto un vero e proprio disastro, con dipendenti non pagati da mesi e mesi, con la città piena di monnezza, con conseguente rescissione unilaterale per inadempienza, ad opera del Comune di Orta di Atella.

Fu questa circostanza, solo questa, a costringere, perché la legge lo prevedeva, i maniera tassativa, il Comune di Aversa a bloccare e revocare  l’intera procedura che, se non ricordiamo male, era arrivata, così come sarebbe successo un anno dopo al comune di Caserta, allo stadio dell’aggiudicazione provvisoria.

Tutto sommato, Paolo Galluccio e Raffaele Serpico devono essere lieti di quello che capitò ad Orta. Perchè se il consorzio Cite fosse rimasto ad Aversa  questa indagine sarebbe stata, probabilmente, accelerata e Paolo Galluccio, che non a caso, si dimise scomparendo letteralmente dalla politica cittadina, unitamente al dirigente Serpico, avrebbe rischiato qualcosa in più della semplice iscrizione nel registro degli indagati, a cui però dovrebbe seguire una pressoché certa richiesta di rinvio a giudizio ai loro danni da parte dei magistrati della Dda di Napoli.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA