Cartelle cliniche falsificate dopo la morte della mamma 29enne: sotto accusa la società Dedalus

7 Febbraio 2024 - 17:33

Ieri la nuova udienza del processo.

GRICIGNANO D’AVERSA/CASTEL VOLTURNO. Avrebbero falsificato le cartelle cliniche di Francesca Oliva, la mamma 29enne di Gricignano d’Aversa che morì, nel maggio del 2014, dopo avere dato alla luce tre gemelli. Solo uno di quei bimbi è sopravvissuto a quel tragico parto, avvenuto nella clinica Pineta Grande.

Ieri la nuova udienza del processo che vede imputati il patron della struttura sanitaria di Castel Volturno, Vincenzo Schiavone, Stefano Palmieri primario di Ginecologia e Ostetricia, Gabriele Vallefuoco e Giuseppe Delle Donne ginecologi della clinica e Gianluca Salvatore Russo e Giorgio Conte, i tecnici informatici che avrebbero falsificato le cartelle cliniche.

Il pm Gerardina Cozzolino ha proceduto al deposito della cartella clinica complessiva e dell’elenco completo delle intercettazioni e dei decreti autorizzativi, oltre che del verbale dell’udienza del 03 giugno del 2019 relativo alla falsa testimonianza del dottor Palmieri. Nel corso della prossima udienza verrà ascoltato il teste Ricci, consulente tecnico e socio della Dedalus, società produttrice del sistema Argos per la gestione delle cartelle cliniche telematiche alla clinica Pineta Grande, che il giudice monocratico Norma Cardullo ha ammesso quale teste. Proprio la società Dedalus è stata chiamata in causa dai vertici della clinica, quale responsabile dell’accaduto. Già nell’udienza di gennaio, invece, erano state ammesse le parti civili: l’avvocato Raffaele

Costanzo per i familiari della vittima e l’avvocato Lara Vastarella per il medico Renato Bembo, che ha già subito un processo per omicidio colposo, dal quale è stato assolto.

Ricordiamo che Francesca Oliva, residente a Gricignano di Aversa, era stata ricoverata d’urgenza al sesto mese di gravidanza dopo che le sue condizioni si erano aggravate in seguito ad un intervento di cerchiaggio al collo dell’utero avuto all’ospedale di Giugliano alcuni giorni prima, ed eseguito dal suo ginecologo di fiducia (deceduto nel 2017): la 29enne mori’ dopo aver dato alla luce tre gemelli, uno dei quali, il maschio – le altre erano femminucce – era già morto quando fu partorito, ma nessuno se n’era accorto.

La presenza del feto in decomposizione provocò una setticemia fatale alla 29enne. Una seconda bimba, nata con un peso di appena 480 grammi, mori’ poche ore dopo la madre; l’altra piccola, pur pesando 600 grammi, e’ riuscita a sopravvivere, grazie anche all’assistenza ricevuta alla terapia intensiva neonatale della clinica Pineta Grande. . 

Il giudice dovrà decidere in merito alle costituzioni di parte civile anche per l’opposizione degli avvocati Claudio Sgambato e Giuseppe Stellato, difensori degli imputati, Vincenzo Schiavone, legale rappresentante della clinica, Stefano Palmieri primario di Ginecologia e Ostetricia, Gabriele Vallefuoco e Giuseppe Delle Donne ginecologi della clinica e Gianluca Salvatore Russo e Giorgio Conte che sono i tecnici informatici che avrebbero falsificato le cartelle cliniche.