AVERSA. Peppe Stabile con Magliocca e Sarro va a casa di Cesaro. Ma Giggino a Purpett è facilmente reperibile in tribunale da pluriimputato

29 Marzo 2019 - 21:03

AVERSA (gianluigi guarino) – Valli a capire i germani Stabile. Il fratello deputato a far politica, con i tanti voti della sanità dell’altro fratello, cerca di sfruttare il caos totale che c’è nel centro destra per rappresentarsi come l’unica soluzione possibile.

E allora, figuriamoci se è un problema, per persone che non hanno nella reputazione il pensiero… Stabile della loro esistenza il fatto che questo inossidabile esponente della politica aversana, nel 2007 fu, pur sconfitto sonoramente da Domenico Ciaramella, candidato sindaco ufficiale del centro sinistra.  Ora, potrebbe diventare, da qui a qualche giorno, il candidato ufficiale del centrodestra. Ovviamente rassicurando tutti quelli del centrosinistra, a partire da Stefano Graziano e Gennaro Oliviero: se lui diventerà sindaco, essendo come si suol dire un uomo di frontiera, starà a disposizione, in modo che non venga in mente a nessuno, a nessuno dei due consiglieri regionali, di operare ritorsioni politiche sull’impero coloniale chiamato Fiadel, sindacato che ha consentito a Salvatore Stabile di acquisire una rendita elettorale cospicua, da tempo a disposizione del fratello Peppe, sistemando, a colpi di assunzioni all’interno dell’Asl, parenti e affini per le prossime quattro generazioni.

Valli a capire gli Stabile su certe cose. Mah, sarà un fatto di tradizionalismo. D’altronde non sono di primo pelo e Peppe Stabile sarebbe uno dei sindaci più anziani nella storia di Aversa. Preferiscono incontrare Giggino a Purpett, al secolo Luigi Cesaro, in quel di Sant’Antimo che comunque non dista molto da Aversa. Eppure, ce l’avrebbero a portata di mano. Potrebbero raggiungerlo a piedi, comodamente nel tribunale della città normanna dove Cesaro risiede spesso per i processi per camorra dei due fratelli e anche per quello che coinvolge lui stesso e il figlio Armando, imputati di voto di scambio in occasione delle elezioni regionali del 2015.

E non aiutano a capire bene la comodità quelli che propiziano e organizzano gli appuntamenti di Peppe Stabile da Luigi Cesaro. Eppure Giorgio Magliocca e Carlo Sarro sono avvocati e dunque non avrebbero difficoltà ad andare in tribunale per verificare date ed orari delle udienze della Cesaro’s family in modo da cercare sempre un momento di spacco, di pausa caffè, tra una testimonianza e un contro esame, in modo da parlare comodamente di politica.

Insomma Magliocca e Sarro pendono dalle labbra di Giggino a Purpett e lo ritengono in grado e forte a sufficienza per imporre il nome di Peppe Stabile al tavolo del centrodestra.

Però, a pensarci bene, ci piacerebbe che quest’ultimo andasse a sedere sulla sedia in cui sedeva quel giorno un già morente Peppe Sagliocco prima di assistere al vero e proprio scempio di un presidente del consiglio comunale di nome Peppe Stabile che, colpito da un improvviso malore, faceva mancare il suo voto risultando decisivo per la caduta di una persona che portava in se già i segni della fine e che meritava almeno che lo si guardasse in faccia e gli si dicesse che il sostegno politico non ci poteva essere più.

Che non meritava un atto di vigliaccheria che connota un politico, che oggi vuol portare quel bagaglio etico nella posizione di massimo rappresentante della città.