CAMORRA & POSSIBILI MAZZETTE. Quando Mimmariello Nuzzo ha fatto pressione su Peppe Nuzzo affinché questi spingesse per far pagare Giacomo Caterino sulla questione cimitero

22 Novembre 2023 - 20:06

I motivi non emergono dalle due intercettazioni che pubblichiamo ma magari sono immaginabili

SANTA MARIA A VICO – (g.g.) Fortunatamente non abbiamo il problema di dover replicare a ciò che il sindaco Andrea Pirozzi, chiamato pesantissimamente in causa dalle intercettazioni, da noi pubblicate nei giorni scorsi, operate dalla Guardia di Finanza della compagnia di Marcianise, braccio operativo di polizia giudiziaria dei magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Non abbiamo questa necessità perché il sindaco Andrea Pirozzi non rivolge certo a noi i suoi scritti in cui afferma che lui è una persona onesta, seria, retta e corretta e che tutto quello che sta uscendo su CasertaCe è frutto di una mistificazione, costruita sulla pubblicazione di colloqui intercettati e poi utilizzati “fuori contesto”.

Queste cose, il primo cittadino di Santa Maria a Vico non le scrive certo per farle intendere a noi. Al contrario le comunica a tutti quelli – e sono tanti, tantissimi nella sua città – che hanno sentito dire qualcosa in questi giorni, ma avendo una repulsione, una idiosincrasia per una qualsiasi forma di lettura, non son certo informati su tutto ciò che in quelle intercettazioni è scritto, su tutto quello che rende la posizione del sindaco Andrea Pirozzi e quella dell’assessore Marcantonio

Ferrara assolutamente indifendibile, aggiungendo al duo anche la vice sindaca Veronica Biondo e l’ex ingegnere capo del Comune Valentino Ferrara, il cui livello di responsabilità, almeno per quel che risulta e per quanto risulta nelle conversazioni captate, esiste indubbiamente, ma non certo a quel livello assoluto di inconfutabilità che segna e definisce la posizione dei citati Andrea Pirozzi e Marcantonio Ferrara.
Il sindaco, come si suol dire, la butta in caciara e comunica un concetto che si applica quando un giornale interpreta, deduce, estrae dalla radice e dalle desinenze delle parole proprie forme e formule interpretative.

Mai durante molti anni della nostra vita professionale avevamo letto, invece, parole e termini più espliciti di questi. Quelle intercettazioni, prima di essere tali, sono una confessione senza se e senza ma del primo cittadino e del suo assessore.

Chiarito dunque che noi non ce la prendiamo – figuriamoci siamo abituati – quando il Pirozzi preannuncia querela etc etc, ma veniamo a un nuovo capitolo della storia. In calce all’articolo pubblichiamo oggi due brevissimi dialoghi intercettati: il primo, via telefono, tra l’allora assessore e consigliere comunale Giuseppe Nuzzo detto Peppe, di professione avvocato, e il super pregiudicato nonché personaggio apicale della delinquenza organizzata di tipo camorristico in quel di Santa Maria a Vico, Domenico Nuzzo, detto Mimmariello; il secondo che allo stesso avvocato Giuseppe Peppe Nuzzo e Clemente De Lucia, personaggio che galleggia a mezzaria nella realtà sammaritana ed è considerato, diciamo così, molto più di un buon conoscente di mister Raffaele Piscitelli, altro personaggio di spicco della criminalità locale, ancor più noto con il suo soprannome di O’Cervinaro”.

Se uno pubblicasse solo la prima conversazione ci sarebbe ben poco da dire, in quanto costituirebbe solo un processo all’intenzione interpretare certe parole come una scelta di utilizzazione di un linguaggio in codice ossia il dire qualcosa per significarne un’altra.

Se un camorrista dice ad un avvocato che lui è “un cliente povero” uno può fare tutti i pensieri maliziosi del mondo ma quello è un ragionamento che formula un cliente che, rivolgendosi al suo avvocato, lo informa di non avere a disposizione grandi mezzi economici, chiedendogli di fatto di abbassare le pretese della sua parcella.

