CASERTA. E VAI! Don Vincenzo De Luca considera parassiti i navigator, ma suo figlio Roberto fa soldi (e che soldi!) grazie ad un project financing di Carlo Marino. Un conflitto di interessi di cui i servi del potere non scrivono

4 Luglio 2022 - 12:41

La novità di questi giorni è un ulteriore incarico dato (ma indovinate a chi?) a un altro salernitano, che si aggiunge alla società vincitrice dell’appalto e quella di consulenza del buon Roby. Questo è un articolo che non troverete mai nella lucrosissima, costosissima e, diciamocela tutta, iper-parassitaria rassegna stampa della Regione Campania. Abbiamo messo insieme alla vicenda principale della vicenda di cui ci occupiamo, cioè la project financing da 20 milioni di euro per la gestione della pubblica illuminazione e per l’implementazione della smart city a Caserta (sic!), e la storia dei navigator presi a male parole dal governatore. Se ci fosse qualcuno che non è d’accordo con quanto espresso in questo articolo, saremo lieti di pubblicare una loro qualsivoglia nota con la quale, in nome della democrazia e della partecipazione, vorremmo confrontarci

CASERTA (g.g.) – Se noi di CasertaCe, che lavoriamo come lavoriamo, che abbiamo scelto la strada del sacrificio e, perché no, della povertà pur di non cedere ai compromessi del relativismo meridionaloide, critichiamo la funzione dei cosiddetti navigator, cioè di coloro che avrebbero dovuto accompagnare i percettori del reddito di cittadinanza verso l’assunzione, verso un lavoro, lo possiamo fare proprio in quanto abilitati dalla scelta voluta e non subìta di essere poveri sicuramente. Non sappiamo fin quanto belli, ma qui sono questioni di punti di vista.

Niente in contrario contro questi ragazzi, ma non ci vuole certo la manifestazione di un liberismo selvaggio e individualista per capire che si tratta di soldi buttati e che, magari, lo Stato, il governo potrebbe anche riflettere su una ricollocazione di queste persone in settori dove potrebbero essere più efficaci ed utili al miglioramento dell’efficienza e dei tassi di produttività delle strutture del nostro settore pubblico.

Quello che, fino a qualche tempo fa, ci ha indignati, soprattutto nel periodo immediatamente precedente alla pandemia, è che il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca abbia ingaggiato una battaglia che lo ha portato anche a duri scontri verbali con i navigator campani, i quali lo inseguivano e lo contestavano durante ogni manifestazione pubblica presenziata dal governatore. De Luca, uomo scaltro al punto di essere riuscito a non farsi mai danneggiare da un suo carattere pieno di eccessi, pieno di prosopopea, pieno di arroganza, è stato l’unico presidente di regione ad aver ostacolato il passaggio dei navigator presso i centri per l’impiego di gestione e quindi carico economico regionale.

Lo ha fatto per non assecondare quello che era stato un cavallo di battaglia di Luigi Di Maio – vituperato (che facciamo? Pubblichiamo quel centinaio di video in cui ne dice di cotte e di crude su quest’ultimo?), ma che da qualche giorno, da quando ha abbandonato i Cinque Stelle, non è poi così malaccio – , spacciandola per una posizione di rigore e serietà, per la quale le ragioni di cento, duecento, mille, non ricordiamo il numero esatto di navigator campani, non possono prevalere sull’interesse generale e sulle ragioni di una spesa pubblica già pesantemente provata dalle epocali contingenze negative sviluppatesi e scatenatesi negli ultimi anni.

IO, SE FOSSI UN NAVIGATOR…

All’inizio di questo articolo, vi proponiamo un video scelto a campione tra tanti altri e che mostra un incontro ravvicinato tra il governatore e i giovani navigator. Questi, equipaggiati dei loro slogan e dei contenuti stretti della loro piattaforma comunicativa, non hanno avuto la lucidità per dire al presidente: “Senti, ma tu che rispetto al nostro problema fai oggi l’integerrimo difensore dei processi di governo fondati su efficienza e produttività, ci spieghi una cosa? Senza andare nel merito, altrimenti occorrerebbe un articolo lungo come un’intera enciclopedia Treccani,  di tutte le ricotte clientelari che producono solo e solamente voti elettorali a te e ai tuoi luogotenenti e attendenti di campo e che sono veleno, invece, per le affermazioni del buon governo, delle ragioni della buona gestione del pubblico danaro e dell’efficienza amministrativa, dicci invece cosa ne pensi del seguente e nostro punto di vista: i tuoi figli, cioè Piero e Roberto De Luca, quanto debbono, a proposito di meritocrazia, a te, il loro caro papà, per quello che hanno ottenuto? Anzi, tagliamo corto, per la consistenza del loro conto in banca?”.

