CAPODRISE. Luisa Palazzo verso l’elezione alla Presidenza del consiglio comunale. Non decidono i voti ma l’intesa con Velardi e Pino Riccio in stile Angela Letizia

15 Ottobre 2021 - 18:25

CAPODRISE – Il nome gettato sul tavolo dal neosindaco Vincenzo Negro per la carica di presidente del consiglio comunale è quello di Luisa Palazzo.
Questo nome è frutto di una valutazione di leadership politica del sindaco del tutto discrezionale, visto che non si basa su un criterio autenticamente democratico.
Non risulta, infatti, che Negro abbia interpellato, prima della Palazzo, consiglieri della maggioranza autori di performance personali quantitativamente migliori rispetto a quella realizzata dalla giovane consigliera.
Per cui, oggi non sappiamo se componenti del consiglio con più consenso abbiano potuto avanzare la propria candidatura a una carica che, ricordiamo, Negro sa bene come funziona avendola ricoperta per l’intera consiliatura di Angelo Crescente ed avendola anche utilizzata come trampolino li lancio per mandare in pensione il citato Crescente e sostituirlo nella carica più ambita ed importante di sindaco di Capodrise.
Non avendo utilizzato un metodo integralmente democratico e avendo voluto imporre una sua potestà, peraltro non infondata, di leadership, è normale che l’osservatore delle cose di Capodrise, il giornalista, si interroghi sui motivi che hanno indotto Negro a imporre alla sua maggioranza questo nome.
E qui il discorso non può non andare nella direzione da noi già tracciata durante la campagna elettorale, a quell’accordo stipulato tra Negro e il suo vicino di casa Antonello Velardi, che durante le settimane che hanno preceduto il voto ha interagito più volte con lo strumento dei social, con Luisa Palazzo, divenuta una sorta di piccolo totem di riferimento per chi, da Marcianise, ha sostenuto la candidatura di Negro.
Velardi, ma non solo: l’assessore Pino Riccio, ad esempio, molto si è speso per la Palazzo, con il placet di Velardi, in modo da estendere il metodo che ha portato alla elezione di un’altra donna, di Angela Letizia, alla presidenza del consiglio comunale di Marcianise. Insomma, un’operazione dotata del requisito dell’omogeneità, in quanto dà riscontro concreto all’accordo tra Negro e Velardi, peraltro risultato vincente solo grazie al suicidio di un centrosinistra che, dividendosi, ha spianato la strada al neosindaco.
Perché omogenei sono i meccanismi che hanno portato, da un lato, all’elezione di Angela Letizia a Marcianise, e dall’altra a quella che da qui a qualche minuto si realizzerà, con ogni probabilità, a Capodrise, a vantaggio di Luisa Palazzo.
Quel metodo applicato a Marcianise, quella ragion d’essere da cui è venuta fuori l’elezione di Angela Letizia, è omogenea alla ragion d’essere della elezione della Palazzo, come può ben testimoniare un politico esperto ed acuto qual è sicuramente il simpatico Riccio.