CARINARO/MARCIANISE ma cosa ha fatto Fattore, ha c… in testa alla Sindaca dell’Aprovitola? Per tenerlo un solo giorno a far nulla lo paga da dirigente che non è
24 Febbraio 2025 - 20:43
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La nuova “aspettativa automatica” è una chiara violazione di legge e vi spieghiamo perché. Abbiamo aspettato qualche giorno, rispetto all’ultimo articolo che gli abbiamo dedicato per le cose di Marcianise, altrimenti qualcuno potrebbe pensare che nutriamo astio personale per uno che non conosciamo né direttamente, né indirettamente, ma solo in foto. Il problema è che questa persona è diventata per noi una sorta di paradigma di tutto quello che non bisognerebbe fare nell’esercizio della funzione di dipendente dello Stato. Leggete che “macello” stanno combinando tra Carinaro e Marcianise
CARINARO/MARCIANISE (g.g) – Qualcuno ci ha chiesto per quale motivo noi ci occupiamo spesso di un signore che, tutto sommato, svolge la sua funzione di dipendente nei settori apparentemente non strategici delle Finanze, dei bilanci, riassumibili come settori Ragioneria, di un paio di enti locali della provincia di Caserta.
A svolgere la stessa funzione, in effetti, ci sono decine e decine di Ragionieri più o meno capi o vice capi. Perché la nostra attenzione, dunque, si concentra sul signor Salvatore Fattore? Questo Fattore vi ha fatto qualche cosa? Esiste della ruggine?
Rispondiamo a questi auto interrogativi con le stesse parole di sempre: non conosciamo personalmente Salvatore Fattore. Non lo conosciamo né direttamente, né indirettamente. L’unico punto di contatto è costituito dalla conoscenza della sua fotografia.
Abbiamo preso contatto più volte e in maniera molto approfondita, invece, con il suo modo di intendere la funzione tecnico-istituzionale che ricopre. E siccome, quando CasertaCe incrocia quello che ritiene un umano paradigma di tutto, o anche solo di molta parte di ciò che un funzionario dello Stato non dovrebbe mai fare in modo da onorare al meglio il proprio ruolo, allora il paradigma diventa target, frequenza di analisi e di contestazione.
A dimostrazione del nostro approccio intellettualmente onesto alla vita professionale e alle opere di questo personaggio, vogliamo sottolineare che durante il periodo del commissariamento del Comune di Marcianise, è capitato di parlare bene in qualche circostanza di Fattore, il quale, avendo capito che l’inviato del prefetto guardava con molta diffidenza ciò che l’ex Consorzio Idrico, ora Itl Spa, chiedeva al Comune di Marcianise, suo socio di maggioranza relativa (è titolare del 26% delle quote) espresse pareri negativi e noi lo avevamo elogiato in applicazione di un metodo positivista. Ora, se Fattore non conosce il senso di questo termine, c’è un tutto un mondo dentro ed intorno a Wikipedia che, almeno in parole povere, gli può dire cosa significhi.
Sempre positivisticamente, mantenendo dunque una barra valutativa rigidissimamente posizionata, non possiamo scrivere nulla di buono sul modo con cui Salvatore Fattore sta svolgendo ora, assecondando l’aria che tira al Comune di Marcianise, la sua funzione. Men che meno possiamo farlo per le modalità con cui Fattore sta ridefinendo, riorganizzando a modo suo il rapporto con il Comune di Carinaro, dove in pratica è fisicamente ritornato, anche se, paradossalmente, per effetto della normativa schizofrenica incubata nell’ordinamento nazionale, lui è e resta, incredibile ma vero, un dipendente a tempo indeterminato, seppur in aspettativa, del Comune dell’area aversana, ma contemporaneamente per effetto di una convenzione – ennesimo strumento che si va ad inserire in maniera triangolare tra il Comune di Carinaro, quello di Marcianise e Salvatore Fattore – un dipendente a tempo determinato per un giorno a settimana.
Ovviamente una persona normale, che non sia un burocrate incallito e CasertaCe, costretta, purtroppo, ad avere queste conoscenze, non ci ha capito un tubo. Ed è per questo motivo che siamo di nuovo qui a raccontarvi di questi garbugli, di questo ginepraio e di conseguenza, di chi ne è protagonista. Si chiami esso Antonio Rossi, Mario Verde, o per l’appunto Salvatore Fattore. Sappiamo bene che lui, in mala fede, rimuoverà questo nostro ragionamento iniziale ed eviterà di confrontarsi nel merito. Ma noi, per dignità professionale e perché riteniamo che quei lettori interessati a capirci qualcosa in una storia del genere, la premessa l’abbiamo scritta lo stesso.
