CASERTA. Centinaia di migliaia di euro in tangenti per il parcheggio San Carlo, ufficiale della Finanza svela i dettagli

30 Gennaio 2024 - 16:34

Il luogotenente che condusse le indagini: l’imprenditore Sagliocchi parlò di 400mila euro spartiti tra Biondi, Greco e Nocera.

CASERTA Centinaia di migliaia di euro versati, a titolo di tangente, a tecnici e dirigenti comunali per la realizzazione del parcheggio di via San Carlo. Entra nel vivo il processo sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi, fazione Zagaria, nel parcheggio di via San Carlo a Caserta. In aula, oggi, l’ufficiale della Guardia di Finanza di Roma che condusse le indagini e che ha parlato delle intercettazioni ambientali.

Davanti alla Prima Sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Sergio Enea, con a latere i giudici Giuseppe Zullo e Norma Cardullo, il luogotenente delle fiamme gialle ha sveltato alcuni dettagli dell’inchiesta che hanno portato all’incriminazione di Michele Patrizio Sagliocchi, del boss Michele Zagaria, del superdirigente del Comune di Caserta Francesco Biondi, dell’architetto Carmine Domenico Nocera, di Gaetano RiccardiFabio Fontana e Teresa Capaldo, tutti accusati a vario titolo di associazione a delinquere con l’aggravante della agevolazione mafiosa, corruzione, autoriciclaggio, falso ideologico, trasferimento fraudolento di valori.

Per il finanziere. Biondi incontrò Sagliocchi in una cava di Maddaloni, per accordarsi sull’aggiudicazione dei lavori del parcheggio. Sagliocchi parlò di 400mila euro “spartiti” tra Biondi, Nocera e Greco. Queste intercettazioni avvennero tra lo stesso Sagliocchi ed il cognato Aldo Ricciardi. L’ufficiale ha sottolineato anche che dalle intercettazioni si evinse che Sagliocchi pagò 500mila euro a Giuseppe Greco (che non risulta indagato) per la variazione del progetto. La ditta di Sagliocchi trasferì poi in subappalto i lavori a Caruso e Fontana (Fontana Truck), società in cui Teresa Capaldo aveva la maggioranza delle quote (di qui il collegamento con il boss Michele Zagaria).

Stando alle indagini, coordinate dai pm della Dda Alessandro D’Alessio e Fabrizio Vanorio, Sagliocchi avrebbe corrisposto, a titolo corruttivo, 270mila euro in contanti agli architetti e all’ex dirigente del settore urbanistico del Comune (nella vicenda corruttiva venne coinvolto anche l’ex assessore Giuseppe Greco cui posizione è stata archiviata) per agevolare il rilascio del permesso a costruire e degli altri atti connessi e susseguenti, nonché per evitare controlli sul cantiere da parte delle autorità preposte.