Sarebbe, dunque, assolutamente inutile pubblicare questa intercettazione. Inutile e anche profondamente sbagliato trovandoci di fronte al tipico caso di fatti che non riguardano assolutamente l’indagine in corso. Ricorrerebbe, insomma, quel caso tipico di uso improprio e, qualora ci fosse veramente una legge chiara sul limite di pubblicabilità delle intercettazioni, che noi di CasertaCe, auspichiamo da anni, o addirittura illegale.

E allora perché abbiamo deciso di renderla nota? Perché ne esiste un’altra, acquisita il giorno successivo alla prima, 9 febbraio rispetto all’8 febbraio, che fornisce un senso, spiega, conferma e risolve il dubbio sul senso reale o solamente allusivo delle parole usate da Domenico Mimmariello Nuzzo nella telefonata all’avvocato Peppe Nuzzo.

Per cui, quando Mimmariello dice al suo interlocutore di essere “il client povero” si riferisce ad una questione diversa da quella relativa ad un eventuale mandato, una eventuale delega firmata a Giuseppe Peppe Nuzzo come suo avvocato difensore.

Ciò risulta chiaro nel momento in cui il legale, rivolgendosi a Clemente De Lucia che gli domanda conto del colloquio avuto tra il professionista e Domenico Nuzzo, risponde che il motivo della richiesta di colloquio riguardava “il cimitero”.

E il cimitero, com’è noto, è uno degli argomenti caldissimi già in discussione nelle aule giudiziarie, essendo il fulcro di quello che possiamo definire il primo filone del Santa Maria a Vico gate, quello per cui hanno pagato il dazio dell’arresto solo poche persone e solamente un politico, l’evidentemente meno blindato Pasquale Crisci, al tempo consigliere comunale nonché vice presidente della Provincia.

nelle parole dell’avvocato Nuzzo che questi però pronuncia quale componente dell’amministrazione comunale e non certo come legale traspare la difficoltà nell’arginare le richieste del camorrista: “si però, ha una testa…C’è un tecnico da come ho capito, gli dovrei dire quanti soldi doveva avere quello”

Il “quello la” in questione non altro che Giacomo Caterino, imprenditore di San Cipriano con diverse vicissitudini giudiziarie alle spalle tra cui diversi arresti, una condanna e anche una scelta di collaborare con la giustizia. I suoi problemi iniziarono quando, da vice sindaco di San Cipriano, vice sindaco di Enrico Martinelli, si candidò con Alleanza Nazionale alle provinciali del 2005, passando immediatamente nel centro sinistra e nello specifico nell’UDEUR di Mastella, Nicola Ferraro e dell’allora presidente Sandro de Franciscis, che lo nominò assessore. In partica Mimmariello spinge su Peppe Nuzzo affinché Giacomo Caterino recuperi dei soldi che ritiene debba corrispondergli il Comune di Santa Maria a Vico.

La struttura politico amministrativa si muove attraverso lo stesso Peppe Nuzzo, che investe del problema la vice sindaca Veronica Biondo, affinché un tecnico verifichi se effettivamente esistono le condizioni per accreditare questi soldi al Caterino. Non possiamo stabilire in quanto dall’intercettazione non si comprende il motivo per il quale Domenico Mimmariello Nuzzo spinga su Peppe Nuzzo.

Al massimo possiamo formulare qualche ipotesi, tipo un impegno magari assunto dall’imprenditore che, sempre magari, abbia potuto fare a Mimmariello il seguente ragionamento: se tu con la tua, chiamiamola così autorità e con la tua, chiamiamola ancor di più così, autorevolezza riesci a farli pagare meriterai sicuramente una giusta provvigione, chiamiamola così anche.

Il resto dell’intercettazione, sia relativamente alla porzione della chiacchierata telefonica tra Peppe Nuzzo e Mimmariello, risalente al giorno 8 febbraio 2021, sia della chiacchierata del giorno dopo tra lo stesso avvocato e Clemente De Lucia, lo potete leggere nello stralcio integrale che pubblichiamo qua sotto.