CASERTA Debito fuori bilancio Defiam, ormai è una barzelletta: la Martino afferma che Franco Biondi ha fatto un refuso

27 Luglio 2022 - 17:27

Di ritorno dal mare, un esordio travolgente quello dell’assessore al Bilancio e alle Finanze. Ma questa storia è una porcheria e non certo per un solo motivo. Una porcheria esattamente come quella consumata facendo sparire da ogni bilancio i 18 milioni di euro del finanziamento della Cassa Depositi e Prestiti.

 

 

 

CASERTA (gianluigi guarino) Dottoressa Martino, ma non era meglio che stava a riposare un’altra settimana al mare dove, peraltro, con rispetto parlando, lei fa la sua ottima figura? E’ tornata per coprire, con una versione assolutamente dubbia – e usiamo un eufemismo – tutti i pasticci anzi, chiamiamoli come devono essere definiti, le porcherie realizzate dai vari Marino, Biondi, ecc. allo scopo di portare avanti il disegno consapevole, premeditato e patente di taroccare -per avere sempre margini per spendere, spandere e distruggere definitivamente il futuro delle prossime cinque generazioni di casertani – i bilanci comunali, così come è stato già fatto con gli ormai famosi 18 milioni di euro, concessi, attraverso la Cassa depositi e prestiti, dal Governo, in applicazione di uno dei suoi decreti emergenziali intra-covid, finalizzato a dare ossigeno alle imprese, tagliando drasticamente i tempi di liquidazione delle fatture che i privati spediscono ai Comuni e che oggi, essendo indiscutibilmente un debito, sono letteralmente scomparsi visto che non se ne ha traccia, né nella contabilità dell’organo straordinario di liquidazione del secondo dissesto, a cui erano stati spediti grazie ad un folle parere erogato da uno dei funzionari del dipartimento Autonomie locali del ministero dell’Interno, totalmente sbugiardato da una sezione della Corte dei Conti della Calabria (clikka e leggi)

e neppure, stiamo parlando sempre dei 18 milioni, compaiono nei bilanci del Comune che se ne è sbarazzato, pur pagando regolarmente le rate del mutuo alla Cassa Depositi e Prestiti, che altrimenti ci metterebbe un solo secondo per riprendersi i soldi, proprio per non creare una configurazione dello stesso bilancio che potesse poi impedire, figuriamoci stavamo in piena campagna elettorale, la solita azione predatoria nel capitolo delle spese, a colpi di affidamenti diretti, incarichi elargiti ad avvocati, commercialisti, nani, ballerine e chi più ne ha più ne metta.

Lei non c’entra nulla con queste scelleratezze, dottoressa Martino, anche se a suo tempo, ricordiamo bene, ripeteva a pappagallo che il parere del dipartimento Autonomie locali del ministero dell’Interno esprimeva una potenza materiale e morale superiore ai Dieci comandamenti e alle Dodici tavole. Lei sta lì a ricoprire la carica di assessore perché ce l’ha messa il mio amico Gennaro Oliviero il quale, con una rapidità fenomenale la accasò, ipso facto, a cadavere di Stefano Graziano ancora caldo, cioè a poche ore di distanza dall’esito delle ultime elezioni regionali dove lei, proprio per volere di Graziano, era stata candidata nella lista del Pd. Che ne sa lei di Carlo Marino, di Franco Biondi? Abbiamo colto, dalla lettura del suo curriculum vitae delle sue caratteristiche e delle sue attitudini da leggere in controluce rispetto a tutto ciò che in un curriculum, ognuno di noi, può a piacimento, autodichiarare. Lei non è affatto una stupida, dottoressa Martino, ma questi qua, cioè il Marino, il Biondi e il resto della squadra, sono diabolici e, soprattutto, hanno un Dna  che tiene lontano dalla loro testa ogni seppur remoto pensiero orientato sull’etica pubblica, sulla buona creanza, su quella che dovrebbe essere la necessità di applicare il comportamento, le azioni del buon padre di famiglia nella gestione della cosa pubblica. Dottoressa Martino perché non lo ha fatto dire a Biondi che nella determina da noi pubblicata un po’ di giorni fa (clikka e leggi) c’era stato un refuso e che, in verità lui, Biondi, non voleva scrivere “bilancio 2021”, bensì bilancio 2022.