Una storia assurda, favorita da una normativa indecente
I rapporti tra Fattore e il comune di Carinaro iniziano nel 2015, con un contratto a tempo determinato. Fattore arriva per volontà della sindaca di allora (e di oggi) Marianna Dell’Aprovitola che si innamora del modo con cui lavora. Al punto che, nel 2017 diviene un dipendente a tempo indeterminato, grazie ad un concorso a dir poco tribolato a causa delle singolari dimissioni rassegnate da due componenti della commissione giudicatrice su tre.
Nel 2019, a Carinaro si celebrano nuove elezioni che segnano la sconfitta di Dell’Aprovitola ad opera di Nicola Affinito con il quale, agli inizi della consiliatura, l’abile e camaleontico Salvatore Fattore instaura un rapporto apparentemente saldo, probabilmente per via della notissima vicenda Marican e del parere contabile da dover negare su quell’autentico abominio costituito dalla vicenda della variante al piano regolatore realizzata scandalosamente, come abbiamo scritto un centinaio di volte in questo giornale, dall’allora pensionando commissario Luigi Palmieri che tra Natale e San Silvestro utilizza sia i poteri della Giunta che quelli del Consiglio Comunale.
L’accordo con Nicola Affinito non dura molto, visto che nel 2021 Fattore entra in conflitto con il sindaco e lascia fisicamente la sua posizione, ma non dal punto di vista della struttura del proprio contratto a tempo indeterminato, che non taglia definitivamente con le dimissioni. Intanto comincia a piantare le tende nel Comune di Nola, sempre attraverso forme contrattuali a tempo determinato, ossia con il solito 110 del Tuel. Lì a Nola partecipa, come abbiamo scritto in un articolo di un paio di mesi fa, anche al concorso per l’assunzione a tempo indeterminato da dirigente ma viene bocciato addirittura ad esito della prova preselettiva. Davanti a lui si prefigura un’ulteriore possibilità. Qualcuno gli fa conoscere l’allora sindaco Antonello Velardi e ciò gli permette di entrare con l’ennesimo 110 al Comune di Marcianise.
Ricapitolando, nel 2021 lascia Carinaro mettendosi in aspettativa senza assegni, ma con conservazione del posto di lavoro utilizzando il comma 5 dell’art.110 del Tuel.
Con il ritorno di Dell’Aprovitola, alla sindaca resta la voglia pazza di utilizzare i servigi dello sparanisano. E qui inizia il viaggio sul filo del coltello sottilissimo e affilatissimo della modalità interpretativa delle norme.
La seconda aspettativa è illegale e vi spieghiamo perché
Nella sua versione attuale, introdotta dall’art.11 del D.L. 90/2014, evidentemente poi trasformato in legge, il citato comma 5 dell’art.110 del Tuel così stabilisce: “Per il periodo di durata degli incarichi di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo (requisiti relativi al rapporto di contratti ex. art 110 stipulabili e la dotazione organica dell’ente, stesso discorso per il rapporto con il numero di dirigenti già in servizio n.d.d) nonché dell’incarico di cui all’art. 108 (direzione generale n.d.d), i dipendenti delle pubbliche amministrazioni sono collocati in aspettativa senza assegni con riconoscimento dell’anzianità di servizio”.
La struttura letterale di un’espressione di questa norma, ossia “solo collocati”, lascerebbe pensare all’esistenza di un diritto soggettivo e pieno del lavoratore di mettersi in aspettativa per espletare un incarico ai sensi, dell’art. 110 commi 1 e 2, del Tuel in un altro Comune, senza la possibilità dell’ente datore di lavoro di opporsi.
In realtà non è questa l’interpretazione che ha consentito, ad esempio, di porsi in aspettativa senza compenso a Carinaro. L’uso dell’indicativo presente (“sono collocati”), infatti, non è il frutto della volontà del legislatore di assegnare un diritto soggettivo al lavoratore, ma è funzionale a risolvere “un problema” che la vecchia versione dell’art.110 comma 5, precedentemente all’avvento del art.11 del D.L. 90/2014, aveva in sé. Nella versione antecedente, infatti, la norma stabiliva che il funzionario neo incaricato con il 110 in mente, se già dipendente a tempo indeterminato altrove, vedeva risolto di diritto il vecchio contratto, fatta salva la possibilità di ottenere la riassunzione qualora effettuasse la richiesta nei 30 giorni successivi alla fine del contratto ex.art 110 e se l’ente, in origine datore di lavoro, aveva giusto quel posto vacante ancora in organico.
