CASERTA. De Luca si autocelebra, ma il Tar ieri ha autorizzato l’ex cava Cementir a cavare altri 500mila metri cubi perché il Policlinico non dà segni di vita

1 Maggio 2020 - 17:01

Questi sono i fatti su cui bisognerebbe confrontarsi e valutare l’operato del presidente della Regione Campania, che nel marzo 2017 promise solennemente che la grande struttura sanitaria avrebbe aperto entro 3 anni. In questo periodo tutta la politica per le cave è stata orientata rispetto ad una data che in realtà ha rappresentato una totale illusione

 

 

CASERTA – Vincenzo De Luca, invece di autocelebrare se stesso e di impegnare le giornate in video-monologhi, simili per lunghezza ai discorsi che Fidel Castro faceva nei discorsi del Partito Comunista cubano, farebbe bene a rispondere ai casertani sui motivi per cui non ha mantenuto la solenne promessa, fatta nel marzo 2017, di aprire il Policlinico entro tre anni.

Ora non è più una questione di orgoglio territoriale oppure una vicenda in cui Caserta diventa parte lesa, in quanto non riesce a mettere in piedi una struttura che avrebbe dovuto garantire un grande sviluppo, soprattutto nella zona ex Saint Gobain.

La questione diventa ancora più grave, perché ieri il Tar della Campania ha accolto il ricorso presentato da Maddaloni Cementi, in pratica dalla Colacem, che ha rilevato il cementificio e la cava di Caltagirone qualche anno fa.

Il motivo? “Appare rilevante, in ragione del dato normativo e della mancanza di più impellenti interessi pubblici da tutelare, che gli interventi di recupero ambientale continuino in quanto comunque necessari e importanti per il ripristino dei luoghi interessati alle attività estrattive. In ragione di tali argomentazioni, il collegio accoglie il ricorso e i motivi aggiunti annullando gli atti impugnati”

– scrive il Tar, quinta sezione (presidente Pierina Biancofiore).

La chiamano riqualificazione, ma in realtà di tratta di interventi molto impattanti.