CAPUA. Il solito Di Gianni. Non si rende conto che un consigliere comunale non può lanciare l’ennesima sua lotteria che viola totalmente la legge e vi spieghiamo il perché
9 Novembre 2024 - 09:42
In calce all’articolo vi pubblichiamo il post. Due euro, poi si vince un presepe. Il tutto sarebbe per non assolutamente precisati motivi di solidarietà, di beneficenza senza neppure indicare una data certa per l’estrazione. Norma per norma vi citiamo tutto quello che non si può fare in questo specifico settore e tutto quello che dunque un consigliere comunale, un rappresentante delle istituzioni, di valenza costituzionale, vuole invece violare per la seconda volta in un anno
CAPUA – (g.g) Che esista ormai una ragionevole certezza che nella città di Fieramosca ognuno fa quel che gli pare in barba alle leggi si evince ancora una volta, per l’ennesima volta, dai comportamenti di chi ricopre una funzione istituzionale nell’ambito dell’amministrazione che governa la città, capitanata dal sindaco Adolfo Villani. Comportamenti leggeri che non sembrano attribuire all’altro esercizio della funzione pubblica (nessun medico ha ordinato a questi qua di candidarsi alle elezioni) quella doverosa prevalenza rispetto alle ragioni, pur comprensibili, ma comprensibili fino a un certo punto, riguardanti gli interessi privati
Veniamo subito al dunque. Numerosi cittadini capuani, assidui lettori del nostro giornale che con cadenza quasi quotidiana ci notiziano, ci forniscono spunti per il nostro lavoro, dei fatti locali attraverso segnalazioni di gran lunga in aumento con l’avvento dell’amministrazione Villani che a nostro avviso offre il fianco alle critiche provenienti dall’osservatorio cittadino capuano, ci hanno informati del comportamento tenuto dal consigliere comunale Angelo Graziano Di Gianni nella sua veste di imprenditore commerciale, titolare, come i più ben sapranno, di una rivendita di Tabacchi lungo Corso Appio. Il consigliere continua a dimostrarsi un sostenitore, sottoscrittore, estimatore della riffa ossia delle lotterie versione “homemade”.
Ebbene sì, c’è un secondo episodio che segue quello della lotteria dello scorso mese di gennaio indetta a sostegno dell’imminente Carnevale dal commerciante-tabaccaio-consigliere comunale in barba al D.P.R. del 26 ottobre 2001, n. 430, vale a dire il “regolamento concernente la revisione organica della disciplina dei concorsi
e delle operazioni a premio, nonché delle manifestazioni di sorte locali, ai “sensi dell’articolo 19, comma 4, della legge 27 dicembre 1997, n.449”.
Alt, non spaventativi nel leggere questo elenco apparentemente freddo, tecnico e tecnicistico di numeri e di date relativi ad una norma in vigore nel nostro ordinamento nazionale, dato che a breve vi spiegheremo nella parte finale di questo articolo di cosa si tratta.
Rimaniamo un attimo. Però, alla lodevolissima attività di interazione informativa di cui i nostri lettori capuani ci gratificano. A riguardo, nelle ultime ore, ci hanno notiziato del fatto che il consigliere di Gianni, ancora una volta, ha annunciato, con tanto di post pubblicato sul social denominato Facebook, una lotteria presso la sua attività. E allora noi di CasertaCe con questo nostro breve articolo vogliamo ricordare al commerciante-tabaccaio-consigliere – ecco il punto annunciato prima con cui spieghiamo le norme solo citate fino ad ora – che in merito alla possibilità da parte delle attività commerciali e pubblici esercizi di organizzare lotterie mettendo in palio cesti natalizi, grandi uova di cioccolato, confezioni di dolciumi, e tanti altri prodotti di vario genere, a seconda del periodo dell’anno in cui sono organizzate, l’art. 13 del D.P.R. 430/2001 prevede che i soli soggetti legittimati a promuovere tali manifestazioni di sorte locali sono enti morali, associazioni e comitati senza fini di lucro, aventi scopi assistenziali, culturali, ricreativi e sportivi o partiti o movimenti politici nell’ambito di manifestazioni locali organizzate dagli stessi.
E’ pertanto evidente che sono vietate le lotterie effettuate presso gli esercizi commerciali e pubblici esercizi che consistono nel mettere in palio cesti natalizi, uova di Pasqua ecc.., abbinando la vincita all’estrazione dei numeri del gioco del Lotto. Ora, si dirà: lo hanno fatto in tanti e lo fanno ancora. Tutto sommato non si tratta di una violazione gravissima, si potrebbe chiudere anche un occhio soprattutto di fronte a esercizi della somministrazione che non navigano nell’oro.
Okay, ci vogliamo anche stare perché noi come abbiamo scritto centomila volte non siamo dei fondamentalisti, non siamo dei rigidissimi difensori di un ordinamento giuridico che si specchia in norme teoricamente ineccepibili ma a volte inutilmente draconiane. Okay, ma qui stiamo parlando di un consigliere comunale, tra i più visibili nella maggioranza di Adolfo Villani; di un consigliere comunale rappresentante del popolo sovrano che non può assolutamente consentirsi di stare neppure per un centimetro al di fuori del perimetro normativo in quanto da componente delle istituzioni dovrebbe dare l’esempio. Al di la della definizione, parlando più terra terra, se il proprietario di un baretto o il titolare di un’altra tabaccheria della città vede che lo fa il braccio destro del sindaco Adolfo Villani, per quale motivo non dovrebbe farlo anche lui, ponendosi il problema che quel tipo di operazione viola le leggi vigenti della Repubblica Italiana? Perché pure lui non può stabilire, così come ha scritto Di Gianni, nel suo post che per 2euro a numero, senza neanche comunicare la data dell’estrazione, non si possa indire, pardon, letteralmente inventarsi, una lotteria?
La violazione di tale normativa comporta una sanzione che va da un minimo di € 1.032 ad un massimo di € 10.329 ridotta alla metà nel caso in cui l’operazione sia circoscritta a poche persone ed il premio risulti di scarso valore che magari nella circostanza è così visto che si parla di un piccolo presepe.
Si ricorda, inoltre che per quanto attiene i pubblici esercizi, che le lotterie sono inserite fra i giochi vietati, individuati dal Prefetto per mezzo della tabella dei giochi proibiti.
E soprattutto vogliamo suggerire al Di Gianni di evitare chiose patetiche sotto agli annunci delle sue iniziative. Non basta aggiungere, così come ha fatto, sul cartellone la dicitura “Tabellone Solidale” per rendere “legale” – si fa per dire – una lotteria che prevede l’estrazione di un presepe. Di Gianni parla di non meglio precisato “sostegno ai bisognosi”. Ma non è così che si articolano le iniziative di solidarietà e di beneficenza. Queste si realizzano, sempre nel rispetto di una procedura prevista dalla legge, in campo neutro non all’interno di una tabaccheria ove si svolge l’attività imprenditoriale di tipo privatissimo di un consigliere comunale. Si organizzano dei punti in cui chiunque può conferire una piccola cifra per acquistare un biglietto. Dei punti al di fuori del perimetro di attività private. E se proprio si vogliono coinvolgere le medesime, occorre che un ente pubblico, magari la stessa amministrazione comunale, apra un tavolo a cui inviti tutti i rappresentanti dei commercianti della città ognuno dei quali potrà, nel rispetto integrale di norme e procedure previste dalla legge, impiantare nel proprio negozio un punto vendita dei biglietti, organizzato in modo che, con modalità di comunicazione vistosa, visibilissima tipo cartelli scritti con calligrafia tipografica molto grande grazie ai quali qualunque persona sappia chi come quando e perché e soprattutto dove verranno mandati i soldi in beneficenza. Solo in quel caso l’avventore potrà decidere liberamente con tutte le garanzie di una copertura pubblica dell’evento di diventare, anche, un piccolo benefattore.
Ah, Di Gianni di Di Gianni. Lei, la Giacobone, gli Zenga siete l’emblema della nuova Capua. Una città letteralmente disastrata da un punto di vista culturale. E si sa che quando il livello culturale si abbassa, i danni che si vengono a creare nella qualità della vita, nei rapporti di convivenza civile sono enormi e spesso difficilmente recuperabili.
Vabbè, diciamocela tutta. Mettiamo pure che il Di Gianni sia una persona di gran cuore ma indubbiamente si tratta di una persona, di solito, non in linea, quasi allergico, oseremmo dire, alle regole e forse proprio la sua “trasgressività” piace al sindaco Villani così come numerose sono le “trasgressioni” commesse nella quotidianità dai più che lo affiancano nella guida della città spesso spalleggiati nel perpetrarle proprio dal primo cittadino così come dimostrano i numerosi fatti da noi narrati in decine e decine di articoli. Ecco perché noi scriviamo che questo incrocio costante tra trasgressione, violazione e funzione istituzionale sta configurando il governo-Villani come il peggiore degli ultimi 40 anni.