In poche parole, prima dell’approvazione da parte del Governo del D.L. 90/2014, il dipendente che sloggiava altrove, poteva seriamente rischiare di rimanere fregato almeno per un po’, cioè almeno o anche per molto, fino a quando il vecchio ente di provenienza non avesse nuovamente quel posto specifico vacante in organico.
La nuova norma contenuta nel D.L. 90/2014 riforma il comma 5 del art. 110 del Tuel, ma la sostanza non cambia moltissimo, se non che ora il dipendente torna subito nel vecchio ente, essendo chiaro che ha diritto alla conservazione del posto, essendo lui collocato in aspettativa, mentre in passato come abbiamo appena spiegato, la situazione e la procedura erano più macchinose, prevedendo il 110 anche la possibilità che il suo posto fosse stato da altri occupato.
Da qui la scelta del legislatore di usare quell’indicativo presente (“sono collocati in aspettativa”) che non sta però a significare un automatismo tra richiesta e concessione dell’aspettativa, ma semplicemente sta a significare che coloro i quali ottengono il permesso di andare altrove vengono collocati in aspettativa, la quale include il diritto alla conservazione del posto.
La conferma della Giurisprudenza
Ora, non è che CasertaCe si è trasformato in un tribunale della legittimità, ossia nella Cassazione o nel Consiglio di Stato oppure, considerando un rango inferiore, in un Tar operante nei vari distretti giudiziaria italiani o ancora nella Corte dei conti. Affermiamo queste cose perché abbiamo consultato con attenzione i repertori giurisprudenziali.
Al riguardo, la sezione regionale di controllo della Corte dei conti della Lombardia – parere 232/2018 – e il dipartimento della Funzione Pubblica, parere n.25780/2021, hanno chiarito che non c’è alcun automatismo tra richiesta di aspettativa del dipendente e la sua concessione, conservando l’ente di appartenenza la facoltà datoriale di negare l’aspettativa in ragione delle proprie esigenze organizzative.
Avete letto tutta quanta questa generosa parte dell’articolo in cui proviamo ad inserire il Comune di Carinaro nel novero dei luoghi della civiltà e della democrazia, ossia nei luoghi dove è in vigore lo Stato di diritto? Il problema è che Carinaro, per il livello culturale scandalosamente basso della sua sedicente classe dirigente, in questo perimetro non c’è, e dunque chi lo amministra non se ne frega un tubo “delle esigenze organizzative del Comune”.
Salvatore Fattore è in aspettativa dal 2022, e in queste giornate, ossia a febbraio 2025, ha comunicato una nuova aspettativa che gli consente di rimanere beatamente a Marcianise, dove lui spera di vincere il concorso per l’assunzione a tempo indeterminato quale dirigente, ottenendo un risultato diverso dalla non certo gloriosa bocciatura in prima battuta che lo bastonò a Nola. In effetti, se non c’avessimo messo becco noi di CasertaCe, la strada per un’agevole vittoria nel concorso bandito dal Comune di Marcianise, sarebbe stata già tracciata. In attesa di questo concorso, su cui abbiamo intenzione di svolgere un’attività di controllo capillare, con nostra presenza fisica negli uffici in cui si svolgerà, partendo dall’analisi del sangue, dell’urina e delle feci dei componenti della commissione giudicatrice, sottolineiamo, tornando a Carinaro, che il modo con cui è stata concessa questa seconda aspettativa a Fattore è, a nostro avviso, illegale.
Ciò perché il criterio utilizzato è stato quello della aspettativa automatica che, alla luce delle sentenze or ora citate, e che vanno ad interpretare la versione riformata del art. 110 comma 5 ad opera dell’art. 11 del D.L. 90/2014, non è possibile applicare.
Nella delibera della Giunta comunale di Carinaro, infatti, così si legge: “Considerato che in merito al collocamento in aspettativa senza assegni di cui ha richiamato comma 5 dell’art 110 D.lgs. n. 267/2000 (il Tuel), l’ente deve procedere con mera presa d’atto non avendo alcun poter discrezionale”.
E qui occorrerebbe una frase brutale, solo che ci scordiamo sempre il nome di questo segretario comunale e ci chiediamo per quale motivo uno debba avere questi galloni dato che noi, da giornalisti, ci poniamo il problema di studiare l’evoluzione del quadro legislativo e giurisprudenziale, mentre chi dovrebbe farlo per professione non lo fa.
Se è vero che il signor Salvatore Fattore ha sicuramente diritto alla conservazione del suo posto, è anche vero che il Comune di Carinaro si trova da ben tre anni nella condizione di non poter bandire un concorso per la copertura a tempo indeterminato della sua posizione, potendo coprire il posto solo con contratti temporanei.
Con te anche un solo giorno… mi basta
Ma non finisce qui: quando la sindaca Dell’Aprovitola è stata rieletta, sempre il Comune ha stipulato convenzione con quello di Marcianise per “riprendersi” Salvatore Fattore per un solo giorno a settimana. Insomma, un macello di sovrapposizione di strumenti giuridici che ripartono comunque dal riconoscimento di un’aspettativa automatica che non è possibile realizzare per legge.
Ma siccome questa storia, parossisticamente, non è ancora finita, ci si conceda la licenza, la quale ci porta a ritenere che Salvatore Fattore sembra aver c…. in testa alla sindaca dell’Aprovitola per la quale lo sparanisano rappresenta l’unico esperto (si fa per dire) mondiale della scienza contabile, il problema è che, quantomeno, alla luce della modifica del comma 5 dell’art 110 del Tuel e dei successivi pronunciamenti giurisprudenziali, la Dell’Aprovitola avrebbe dovuto metterci la faccia, concedendo il permesso a Fattore per la nuova aspettativa, nonostante il fatto che da tre anni – ripetiamo da tre anni – il Comune appone solamente toppe ad un settore Finanze, Bilancio e Ragioneria che fa acqua da tutte le parti. E invece, pur di far quadrare tutte le esigenze del signor Fattore ci si inventa questa cosa dell’unico giorno a settimana, manco si trattasse del vecchio taumaturgo dell’Antica Grecia, oppure di Goldrake, Jeeg Robot o Superman in tempi medio-moderni.
In un unico giorno a settimana non si ha il tempo di far nulla di serio, se non venire, come sta facendo Fattore, per firmare affidamenti a soggetti esterni di supporto per qualsiasi attività dell’Area finanziaria, oltre che per esternalizzare qualsivoglia servizio, partendo dalla riscossione dei tributi, con una gara da quasi due milioni di euro, durata 5 anni, spedita, manco a dirlo, alla Cuc Nolana, centrale di committenza di cui CasertaCe da 9 mesi a questa parte ha messo in evidenza zone d’ombra e di opacità.
Il super stipendio di Fattore
Dulcis in fundo, la vergogna delle vergogne: lo stipendio a Fattore, semplice dipendente del Comune di Carinaro, ciliegina su questa torta avariata, viene pagato dai cittadini carinaresi applicando le tabelle della dirigenza, sebbene Carinaro non può per dimensione avere un dirigente, figura prevista solo ed esclusivamente nei comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti.
Tutto ciò, per effetto della già citata convenzione con il Comune di Marcianise, la quale prevede che Carinaro dovrà corrispondere un importo pari al 20% della retribuzione mensile del dirigente e dalla maggiorazione della retribuzione di posizione nella misura del 30%.
20% per 5 fa 100% e quindi il quoziente è quello giusto, non torna invece la relazione tra importo dovuto a Fattore e le cifre di retribuzione da dirigente, visto che Fattore dirigente non è. Una scelta a nostro avviso immorale dal punto di vista della corretta gestione di una spesa pubblica finalizzata a tenere in ordine e soprattutto a rendere eque le scelte operate dal Comune nel momento in cui c’è da tirar fuori anche un solo euro che è proprietà, in quota parte, di ogni cittadino.
Se è già sbagliato, pur non avendo Fattore la dirigenza, pagare con lo stipendio da dirigente quello che è solo un funzionario di un altro ente, diventa vera e propria pornografia amministrativa pagare da dirigente un proprio dipendente per il solo fatto che lo si è prestato ad un Comune (Marcianise) dotato di dirigenza, ma dove dirigente ugualmente non è, in quanto il 110 implica l’assunzione di una carica di facente funzione. Una vera e propria follia per tenere un solo giorno uno che ti firma esclusivamente incarichi esterni ed esternalizzazione dei servizi.