AVERSA. Toccata dalla grazia. Dopo essersi candidata con Zannini e aver fatto il ribaltone, Federica Turco, nata alle Idi di Marzo, assunta col concorsone e qualche giorno fa anche all’Asl di Napoli

14 Gennaio 2022 - 19:32

Non è detto che sicuramente gli episodi di una trama oggettivamente accaduta siano connessi. Ma sarebbe disonesto intellettualmente affermare che sicuramente non lo siano. In calce all’articolo la delibera dell’Asl Napoli 1 del 4 gennaio scorso con la graduatoria e il marchingegno grazie al quale anche la consigliera comunale di Aversa è stata “presa” come Collaboratore Amministrativo

 

 

AVERSA (g.g.) Il buon Alfonso Piscitelli non deve essere un grande appassionato di storia o magari non ci ha fatto caso. Al contrario di quanto fatto da noi nel momento in cui abbiamo dovuto incrociare giorno, mese e anno di nascita di uno dei vincitori del concorso per Collaboratore Amministrativo Professionale all’Asl Napoli1 con le cifre anagrafiche della persona a cui quelle generalità corrispondevano. La delibera di cui si tratta è la numero 15 del 4 gennaio scorso e reca le firme dei direttori delle maga azienda sanitaria napoletana.

Per evitare di compiere errori e percorrendo la strada rettilinea della legittima consultazione del suo curriculum professionale, abbiamo appreso e registrato che Federica Turco, attuale consigliera comunale di Aversa e autrice, insieme ad altri suoi colleghi del ribaltone grazie al quale il sindaco eletto dal Pd e dal centrosinistra Alfonso Golia contro due competitor del centrodestra è sopravvissuto alla sfiducia pronunciata da diversi consiglieri comunali che lo avevano sostenuto.

Oggi Alfonso Golia governa grazie solamente ai voti di consiglieri comunali che, come la Turco, hanno raccolto consensi nel centrodestra, in una coalizione alternativa a quella del sindaco ancora in carica e dunque delegati a rappresentare la minoranza democratica del popolo di Aversa.

Possiamo dunque confermare che Federica Turco, 107esima nella graduatoria del concorso suddetto, è proprio la Federica Turco di Aversa, cioè la consigliera comunale passata dal centrodestra, da una militanza (la definiamo così giusto per dire) non totalmente avara di soddisfazioni (vedi la lucrosa nomina nello staff delle Universiadi di Napoli), con il consigliere regionale Alfonso Piscitelli, che al contrario di lei aveva scelto la strada più scomoda, più impervia, del passaggio, della transizione dalle comodità della maggioranza di De Luca alle scomodità di una minoranza che in Regione Campania si configura di per sé come atto, quasi sconsiderato, di coraggio e di sacrificio.

15 marzo 1992. Dunque tra due mesi Federica Turco compirà 30 anni. Eh già… 15 marzo.

Se Alfonso Piscitelli ci avesse pensato un attimo, avrebbe rimuginato un attimo su questa data sarebbe stato, forse, più prudente.

Non perché necessariamente chi nasce nel giorno delle Idi di Marzo debba avere un collegamento evocativo rispetto a uno degli episodi più noti della storia dell’Umanità, l’omicidio di Giulio Cesare raccontato non a caso da un numero record di storici, a partire da Svetonio e Plutarco.

Della serie non è vero ma ci credo, avrebbe detto il grande Eduardo.

È un po’ come la questione di certi numeri della cabala. Razionalmente è infondata l’idea che possano portare fortuna o sfortuna, però tutti quanti noi – soprattutto noi campani – di fronte al 17 rimaniamo sempre un po’ così.

Il 15 marzo è una data che ha contribuito a far conoscere il calendario dei romani, forse a far conoscere un po’ di meno il vero episodio dell’assassinio di Giulio Cesare, attorno al quale sono fioriti anche racconti e retroscena spesso infondati, perché ne hanno scritto anche storici non coevi che hanno accolto racconti non del tutto originali in quanto tramandati.

Comunque è una data che conduce immediatamente il pensiero verso il concetto di tradimento. L’abbia detto realmente o non l’abbia detto, come, invece, diversi storici contemporanei sostengono, quella frase lì, quella del “Tu quoque, Brute, fili mi” questa ha avvicinato ad una percezione pop diffusa in ampi strati della gente comune, una vicenda appartenente alla storia, all’erudizione. Un figlio che ammazza il padre è di per sé un cult della cronaca nera. Funziona a prescindere e dunque diventa irrilevante il fatto che, il più delle volte, i figli erano adottivi ed erano adottati in tarda età per motivazioni di tipo politico, come continuò a capitare nei secoli successivi con gli imperatori.

Tutto questo ragionamento per dire che certi atteggiamenti assunti in politica da Federica Turco non possono non riportarci alla sua data di nascita e all’evocazione di un tradimento che, nel caso di Cesare, fu prima politico, dato che il piano fu ordito da 20 senatori,  e poi forse anche personale.

Ci sta che in politica si possa cambiare bandiera o cavallo, addirittura che si possa ordire un piano diabolico, magari non arrivando all’omicidio ma, al grido di “mors tua, vita mea”, della serie fino a quando mi sei servito ok, adesso viva Giovanni Zannini.

Può darsi che siano casuali, ma può darsi anche che non siano casuali le circostanze che Federica Turco, dopo aver realizzato il ribaltone, dopo aver consentito a Zannini di utilizzare la nuova geografia del consiglio comunale di Aversa per le elezioni provinciali dello scorso dicembre abbia superato sia il concorsone della Regione, con assunzione a tempo determinato ma con eventuale e ampia prospettiva di stabilizzazione, al Comune di S. Maria C.V., sia oggi il concorso bandito dall’Asl Napoli 1.