Assessore, quando il buon Peppino Fattopace ha provato a confutare, inviando al sottoscritto un messaggio personale, il contenuto del primo dei tre nostri articoli dedicato a questa vicenda del Debito fuori bilancio dell’azienda irpina Defiam, noi ci siamo sentiti in dovere di prenderlo in parola. Per cui, ci siamo letti certosinamente – chissà se lei l’ha fatto, dottoressa Martino – la relazione del Collegio e lì abbiamo appreso, in contrasto con quello che Biondi avrebbe scritto successivamente nella sua determina, che i Revisori dei conti si sentivano tranquilli e dormivano tra sette guanciali, nel momento in cui avevano appreso dallo stesso Biondi che quel debito fuori bilancio di circa 300mila euro, sarebbe stato imputato al bilancio di previsione triennale 2022-2024. Perché non lo ha fatto scrivere a Biondi che quello è un refuso? Perché non lo ha costretto a scrivere un’altra determina in cui metta nero su bianco questa storia del 2022 che, come abbiamo più volte spiegato, è una porcata anche a prescindere da questi aspetti, da questi contenuti della vicenda, visto e considerato che le norme contenute nel Tuel, obbligano a riconoscere i debiti fuori bilancio dentro all’esercizio in cui questi si sono formati in base ad un titolo divenuto esecutivo (clikka e leggi). E questo titolo, la forza dell’esecutività l’ha acquisita nell’autunno del 2020. Per cui, il riconoscimento doveva essere fatto durante il 2020 e non nel 2021. Ma voi non l’avete fatto, a dirla tutta, né nel 2020 e neppure nel 2021; non lo avete fatto neppure quando il curatore fallimentare della  Defiam ha pignorato nel febbraio dell’anno scorso, il conto corrente che il Comune tiene acceso presso la Banca Tesoriera, fino a concorrenza del credito vantato e riconosciuto da un giudice attraverso un atto ingiuntivo che al protocollo del Comune capoluogo è arrivato, ripetiamo, nel 2020.

Non lo avete fatto fino a oggi, fino alla seduta odierna del consiglio comunale. Per cui voi andrete ad inserire questo debito nel bilancio 2022 grazie a una determina sbagliata e non ancora corretta e per di più in una configurazione illegale, perché oggi chi ha votato ha riconosciuto, il giorno 27 luglio 2022, un debito fuori bilancio nato, registrato all’Anagrafe degli atti amministrativi del Comune, nell’anno 2020  e che voi non avete neppure riconosciuto nel 2021, neppure dopo il pignoramento eseguito presso la Tesoreria.  E’ ovvio che non potevate fare altro che sparare questa roba del refuso, anche per cercare di tutelare il disastro del Collegio dei revisori, il quale ormai è una cinghia di trasmissione di Carlo Marino, della sua amministrazione comunale, della sua maggioranza, del Pd e ha perso anche l’ultima stilla di autonomia, di indipendenza e di imparzialità che, grazie proprio a Fattopace, era riuscita a preservare fino al 2020.

Se lei, dottoressa Martino, possiede, indubbiamente e a nostro avviso, l’attitudine a cui facevamo cenno prima, citando il suo curriculum vitae per prestarsi a dichiarare cose come quella che stamattina lei ha esposto, sappia bene, però, che nella sua esistenza manovriera lei non ha mai avuto a che fare con amministratori comunali come questi di Caserta, con sindaci come Marino, con dirigenti come Franco Biondi.

Ma lei veramente crede che noi abbiamo l’anello al naso? Lei veramente crede che uno come Biondi sia incorso in un errore, abbia fatto un refuso? Ma per favore… se ne ritorni al mare, almeno lì preserva meglio le sue caratteristiche e le sue attitudini.