CARCERE & ISTITUZIONI. Pasquale Crisci, in cella, è ancora vicepresidente della Provincia. Quello che Magliocca non vuol fare e quello che spera che accada

17 Gennaio 2023 - 12:28

Abbiamo cercato di fare un po’ d’ordine dopo le voci sulle sue dimissioni che, invece, non sono mai avvenute, neppure al di fuori della seduta del consiglio provinciale, in cui in maniera sospetta, in relazione allo scarto temporale tra l’intervento di Olga Diana e l’arresto del numero due della Provincia, la rappresentante della lista di Zannini aveva chiesto al suo compagno di partito di lasciare la carica

CASERTA (g.g.) – Mettiamo un poco di ordine nella vicenda politico-giudiziaria che ha coinvolto il vicepresidente della Provincia di Caserta Pasquale Crisci, arrestato in carcere lo scorso 12 gennaio con l’accusa di aver concorso in episodi estorsivi, attuati insieme ad esponenti dei clan criminali attivi nel suo territorio, in merito all’assegnazione di nuove cappelle gentilizie all’interno del cimitero di Santa Maria a Vico, comune nel quale, al tempo dei fatti contestati, Crisci svolgeva le funzioni di vicesindaco e consigliere di maggioranza.

Uno status, quello di consigliere comunale, che gli ha permesso, nel dicembre 2021, di partecipare da candidato alle elezioni provinciali come uomo di punta del consigliere regionale Giovanni Zannini e della sua lista “Moderati”.

Un po’ di chiarezza occorre perché, nelle ore concitate successive all’arresto di Crisci, se ne sono dette e ascoltate di tutti i colori.

Anche noi di CasertaCE siamo stati tratti in inganno da questo effluvio di voci incontrollate, dalle quali abbiamo ritenuto che Pasquale Crisci, che non aveva fatto una piega rispetto alla sospettissima richiesta di dimissioni presentata dalla servizievole consigliera provinciale Olga Diana, in nome e per conto di Giovanni Zannini, a conclusione della seduta del consiglio provinciale o anche il giorno dopo, mercoledì 11 gennaio, a meno di 24 ore dall’arresto, avesse ritenuto di presentare al Protocollo della Provincia le proprie dimissioni da vice.

E invece niente di tutto questo è accaduto.

La necessità, che avvertiamo, di correggere una notizia non precisa, diciamocela tutta, errata, ci consente di dare un po’ di ordine a tutta la trattazione e di farlo, sia dal lato della politica, sia da quello più squisitamente giudiziario.

Al momento – ma non è un caso unico nel suo genere – Pasquale Crisci, seppur recluso in una cella del carcere di Secondigliano, dove attende la celebrazione e poi l’esito dell’udienza che di qui a poco si terrà al cospetto dei giudici del tribunale del Riesame di Napoli, chiamati a pronunciarsi sul ricorso presentato dall’avvocato Carlo De Stavola, legale di fiducia di Crisci, ricopre a tutti gli effetti la carica di vice presidente della provincia.

È probabile che il presidente Giorgio Magliocca attenda l’esito del Riesame per affrontare compiutamente la vicenda.

Al momento, l’avvocato di Crisci non si è fatto ancora vivo dalle parti dell’ufficio Protocollo dell’amministrazione provinciale e, dunque, niente dimissioni, neppure nei giorni successivi all’arresto.

Il Riesame sarà determinante. Magliocca lo conosciamo a menadito, cercherà di non intervenire direttamente. Conosce bene, infatti, gli equilibri, tutt’altro che commendevoli, sui quali si regge la sua amministrazione.

Se Pasquale Crisci non dovesse essere scarcerato e se anche non dovesse ricevere la buona notizia della revoca di ogni altro obbligo, ogni altro titolo cautelare, allora Magliocca spererà che il suo vicepresidente, a quel punto, giocoforza, anche per offrire una disponibilità a togliersi, almeno momentaneamente, dalla scena politico-istituzionale, ai giudici che avranno titolo a decidere sulla sua libertà, in funzione di ulteriori istanze future, presenterà, attraverso il proprio avvocato le sue dimissioni.

Secondo noi, andrà così e, secondo noi, Crisci si dimetterà anche se il Riesame dovesse dare piena ragione al suo ricorso.

Quello che, invece, Magliocca non si augura è di dover utilizzare i propri poteri, i quali, in merito alla carica di vicepresidente della Provincia, sono statutariamente pieni e dirimenti.

Se, infatti, un’eventuale sospensione dalla carica di consigliere provinciale sta solo nelle prerogative del governo e dunque della prefettura, in quanto si tratterebbe di incidere su un mandato rappresentativo ricevuto dai sindaci e dai consiglieri comunali che lo hanno votati alle Provinciali del 18 dicembre 2021, la questione della vicepresidenza è nelle mani di Magliocca che lo ha nominato e in ogni momento ha la possibilità di revocarlo.

Per altro, alla Provincia sono anche abbastanza abituati a cose simili, visto che qualche anno fa furono arrestati prima il vicepresidente Pasquale De Lucia e poi anche il presidente Angelo Di Costanzo, con conseguente apertura di un buffo contenzioso tra l’allora consigliera provinciale del PD, da qualche giorno assunta a tempo indeterminato proprio da Magliocca, parliamo di Raffaella Zagaria da Casapesenna, e il sindaco di Dragoni, Silvio Lavornia.

I due litigarono per giorni, rivendicando lo status di “consigliere provinciale anziano” che, in vacanza delle due cariche apicali, avrebbe dovuto gestire l’ente fino alle elezioni, così come capitò nel momento in cui a Lavornia (come noi avevamo scritto e riscritto) fu riconosciuto questo status, in difformità ad un parere a dir poco superficiale, se non cervellotico, dato da un dirigente del ministero degli Interni, che poi il sottoscritto ha deciso di immortalare scherzosamente nei secoli dei secoli, adottando il suo nome e il suo cognome in un profilo Facebook che si chiama Luigi Naddeo.

Crediamo di aver spiegato bene – a chi è interessato – i termini della questione, lo stato delle cose in atto e delle possibili evoluzioni.