Forniamo ora gli elementi importanti di questa storia: il 4 luglio, data, al contrario di quella di prima, rappresentativa di un atto di nobiltà e del parto della democrazia nella sua accezione moderna, nata con la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America, l’Asl Napoli 1 ha indetto il concorso per l’assunzione di 50 Collaboratori Amministrativi di cui la metà da attingere dal personale interno.

L’8 luglio il concorso è stato pubblicato.

Dalla narrativa della delibera n.15 dello scorso 4 gennaio, documento che pubblichiamo integralmente in calce, apprendiamo che il 29 novembre 2021 il direttore generale della Napoli 1 “ha preso atto dei verbali, dell’esito dei lavori, nonché della graduatoria di merito relativa ai 346 candidati idonei all’esito dell’espletamento del concorso di che trattasi”.

Ciò vuol dire che l’esito di questo concorso è stato definito nel corso dell’anno 2021.

Se non andiamo errati, manco a dirlo sempre nel mese di marzo proprio del 2021, si è perfezionato il ribaltone al Comune di Aversa, già pronto nei giorni del Capodanno.

Cinque o sei mesi prima, nell’agosto 2020, un Piero De Luca claudicante in quanto reduce da un incidente, aveva varcato l’ingresso della dimora di via Fermi che appartenne nobilmente al compianto Peppino Sagliocco e che, al tempo della visita di De Luca era già, molto più prosaicamente, a disposizione del fratello Luciano.

Da quella riunione, organizzata ovviamente da Giovanni Zannini, venne fuori l’accordo grazie al quale Federica Turco si candidò nella lista civica denominata De Luca, cioè quella costruita materialmente dal governatore, dal figlio Piero e dal fedelissimo Masturzi.

Ora, dopo questa ricostruzione, qualcuno si ritiene in grado di obiettare qualcosa? Come dicevano un tempo dall’altare i sacerdoti, ad esito del periodo di affissione delle pubblicazioni matrimoniali, “chi sa qualcosa, parli ora o taccia per sempre”.

Non esiste, e lo scriviamo a lettere di fuoco, nessuna prova che quella riunione, da cui sortì la candidatura alle elezioni regionali, da semplice portatrice d’acqua al servizio di Giovanni Zannini, di Federica Turco, produsse anche il contrappeso di impegni di tipo clientelare.

I fatti avvenuti successivamente, però, rendono onesta, anzi, intellettualmente onestissima, la considerazione di probabilità e di possibilità che questi impegni siano stati presi.

Se diciamo, infatti, “può darsi di sì o può darsi di no”, non facciamo certo peccato in penuria di pacatezza e di prudenza, ma neppure facciamo torto all’intelligenza di chi è in grado di leggere gli avvenimenti inserendoli in un contesto che è quello che è.

Dunque, ricapitoliamo, accordo elettorale nell’agosto 2020, con candidatura, usando una metafora del ciclismo, da “portaborraccia” della Turco a favore di Zannini nell’unica lista che il figlio di De Luca, parlamentare del Pd e forse già vice-capogruppo di questo partito alla Camera, sponsorizzava alle elezioni del settembre del 2020 in concorrenza, se non addirittura in alternativa, a quella del partito a cui apparteneva e bizzarramente ancora appartiene.

Marzo 2021, ribaltone ufficializzato al Comune di Aversa con la regia di Zannini

Estate scorsa, pubblicazione dell’elenco dei vincitori del concorsone della Regione. Tra questi anche la Turco collocata in servizio al Comune di S.Maria C.V.

29 novembre 2021 il direttore generale dell’Asl di Napoli prende atto del verbale della commissione di concorso e ufficializza la graduatoria degli idonei, proclamando i 50 vincitori.

18 dicembre: Federica Turco, seppur con qualche mal di pancia, perché pare che non ci sia un grande feeling tra le due, vota insieme agli altri consiglieri del ribaltone, per Olga Diana alle elezioni provinciali, contribuendo al eleggerla naturalmente nella lista messa in piedi da Zannini e Magliocca.

4 gennaio 2022. Solito giochino dell’Asl Napoli 1, realizzato peraltro in un concorso speculare dall’Asl di Caserta: la presa d’atto di un fabbisogno di competenze professionali.

Gioco di prestigio e altri 80 idonei si vanno ad aggiungere ai 48 vincitori, come si legge testualmente nella delibera. Insomma, si scorrono i nomi fino al 128.

Federica Turco, che con tutti i suoi impegni politici e professionali non ha avuto evidentemente il tempo di studiare tantissimo, va ad accendere un cero alla Madonna di Casaluce. Per due motivi. Il primo: le prove concorsuali si sono svolte nel 2021. Per cui, come è chiaro alle menti più illuminate del mondo vivente, se il Covid ha fatto male a tanti, ha anche fatto bene ad altri, visto e considerato che questo bando, pubblicato nel luglio del 2019, avrebbe prodotto in tempi normali e senza la pandemia, i suoi esiti al massimo per la metà del 2020, cioè prima del ribaltone e forse anche prima delle elezioni regionali. Il secondo: acchiappata per il rotto della cuffia, visto che il suo 107esimo posto le vale l’assunzione a tempo indeterminato all’Asl di Napoli.

Vissero tutti felici e contenti? Chissà.

Certo è che quel 15 marzo che declina la data di nascita della molto dinamica consigliera comunale di Aversa induce ad essere prudenti anche nella previsione di prospettiva.

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