CAMORRA, APPALTI E FIDEIUSSIONI “ALLEGRE”. Ancora una volta CasertaCe non fece dormire sonni tranquilli a Carmine Schiavone di Eliseo che definì “camorristi” Orlando Vicigrado ed Orlando Fontana

12 Luglio 2020 - 17:40

L’ordinanza definita La Contessa che, a nostro avviso, è un’occasione persa dallo stato per piantare un cuneo nei nuovi equilibri di un’economia che resta malata e che ha come epicentro le aree riunite dell’Agro Aversano e del Giuglianese-Nord Napoletano, offre oggi altri spunti interessantissimi. In calce all’articolo, lo stralcio integrale

 

CASAL DI PRINCIPE – (g.g.) Una cosa è ascoltare in televisione i dibattiti sul garantismo, altra cosa è passare la propria vita a leggere ordinanze, in cui giudici diversi, con un carattere e una sensibilità differenti considerano, non sempre in maniera uniforme la qualità e la quantità di quelli che vengono definiti gravi indizi di colpevolezza, alla base di una qualsiasi emissione di miusra finalizzata alla limitazione della libertà personale di un indagato.

Prendiamo ad esempio l’ordinanza in pratica abortita per la quale la dda si è molto spesa insieme ai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta, uomini e donne con una lunghissima esperienza di indagine su fatti di camorra. Per meno, fidatevi perchè veniamo veramente da anni enciclopedici, dei gip hanno arrestato o emesso divieti o obblighi di dimora, oppure obblighi di firma eccetera.

Lo sforzo del gip del tribunale di Napoli Ludovica Mancini è stato evidente, altrimenti non avrebbe emesso un’ordinanza che ha solamente stabilito pochissime misure, aggiungiamo noi, di tipo para amministrativo, di sospensione dal lavoro per qualche funzionario del comune di Portico, così grande, così ponderosa.

Non siamo arrivati ancora alla fine, ma l’epilogo del film lo conosciamo: nè per Carmine Schiavone di Eliseo, nè per Luigi Schiavone, nè per Vincenzo Schiavone, nè per i vari Orlando Vicigrado, Orlando Fontana, per il noto ingegnere del comune di Portico Carlo Antonio Piccirillo esistono, secondo il gip, quei gravi indizi di colpevolezza, porta di ingresso ad un esame delle misure chieste da una procura rispetto alle quali un gip comincia ad occuparsi della seconda parte del problema, cioè dell’esistenza o meno del pericolo di fuga, dell’inquinamento delle prove, della reiterazione del reato in un quadro di possibile pericolosità sociale.

Eppure non c’è stata una sola pagina di questa ordinanza che non abbia segnalato una conversazione, una modalità attraverso cui gli indagati si mostravano per quello che erano: persone che cercavano costantemente equilibri in un contesto di malaffare, il più delle volte latente, altre volte patente, perchè, non sappiamo se il gip Mancini lo sa, il famoso Lidl di Villaricca targato Michele Diana alla fine è stato realizzato e se è stato realizzato vuol dire che dal comune di Villaricca sono uscite delle autorizzazioni illegittime, forse illegali, a riscontro di ciò che gli indagati stavano preparando, con tanto di audio registrazione nelle memorie digitali dei carabinieri che avevano sapientemente piazzato le cimici al posto giusto e messo sotto intercettazione i telefoni che contavano.

Ma questo è solo una delle situazioni più eclatanti in cui si vede che esiste un riscontro materiale di indubbia consistenza.

Ma sono un vero e proprio vagone le intercettazioni in cui i vari Carmine Schiavone, Vicigrado e company si scambiano accuse dopo che le “giarretelle”, abilmente plasmate dalla relazione stretta tra burocrazie del comune di Portico da una parte e l’asse Vicigrado-Fontana dall’altro, avevano portato ad un ulteriore punto di sintesi, quando nella partita del cantiere dell’ormai celeberrimo centro polifunzionale era entrato, in subappalto, Carmine Schiavone con la sua Giomar.

Non solo ci fu l’incendio di un cantiere, la cui matrice non è stata mai chiarita, ma se leggete lo stralcio che pubblichiamo oggi, vi accorgerete che questo contiene un vero e proprio atto di accusa da parte di Carmine Schiavone nei confronti di Orlando Vicigrado e di Orlando Fontana, i quali erano titolari dei lavori di Portico con il loro consorzio Ago.

Schiavone dice che i due suoi interlocutori sono dei camorristi. Non solo lo dichiara, ma svolge, al cospetto del suo fedelissimo Andrea Perrone, un factotum che oltre ad intestarsi le società, gli sbrigava molte faccende dei vari uffici comunali della provincia di Caserta.

Il nervosismo che mostra Carmine Schiavone ha un motivo. Anche noi di CasertaCe, nel nostro piccolo, abbiamo sempre cercato di non perdere di vista, fornendo comunque priorità all’obiettivo del corretto racconto giornalistico, che non si auto censura mai, le ragioni della legalità.

Tra le guardie e i ladri, abbiamo fatto sempre il tifo per le guardie e mai per i criminali. Per cui, ci piace oggi leggere che un articolo di CasertaCe che dava notizia di un blitz articolato effettuato dalle forze dell’ordine, probabilmente i carabinieri anche se nell’intercettazione non è specificato, almeno in prima battuta, in 4 comuni della provincia di Caserta.

Devono, evidentemente, tenere attaccata una coda di paglia lunga un chilometro, Carmine Schiavone e Andrea Perrone, per individuare, tra questi comuni, quello di Roccamonfina e all’interno delle dinamiche che lo connotavano, l’appalto a cui erano interessati, a cui avevano partecipato e che in pratica avevano già blindato, dato che le imprese a Schiavone riferibili, cioè la Dean rappresentata da Perrone e quella dei Verazzo che non era di Carmine Schiavone ma che certo lui non considerava ostile, avevano presentato la stessa polizza fideiussoria rilasciata da Alberico De Angelis di Casal di Principe, titolare della Assifin, una delle centinaia, forse migliaia, di finanziarie che gravitano attorno alle cose e agli affari dell’agro aversano, pur insediandosi come sede fuori provincia e molto spesso fuori regione.

Lo sfogo di Carmine Schiavone viaggia sul filo di una trasmissione di disposizioni date a Perrone. Il fatto che questo sia un mero prestanome è del tutto evidente dal tenore della conversazione. Perrone deve correre al comune di Roccamonfina per cercare di togliere di mezzo la traccia della fideiussione rilasciata dalla stessa finanziaria, ma Perrone deve anche incamerare tutte quante le indicazioni qualora venga convocato dai carabinieri.

In quella sede dovrà, secondo Carmine Schiavone di Eliseo, sgranare tutto il rosario di accuse di altre informazioni degli ex partner Vicigrado e Fontana.

Il resto, soprattutto la parte delle persone interessate ai meccanismi imprenditorial-criminali che hanno assorbito e che forse assorbono ancora oggi la maggior parte del pil di questa provincia, è consultabilissimo nello stralcio completo di questa concitatissima conversazione tra Carmine Schiavone e il suo prestanome.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA