AVERSA. Questi qua hanno anche il coraggio di fare le querele: 3mila euro veloci in un colpo solo all’associazione della sorella e della nipote del consigliere comunale che tiene in sella Golia, Villano, Innocenti, la Diana, la Turco e compagnia…

25 Dicembre 2021 - 20:21

In calce all’articolo, la delibera di giunta con la quale vengono attribuiti una miriade di piccoli contributi con i soldi della Camera di commercio. Una regola derogata però in due casi 

 

AVERSA – (g.g.) Ci facciamo passare ogni tentazione di sviluppare una valutazione approfondita, delle considerazioni sul modo in cui una città importante, qual è sicuramente Aversa, di cui non dobbiamo star certo qui a declinare le benemerenze storico-culturali, utilizza i contributi pubblici, in questo caso quelli erogati dalla Camera di commercio, per la promozione di eventi che, sulla carta, dovrebbero integrare per intero o almeno in buona parte, la mission di identità di un luogo che, ancora oggi, in subordine alla denominazione principale, viene autorevolmente chiamata e definita “la città normanna“.

Se leggete la delibera che pubblichiamo in calce a questo articolo, la numero 565 dello scorso 14 dicembre, vi renderete conto che ci manca solamente la sagra del finocchione, del fagiolo aerosol all’Arbre Magique, della pizza di zì Maria, dello squaqquerone, importato dalla romagnola Faenza e il quadro è completo.

Una miriade di micro contributi che non possono seriamente servire alla promozione della qualità di un cartellone che magari il comune di Aversa, utilizzando anche, ma non solo, i fondi della Camera di commercio, avrebbe dovuto e potuto costruire pezzo pezzo, lungo il filo conduttore di una storia, di un’identità con la quale promuovere un senso di appartenenza scevro dalle tossine del relativismo e pieno, invece, della fierezza di un popolo che un tempo contava, possedeva un prestigio largamente maggiore di quello di cui gode in questo tempo declinante che, ormai, va a scadere in un vero e proprio sprofondo culturale da cui possono derivare solamente guai, solamente disoccupazione, disadattamento, micro delinquenza, corruzione, una classe politica, come quella oggi in sella. E potremmo continuare fino a domani mattina.

Se il comune di Aversa ha un assessore alla cultura che noi non conosciamo ma apprendiamo dalla delibera che si chiama Melillo, se il comune di Aversa paga un’indennità, un compenso a questo assessore, per la precisione, a questa assessora, non è che lo fa perchè passi le giornate a distribuire i ceci per la tombola.

Se leggete bene, però, la delibera, ci sono un paio di stanziamenti più corposi, più cospicui. Precisamente dell’importo di tremila euro: uno di questi riguarda l’associazione MirArte. Due contributi, l’altro è a favore dell’associazione Nostos che, da soli, assorbono il 20% dei 31mila e passa euro trasferiti dalla Camera di commercio per gli eventi natalizi, di fine e di inizio anno, mentre tutti gli altri commensali, quasi una ventina, devono accontentarsi delle briciole.

Ora, noi non vogliamo mettere in discussione la validità dell’iniziativa dell’associazione MirArte che magari meriterebbe anche di essere finanziata con 100mila, 200mila, mezzo milione di euro, per la validità e la consistenza della sua proposta culturale che, comunque, non conosciamo e che magari ci incuriosirà apprendere nei giorni prossimi. Ma il punto non è questo.

Ma benedetto sindaco Alfonso Golia, che ti metti pure a querelare CasertaCe con tutti i guai che combini ogni giorno e che rischiano ora di essere poi portati da noi in tribunale dove, sempre noi, andiamo, ormai con il 100% di archiviazioni e assoluzioni, solo ed esclusivamente per querele e citazioni fatte da politici o da parassiti distribuiti negli enti del sotto governo casertano, mai e poi mai per iniziativa di un cittadino comune o di un povero Cristo, due categorie che non a caso sono decisamente dalla nostra parte.

Benedetto sindaco Golia, lei ha fatto di tutto per conservare la sua poltrona. Magari questa nostra affermazione la considera ugualmente un contenuto diffamatorio che noi, forniti di uno spessissimo callo per queste cose, siamo pronti a far diventare oggetto di confronto, nell’eventuale dibattimento giudiziario.

Però, la smetta di utilizzare i soldi pubblici per scopi quantomeno, a voler essere gnerosi, obbliqui. Già l’ha fatto in qualche occasione, ma stavolta siamo di fronte a un dato veramente clamoroso, visto che l’associazione MirArte è una creatura che fa riferimento a Rachele Romano e Cristina Turco.

Ora, Rachele Romano è la sorella del consigliere comunale, eletto se non andiamo errati, in quel movimento-barzelletta, qual è divenuto 5 Stelle, Roberto Romano, mentre Cristina Turco è la nipote sempre dello stesso consigliere il quale oggi rappresenta ancora un punto delicatissimo nella contabilità della sopravvivenza di una maggioranza che ha messo gli occhi, a partire dal super assessore Marco Villano, sul Puc e che non vuol correre il rischio di andarsene a casa per una intemperanza del Romano che, più volte, nei mesi scorsi ha scalpitato.

Poi, si sa, ognuno vale quello che vale in politica e non solo in politica. Evidentemente la dimensione del consigliere Romano è questa.

Considerazioni troppo severe, le nostre? Ma quando i cosiddetti benpensanti che poi sono quelli pronti ad ogni nefandezza pur di coltivare un proprio piccolo interesse di bottega e familiare, ci dicono di essere troppo crudi, declinando l’alfabeto della loro sesquipedale ignoranza, perchè, questi benpensanti, non arrivano alla medesima conclusione, dopo aver fornito un loro punto di vista sull’etica dell’opportunità, sull’etica della buona creanza istituzionale che viene letteralmente fatta a pezzettini nel momento in cui l’amministrazione comunale, con una decisione diretta, sostanzialmente diretta e discrezionale, attribuisce 3mila euro all’associazione della sorella del consigliere comunale che tiene in vita il sindaco Golia, Marco Villano, Francesco Sagliocco, Giovanni Innocenti, Federica Turco, Olga Diana e allegro carrozzone.

E allora, caro consigliere Roberto Romano, se proprio lo devi fare, renditi conto che la posta in gioco nei prossimi mesi, partendo ripetiamo dal Puc, è corposissima. Se proprio vuoi fare qualche operazione, attuala bene, facendo pesare l’utilità marginale, la golden share che hai in mano. Che ci fai con 3mila euro. Chiamati il signor Villano e fatti invitare ad una delle tante riunioni che fa lui con Pozzi e con tante altre firme d’oro dell’imprenditoria aversana. Siediti e ti presenti: io sono Roberto Romano e se mi girano le scatole mando a casa l’amministrazione e anche tutto quello che state elaborando e preparando in vista dell’approvazione di un Puc, il cui termine peraltro è stato ulteriormente rinviato dalla Regione Campania al 30 giugno 2022.

Troppo spregiudicato? Perchè non è ugualmente spregiudicato in linea di principio che la nipote di un consigliere comunale di maggioranza, ma lo stesso discorso sarbbe valso per un consigliere di opposizione, prendano finanziamenti per decisione dell’amministrazione tenuta in vita dal loro fratello-zio?

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