AVERSA. Zannini fa il massiccio negli uffici Asl. La metafora dell’astronauta e del mulino e le ambizioni di Federica Turco

14 Giugno 2021 - 21:11

AVERSA (g.g.) – Qual è il delta tra l’ambizione e la velleità? In un luogo di civiltà, è costituito, sicuramente, dalla preparazione, dal merito, dalla competitività professionale.
Qual è il delta tra ambizione e velleità qui da noi, cioè in un posto in cui i livelli di civiltà sono ben lontani da standard appena accettabili? Qui il delta diventa una C, che sta per cazzimma, abilità, capacità di attivare il mulino elettorale con la farina che passa il convento, cioè quella grezza comprata e venduta a buonissimo mercato.

Perché io non sono riuscito a fare l’astronauta, dando riscontro alla mia ambizione di infante? Perché non mi sono appassionato alla matematica, poi non ho studiato l’ingegneria tout court, poi quella aerospaziale, non ho preso il brevetto per pilotare un jet militare supersonico. Per cui, ovviamente e giustamente, quello dell’astronauta è rimasta un’ambizione teneramente fanciullesca, perché se fosse stato qualcosa si sarebbe dovuta valutare come una velleità.

Perché tante persone che riescono ad organizzare 50 o 100 voti elettorali con gli strumenti dell’incultura, della bassa mangiatoia clientelare, con le furberie e le scaltrezze più spregiudicate ambiscono a diventare politici in grado di occupare prestigiose postazioni istituzionali, peraltro remuneratissime, oppure puntano a posizioni professionali di altissimo livello, a ruoli dirigenti e di autorevole quanto complicata potestà, non avendo realizzato studi brillanti, pur non avendo frequentato nessuna scuola superiore della pubblica amministrazione? Muovendosi dentro al perimetro della civiltà delle genti, questa cosa dovrebbe essere regolata, determinata dalla stessa struttura risolutiva del sogno dell’astronauta appena descritto. Ma anche valutando le cose al di fuori del perimetro di uno standard dignitoso di civiltà, non si può proibire o impedire che una qualsiasi persona possa ambire a diventare dirigente dell’Asl o di un’azienda ospedaliera o di un ufficio superiore della pubblica amministrazione. Non lo si può impedire, mentre bisogna impedire che questo accada per effetto della tecnica del mulino, per effetto e grazie al malloppo di voti conquistati in maniera a dir poco avventurosa e non perché si sia maturata una conoscenza, una competenza delle procedure amministrative che discendono, a loro volta da altre strutture speculari di conoscenza e competenza dei principi giuridici.

Nei giorni scorsi, il sempre più affannato Giovanni Zannini che, ci dicono, si muova con piglio padronale, chissà perché poi, negli uffici più importanti dell’Asl di Caserta, ha condotto, la consigliera comunale di Aversa Federica Turco, il sempre trasognato e confusissimo assessore Francesco Sagliocco e qualcun altro, in quello che è uno dei palazzi più brutti mai costruiti a memoria d’uomo, cioè quella schifezza peggiore anche delle residenze popolari dei grigi, plumbei quartieri delle città del socialismo reale, tipo  Sofia, Varsavia, Berlino Est, che ospita, non a caso, gli uffici dell’Asl, dirimpetto al monumento ai caduti della città di Caserta. Siccome da mesi si inseguono voci su incarichi attribuiti a Federica Turco da parte dell’Asl con i buoni uffici di Giovanni Zannini e siccome noi fino ad oggi non ci avevamo creduto per tutta una serie di cose (le solite balle) che Zannini ci ha raccontato nel corso del tempo, il fatto reale finisce per rappresentare una prova non confutabile sulla legittima ambizione della Turco di entrare nella stanza dei bottoni dell’azienda sanitaria locale di Caserta. D’altronde, lì si entra per colloqui, su taglio, cucino e ornitologia. Si entra per chiamata diretta e se ti accompagna un consigliere regionale che dice al diggì Ferdinando Russo o a Tari di stare attenti altrimenti va a riferire tutto a Piero De Luca, deputato e figlio del Governatore, diventa fondata e più che fondata la possibilità di “salire la fortuna”, per dirla come Nino D’Angelo in una sua canzone riprendendo una tipica espressione napoletana.

E allora, in conclusione, qual è la differenza tra l’astronauta e il mulino? Che poi non è altro che la differenza tra una politica accettabile e il peggiore verminaio lottizzatorio? La differenza la fanno i tanti Zannini che popolano la presunta politica locale o meglio il metodo degli Zannini. Questi confonde, nella valutazione dell’enorme messe di consensi raccolti alle ultime regionali, 21mila e passa voti di preferenza, la più volte dichiarata capacità di realizzare una filiera istituzionale tra Regione ed Enti locali territoriali, con un tipo di rapporto che lui trasforma in costruzione di un consenso, che rende favore anche un diritto. Ventunomila voti rappresentano una montagna di impegni, cioè di favori chiesti e da scontare. Oggi, a proposito di ambizioni, quelle sempre più smodate di Zannini puntano il loro mirino verso le elezioni provinciali del prossimo inverno, dove il consigliere regionale di Mondragone vuole essere l’ago della bilancia, decisore, controllando più voti possibili di consiglieri comunali, a partire da quelli che pesano di più, quelli dei comuni demograficamente più significativi tra i quali va annoverato sicuramente Aversa.

Volevo fare l’astronauta e giustamente non l’ho fatto; la Turco vuole fare il dirigente dell’Asl e probabilmente ci riuscirà pure. A meno che… ma con calma, questa è un’altra storia che teniamo pronta per il momento opportuno.