CASERTA. Ancora sul dissesto: ecco le cifre del fallimento della commissione liquidatrice. Doccia fredda per Marino, dovrà scucire altri 15 milioni se…

13 Luglio 2018 - 13:01

CASERTA – Se Carlo Marino si imbatterà in una seconda commissione liquidatrice del valore e della qualità amministrativa della prima, starà fresco per realizzare il disegno che aveva di chiudere alcuni contenziosi, a partire da quello di Mario Pagano Granata, concedendo il 60% del credito vantato dal fornitore di beni e servizi. La delibera numero 46 della commissione straordinaria liquidatrice che segna l’epilogo del suo lavoro (si fa per dire) conferma, sostanzialmente quello che noi abbiamo anticipato in un importante articolo pubblicato l’altro ieri (CLICCA QUI PER LEGGERE).

La commissione liquidatrice in difformità a ciò che prevede il Testo Unico precisamente all’articolo 258 comma 4, ha accantonato, non il 50% delle somme riguardanti i creditori che non hanno accettato la transazione, ma solo il 40%. Ed infatti, si legge nella delibera, 32 milioni 70 mila 39 euro e 38 centesimi. Esattamente il 40% dei 77 milioni 859 mila 570 euro e 13 centesimi, rappresentativi della somma rivendicata dal complesso dei creditori del comune di Caserta.

Confermata anche la nostra indiscrezione sul fatto che la commissione non abbia messo un solo euro nel fondo che serve a fronteggiare gli eventuali risultati negativi dei contenziosi ancora in atto dentro ai quali i creditori non hanno ancora a loro disposizione un titolo esecutivo. Insomma, un lavoro molto scadente e molto deludente, visto che è mancata totalmente la determinazione, la forza e forse la competenza amministrativa per attivare seriamente e realmente le leve del risanamento che in una situazione del genere non potevano non riguardare il lato delle entrate. 

Questi non hanno venduto un solo immobile del comune. Non hanno intimato all’amministrazione comunale di accantonare un solo euro dalla gestione ordinaria; non hanno detto alla Publiservizi di tirare fuori le carte per capire realmente quali fossero, tra i residui attivi, i soldi che si potevano effettivamente incassare e quelli che incassare non si potevano, tenuti vivi dalle stravaganti dichiarazioni dei dirigenti che così facendo continuano a farloccare i vari bilanci del comune.

Niente di tutto questo è stato fatto. Ora, se la commissione liquidatrice che dovrà affrontare il nuovo dissesto e probabilmente una platea di creditori che conterrà quelli dei 77 milioni di euro (transazioni flop: hanno riguardato meno del 50% dei titoli rivendicati), ma anche altri creditori che in questo periodo hanno raggiunto lo stadio del diritto fornitogli da un titolo divenuto giuridicamente esecutivo. Insomma, a occhio e croce si lavorerà su 100 milioni di euro di debiti. Se il comune vuole chiudere col 60% e non riceverà risposte, in termini di entrate, in pratica se si troverà di fronte allo stesso modus operandi della prima commissione, dovrà tirar fuori dalle sue casse esangui, circa 15 milioni e mezzo di euro che sono esattamente il 20% dei 77 milioni in modo da aggiungerli ai 32 milioni e passa accantonati. 

E questo sarebbe veramente un fatto devastante, esiziale, distruttivo per le finanze della città.

 

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