CASERTA. Donna investita da un’auto a corso Giannone. L’ambulanza ha impiegato più di mezz’ora per arrivare. E noi, testardi ritorniamo a scrivere del 118
24 Novembre 2022 - 22:11
Il fatto si è verificato verso le 18.00 e alle 18.30 almeno 5 testimoni seri hanno affermato che sul posto, nonostante la vittima fosse stesa a terra, di un’ambulanza non si è vista nemmeno l’ombra..
CASERTA (G.G.) – Siccome non ci stiamo a farci tacciare come quelli che vanno all’attacco della governance del servizio 118 di Caserta per motivi obliqui e, addirittura, inconfessabili, siccome noi, con il dirigente Roberto Mannella, non abbiamo mai parlato di persona e forse solamente in un paio di occasioni nella nostra vita abbiamo parlato al telefono, siccome noi con l’attuale direttore generale dell’ASL Amedeo Blasotti non abbiamo mai parlato, ne di persona, e ne al telefono, riteniamo opportuno ancora una volta spendere energie per formulare la seguente premessa: non sappiamo se le condizioni della donna di Caserta, investita verso le 18.00 di stasera, nei pressi del centralissimo corso Giannone, godesse di ottima salute o quanto meno di una buona salute che rendesse tranquilla, comoda e non rischiosa la postura, che la vittima aveva assunto, distesa com’era orizzontalmente sul selciato.
Può darsi che la signora stesse comoda e allora diciamo forte e chiaro che non rappresenta una notizia il fatto che, a trenta minuti esatti dall’incidente, per altro avvenuto a 300 metri di distanza dall’ingresso principale dell’Ospedale civile di Caserta, non si sia ascoltato, nemmeno lontanamente, il rumore di un’ambulanza.
Può darsi pure che la persona che ha chiamato il 118 abbia descritto la situazione e la sala operativa abbia ritenuto, conseguentemente, che quella roba lì non fosse degna di essere classificata, nel triage, neppure come un codice verde, rientrando, invece, in quelle situazioni in cui un’incidente, una persona investita al centro della città diviene una modalità di intrattenimento, durante il quale la vittima, distesa a terra solo perché sta comoda, partecipa alla conversazione, con i presenti accorsi sul posto, intorno alle questioni relative al prezzo dei carburanti su quello del pane e della pasta, delle prossime compere natalizie e sul traffico cittadino.
Può darsi. Questa eventualità la dobbiamo contemplare, Però, riconosciuto il dovuto tributo ad una lettura sdrammatizzante e sdrammatizzata, e dunque favorevole alle ragioni della governance dell’ASL e del servizio 118, sarebbe intellettualmente disonesto non mettere sul piatto delle possibilità anche quella che racconta un’altra storia. E cioè che la donna fosse realmente ferita, dolorante e bisognevole di soccorso solerte e che lì a terra, in una serata non certo calda, lei si trovasse in quanto non in condizioni di sollevarsi e di rimettersi in verticale. Al di là dei contenuti della notizia, dei suoi risvolti, fatti come quello appena raccontato si contano a decine. Questo è accaduto al centro della città capoluogo e dunque più di un nostro lettore ci ha informati e ci ha anche inviato immagini del luogo dell’incidente, manifestando disappunto e biasimo per quello che è stato considerato un grave ed inammissibile ritardo dei soccorsi.
Abbiamo detto a questi amici che, tutto sommato, a questa signora è andata di lusso, perché in certe lande desolate e desolanti di questa provincia è anche capitato che l’ambulanza sia arrivata dopo un’ora e mezza o che non si arrivata affatto, con il paziente già composto nel letto di casa a ricevere le visite di condoglianza.
Però, si sa, l’ASL di Caserta e la struttura del 118 sono un muro di gomma e l’inamovibilità del loro patriziato, dei loro feudatari prescinde da ogni valutazione legata all’efficienza, alla qualità, alla rapidità degli interventi e dell’assistenza.
E non ci sono scuse, visto che il signor direttore generale Amedeo Blasotti, il quale, a proposito di feudi, siede da una dozzina di anni sulle poltroni più importanti dell’Azienda sanitaria locale di Caserta, che il signor Enzo Iodice, neo direttore sanitario, che il signor Tarantino, pupillo di Blasotti e per questo divenuto direttore amministrativo, costano solo loro tre più di 1 milione di euro all’anno tra netto in busta paga, contributi previdenziali per le loro sontuose pensioni e tasse gravanti sui lori compensi. Questa gente non può rifugiarsi in comode scusanti, anche perché, dopo tutte le mazzette, le tangenti che, come ha dimostrato l’indagine imbastita qualche tempo fa della procura della Repubblica, hanno girato attorno agli appalti della Misericordia, si pensava ad una svolta reale che invece non c’è stata. Lo studio dei fabbisogni, delle necessità, strutturato sui dati storici riguardanti la quantità e la qualità delle chiamate di soccorso al 118 di Caserta, non lo dobbiamo certo fare noi di CasertaCE anche se, facendolo noi e gestendo noi il servizio, le cose funzionerebbero ben diversamente da come funzionano da anni nel 118, nella sua sala operativa e nei diversi suoi presidi territoriali, ma lo deve fare la direzione strategica cioè i tre signori appena citati, insieme alla pletora di centinaia e centinaia di dipendenti amministrativi, in un organico, per altro riempito, corroborato (si fa per dire) da pochi mesi con almeno 150 nuovi assunti, tutti nei ranghi degli amministrativi, la maggior parte dei quali infornati, in quello che abbiamo definito più volte concorso della vergogna, solo perché raccomandati da questo o da quell’altro politico, da questo o da quell’altro sindacalista, da questo o da quell’altro dirigente dell’ASL o anche dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano.