CASERTA ALLE ELEZIONI. “Paolo il furbo”. Ecco perché Marzo e il listone non potranno non stare con Carlo Marino. E se del Gaudio…

4 Marzo 2021 - 13:12

CASERTA – Dopo tanti anni possiamo permetterci il lusso, il privilegio che ci siamo conquistati grazie ai sacrifici compiuti per dare forza e autorevolezza a questo giornale, di non preoccuparci di partecipare necessariamente al racconto della pre-campagna elettorale della città di Caserta.

È un privilegio che ci teniamo stretti e che non è assolutamente espressione di una deriva snobistica.

Semplicemente, quello che succede oggi a 7 mesi dalle elezioni comunali, che si terranno, al 99%, i prossimi 10 e 11 ottobre (con l’eventuale coda del ballottaggio fissata per il 24 e il 25 dello stesso mese), non conta nulla e non sarà assolutamente determinante rispetto ai giochi veri che si faranno a maggio-giugno.

Abbiamo in animo di pubblicare, di qui a poco, un articolo che contenga una nostra valutazione su come il centrodestra si sta muovendo – si fa per dire – per fronteggiare la certa ricandidatura di Carlo Marino.

Ma oggi vogliamo affrontare qualche questione apparentemente complementare, che invece diventa importante in quanto paradigma di un modo d’essere e di agire, soprattutto di un ulteriore scadimento del livello della politica in questa città.

Primo punto: il cosiddetto “listone”.

Non abbiamo mai sottovalutato l’intelligenza e la scaltrezza popolaresca di Paolo Marzo. Lui si muove legittimamente, perché la politica possa assecondare gli interessi imprenditoriali suoi e della sua famiglia.

Lui, furbamente, continua a dire che il listone non ha ancora deciso con chi stare. Questo gli serve a evitare strappi laceranti con chi, stiamo parlando di Zinzi, lui ha appoggiato alle ultime elezioni regionali.

Marzo dichiara: se è Zinzi, il listone sarà dalla sua parte.

Naturalmente, bluffa. Sa bene che Zinzi non sarà il candidato sindaco del centrodestra e conseguentemente è tranquillo sul fatto che un accordo già blindato con Carlo Marino non passerà per quello che è, ma per un processo politico ordinario ed ortodosso.

La verità è un’altra. Marzo ha appoggiato Zinzi, ma ha stretto un accordo con Carlo Marino sin dai giorni delle elezioni regionali. Ed è questo che gli consente oggi di essere di fatto il principale rappresentante del cosiddetto listone, la persona che partecipa alle varie riunioni, la maggior parte delle quali oziose e dal risultato impalpabile.

L’attuale sindaco uscente non gli ha consentito di giocare d’astuzia, mantenendo credibilmente il piede in due staffe.

Ha preteso ed ottenuto il voto favorevole di Massimiliano Marzo, fratello di Paolo, sul bilancio che, come è noto, è il voto più politico che un consiglio comunale sia in grado di esprimere.

Badate bene, il voto di Massimiliano Marzo non era decisivo per approvare quel bilancio. Tutt’altro.

Il fatto che sia stato espresso in quel modo, con quella platealità, e in completa antitesi con ciò che fino ad allora Marzo aveva fatto in consiglio comunale può avere solo il senso di un atto di affiliazione che poi trova riscontro anche in un ritorno importante delle imprese a cui i Marzo sono storicamente vicini.

Ci riferiamo a quelle della galassia-Caprio e a quella del genero dell’ex sindaco di Valle di Maddaloni Giovanni Pascarella.

Come può essere mai considerata in discussione, allora, la collocazione di una lista di cui fanno parte Emiliano Casale, assessore in carica della giunta di Carlo Marino, Massimo Russo, Camillo Federico, Antonio Di Lella, cioè tutti i consiglieri comunali di maggioranza?

Non ci crede nessuno e farebbe bene il centrodestra a dare una pacca sulla spalla al buon Paolo Marzo senza continuare a perdere tempo con lui.

Finanche una ipotetica quanto improbabile candidatura di Pio Del Gaudio, il cui nome comincia a girare soprattutto dalle parti della Lega, non potrebbe essere assecondata da Paolo Marzo, nonostante il fatto che nel meccanismo di cui abbiamo scritto prima, un Del Gaudio che torna a fare il sindaco di Caserta andrebbe benone rispetto alle necessità di quella particolarissima galassia politico-imprenditoriale.

Ma ripetiamo, Paolo Marzo può andare altrove rispetto al cosiddetto listone solo se da questo si congeda, andando a fare un’altra cosa.

Se l’obiettivo, invece, è quello di portar dentro al consiglio comunale quattro, cinque o addirittura sei eletti, in modo da tenere per gli zebedei sin dal primo giorno il sindaco eletto, allora non potrà esserci alternativa ad un’alleanza con Carlo Marino.