CASERTA. E che ce ne fotte a noi del Tar: il tribunale ordina che la gara per i rifiuti deve trovare esecuzione e il comune fa l’esatto contrario e firma la 2millesima proroga ad Ecocar
27 Dicembre 2019 - 18:50
CASERTA (gianluigi guarino) – I comuni sono un ente di decentramento territoriale di diritto pubblico evidente, dato che la loro presenza nell’ordinamento nazionale è prevista espressamente dalla Costituzione nell’articolo 114, sin dalla sua stesura in sede di Costituente (peraltro oggi ricorre il 72esimo anniversario della firma della Carta Fondamentale da parte dell’allora presidente della Repubblica provvisorio, Enrico De Nicola), al netto delle riforme successive che hanno inserito, per esempio, la struttura territoriale delle cosiddette “Città metropolitane”.
Alla luce di ciò, e che luce, può un comune della Repubblica italiana disattendere una decisione di un tribunale, tra le altre cose, di un tribunale di diritto amministrativo, che è applicazione del diritto pubblico? In 7913 casi no. In un’unica circostanza, per un unico comune d’Italia, evidentemente sì.
Dev’essere per forza così, altrimenti ci troveremmo di fronte all’ennesimo articolo di CasertaCe che, badate bene, allegando un documento ufficiale, cioè una decisione di un tribunale, denuncia un violazione palmare di una formale erogazione giuridica. Ma in realtà non è così, non è come noi pensiamo che sia. In caso contrario, non accadrebbe che per
Scrive testualmente il Tar Campania, nell’ordinanza del 28 novembre scorso, respingendo il ricorso presentato dalla Ecocar, titolare in proroga da ben 2 anni del servizio di raccolta di smaltimento dei rifiuti nella città di Caserta, e finalizzato ad ottenere la sospensione degli effetti della delibera di aggiudicazione della “garetta” di 6 mesi vinta all’Asmel, in nome e per conto del comune di Caserta, dall’EnergetikAmbiente: “rispetto agli interessi del ricorrente prevalgono, nell’ambito della necessità di bilanciare gli interessi in discussione, l’esigenza di carattere pubblicistico che consiste nel dare celermente inizio al servizio oggetto dell’appalto per il quale è causa“. In poche parole, l’esecuzione dell’appalto esprime un interesse pubblico, superiore a quello dell’impresa privata, che ritenendo di aver identificato vizi ed errori nell’aggiudicazione, chiede, nelle more del pronunciamento di merito, che il Tar ha già fissato per il prossimo 29 gennaio, la sospensione degli effetti dell’aggiudicazione stessa.
Vaccelo a dire a quelli del Tar che, evidentemente, a tutto pensano eccetto che si possa essere arrivati a tanto, cioè che il ricorrente è lo stesso soggetto d’impresa che da due anni continua a gestire quel servizio di raccolta per effetto di proroghe “a luci rosse”, le quali hanno attraversato senza cedimenti anche i tempi in cui la Ecocar era interdetta per infiltrazioni camorristiche e sopravvivono oggi quando la stessa società laziale, utilizzando la nuova normativa, è uscita dal regime imposto dall’interdittiva, ma è comunque sotto formale controllo giudiziario da parte del tribunale. Vaccelo a spiegare ai giudici del Tar che Caserta è un comune che vive allegramente, facendo sesso estremo con l’istituto della proroga, che l’Anac condanna quando è usato al di fuori di casi eccezionalissimi.
I giudici del Tar non conoscono questa realtà perché evidentemente Ecocar, che peraltro non aveva certo il dovere di menzionarlo, nulla ha scritto nel suo ricorso, e non sappiamo se gli avvocati di EnergetikAmbiente, un’altra società piena di problemi e con qualche scheletruccio non indifferente nel suo armadio, così come abbiamo raccontato nella nostra memorabile inchiesta (CLICCATE QUI PER LEGGERE L’ULTIMO CAPITOLO, GLI ALTRI SONO DISPONIBILI NELLA SEZIONE INCHIESTE
Ma in che consiste questa dispensa? Avete letto quello che ha scritto il Tar, quale motivazione per il “No” opposto alla richiesta di cautelare, presentata da Ecocar? Bene, quello che hanno scritto i giudici non conta un cazzo. Il comune di Caserta è, infatti, per effetto della citata dispensa un organo di giurisdizione. E dunque, sentenze, ordinanze, decreti giudiziari se li fa da solo. Il giudice naturale (ma non per Caserta), in questo caso l’ottava sezione del Tar Campania, presidente Francesco Gaudieri, estensore Viviana Lenzi, consigliere Paola Palmarini ha fondato la sua ordinanza (che se si chiama così ci sarà pure un perché) sul fatto che l’esecuzione di quell’aggiudicazione rappresenta un interesse di tipo pubblicistico e dunque deve immediatamente essere eseguito. E a noi che ce ne fotte – dicono al comune di Caserta – teniamo la dispensa, godiamo di extraterritorialità. Noi non siamo un comune italiano e la legge ce la facciamo da soli. Per cui, non solo ce ne infischiamo dell’ordinanza del tribunale ma alla Ecocar facciamo l’ennesima proroga, poi il 29 gennaio vediamo se ci piace o meno la decisione di merito e ci regoleremo.
Naturalmente, a dimostrazione di quanto fosse chiaro il punto di vista del comune sulla vicenda, questo non si è costituito in giudizio, parimenti all’Asmel. I commissari, evidentemente, si sono distratti e ora forse auspicano nella giustizia e che gli organi della giurisdizione amministrativa rimettano a posto le cose, aggiudicando la gara ad Ecocar. Questo è ed è perfettamente inutile incazzarsi. Però, se qualcuno ritiene che di fronte all’impunità, sancita di fatto dalla storia recente del comune capoluogo, si possa fiaccare la nostra attenzione alla denuncia e alla difesa autentica della legalità, si sbaglia di grosso.
Siamo vispi come i grilli.
L’ordinanza del Tar nel caso Ecocar-EnergetikAmbiente-Caserta