In pratica, “il signor Piero De Luca sarebbe diventato parlamentare, vicecapogruppo del PD, addirittura docente universitario (tutta da ridere), se non ci fosse stato il papà a pretendere ed ottenere un posto sicuro, ad elezione certa a capo del listino del PD in provincia di Caserta, per la ripartizione proporzionale degli eletti?”

L’aliquota successiva della stessa domanda è ancora più seria. “Da almeno tre anni a questa parte – avrebbe potuto chiedere uno dei navigator che lo inseguiva a margine dei convegni e degli appuntamenti politici – c’è un giornale a Caserta, tenuto debitamente fuori da tutte le rassegne stampa che, a proposito di efficienza e di rigore della spesa pubblica, tu, De Luca, paghi a peso d’oro, che scrive di incarichi acquisiti da una società di Salerno la quale elabora strutture progettuali, piani finanziari, cioè tutto quello che può servire ad un’azienda privata per aprire un contatto di partnership con un ente pubblico, soprattutto con un comune, utilizzando prevalentemente lo strumento del project financing che, come si sa, è una roba la cui attuazione dipende fondamentalmente dall’attività politica che un sindaco, la sua giunta la sua maggioranza possono esprimere a favore di un progetto che considerano utile, naturalmente per loro stessi, non sia mai detto per la città e per chi ci abita”.

Avrebbe potuto continuare il navigator: “Questo giornale si chiama CasertaCE e io, prima di diventare navigator della disillusione, lo incrociavo qualche volta. Ad esempio, mi sono imbattuto in alcuni articoli che raccontavano del ruolo attivo, anzi, iperattivo di questa società di consulenza, al fianco di un’impresa locale, con sede nell’alto casertano, per un project financing che avrebbe potuto portare alla realizzazione di un forno crematorio in quel di Dragoni. Quella serie di articoli indusse Roberto De Luca, ma soprattutto gli amministratori comunali dragonesi a fare un passo indietro e rinunciare ad un’operazione che avrebbe avuto bisogno come il pane di riservatezza assoluta.”

“Sempre quel giornale lì – potrebbe proseguire il navigator, guardando dritto negli occhi del governatore – ha scritto nel luglio scorso, quindi un anno fa, che sempre la società di tuo figlio Roberto, la Core Finance, ha curato, con lo stesso metodo con cui curò tempo prima il piano dell’impianto di cremazione, questa volta un altro project financing, stavolta molto, ma molto più importante, proposto al comune di Caserta, dove c’è Carlo Marino, il quale ha fatto continuamente spola con Napoli durante i quindici giorni che hanno separato il primo turno dal ballottaggio, ottenendo diverse cose, a partire dalle assunzioni o dalle comode posizioni in graduatoria nei concorsi banditi dalla Air, la società della regione Campania diretta dal casertano Anthony Acconcia.”

“Questo progetto da 20 milioni di euro per l’illuminazione pubblica – avrebbe potuto aggiungere, anzi, avrebbe potuto urlare in faccia a De Luca uno dei manifestanti-navigator – è stato presentato da un’altra azienda, manco a dirlo salernitana, la Pagano & Ascolillo, che a sede formale a Roma, ma è nata, cresciuta e pasciuta in quel di San Pietro al Tanagro, per l’appunto, in provincia di Salerno.”

IL CONFLITTO DI INTERESSI ENORME DEI DE LUCA E I LAMPIONI DI CARLO MARINO

Fermiamo un attimo il manifestante e qualcosa la diciamo noi direttamente: il problema del conflitto di interessi è stra-evidente, come diciamo da tre anni a questa parte. Però mettiamo che questo Roberto De Luca – che poi è quello immortalato nel famoso video di Fanpage durante il colloquio “provocato” con un ex criminale dei rifiuti, divenuto per l’occasione esca del giornale online napoletano – sia un genio e allo stesso tempo sia anche un pantofolaio. Dato che un genio è un genio e potrebbe trovare lavoro, gloria e quattrini in ogni altra parte d’Italia e del mondo al grido “Simply the best“, parafrasando la canzone resa nota da Tina Turner.

“Però, che volete, sono nato genio, ma mi piace vivere tranquillamente, a casa mia, senza subire gli stress degli orari forsennati, senza dover cambiare un aereo ogni giorno, un fuso orario ogni giorno. A me, Roberto De Luca, piace stare a Salerno, Napoli e magari facendo qualche puntatina tra Caserta, Avellino e Benevento”.

Di fronte ad una tale competenza, pur ribadendo la presenza di un conflitto di interessi, non avremmo problemi a dire che questo è il migliore e se si vuole spendere correttamente ed efficientemente i soldi dei cittadini, bisogna inginocchiarsi ogni volta che lo si avvista attorno ad un project financing proposto ad un comune.

L’articolo da noi dedicato alla vicenda del progetto targato Pagano & Ascolillo e in pratica scritto dalla Core Finance di Roberto De Luca, risale, come scritto prima, al luglio 2021 scritto e pubblicato ad epilogo di una prima fase in cui il citato progetto è stato presentato ed esaminato dall’amministrazione provinciale di Caserta e poi scontatamente vincente nella gara successiva, una vera e proprio passeggiata di salute, visto che nessun altro concorrente ha osato presentare una sua offerta (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO DEL LUGLIO 2021

). Ma cosa è successo negli ultimi dodici mesi? Cioè dal luglio 2021 al luglio 2022. E mo’ ve lo diciamo noi, così ci agganciamo al discorso sulla presunta genialità di Roberto De Luca, figlio del governatore Don Vincenzo.

E’ successo che durante la verifica dell’offerta, si sono manifestate delle incongruenze, come testualmente descritte dal verbale di gara del comune di Caserta, nel piano economico finanziario redatto dalla società di De Luca junior, relative al progetto di finanza dell’illuminazione pubblica presentato da Pagano & Ascolillo, mentre in questi giorni è stato affidato tramite trattativa diretta e privata con un solo professionista tramite il discutibile Mepa, come potete leggere dalla determina in calce all’articolo, per la verifica del progetto esecutivo del project financing aggiudicato alla società salernitana all’ingegnere Michele Napoli, per la cifra complessiva di 25 mila e 620 euro. Per la serie, “e sputaci sopra”.

E dato che la coerenza territoriale è molto apprezzata, anche l’ingegnere Napoli, nonostante la derivazione geografica del suo cognome, è salernitano. Il professionista, infatti, è originario di un comune che dista solo chilometri da quel San Pietro al Tanagro, luogo culla della Pagano & Ascolillo.

Dunque, un ulteriore incarico a Salerno e un’ incongruenza in una documentazione pianificata, elaborata dalla società di consulenza del figlio di De Luca.

UN LEGITTIMO SOSPETTO

Insomma, questo qua non è neppure un genio, altrimenti non ci sarebbero state incongruenze che comunque hanno rallentato il percorso amministrativo. E allora, al netto della genialità, cosa rimane per giustificare la segnalata presenza, non solo al comune di Caserta, di proposte di progettazione da parte di imprese salernitane assistite immancabilmente dalla Core Finance di Roberto De Luca? Cosa ci rimane se non un legittimo sospetto che questi project possano già partire col piede giusto, con un’attitudine, una predisposizione dei sindaci ad approvarli?

Mettiamo pure che non è così. Ciò non toglierebbe che solo in questa regione, governata un Pulcinella che si spaccia per carismatico, per una sorta di Winston Churchill, può accadere che il figlio del governatore prenda soldi da imprese, il più delle volte salernitane, nel corso e ad epilogo delle fasi di elaborazione e di presentazione dei project financing il cui destino viene deciso, ad esempio, da Carlo Marino, cioè da quello della spola, cioè da colui che ha portato negli uffici del governatore decine di persone, tra cui anche l’avvocato Vignola, in modo che tutti si sentissero motivati a votarlo al ballottaggio, con tanto di conseguenze che poi abbiamo potuto verificare dopo le elezioni comunali, a partire dalle citate assunzioni Air.

Rimettiamo in scena, per concludere l’articolo, il navigator umiliato da De Luca, al quale viene domandato: “Presidente, lei ci considera e ci definisce dei parassiti. Ma suo figlio Roberto, se non ci fossero i comuni che accolgono e approvano i project financing dentro ai quali c’è il lavoro, non certo formidabile, così come abbiamo dimostrato con la storia delle incongruenze, della sua società, quanto guadagnerebbe ogni mese? E se lei non fosse il presidente della regione Campania e il dominus  di tutto a Salerno e provincia, è tanto sicuro che suo figlio Roberto non starebbe pure lui oggi qui con noi a chiedere che la regione Campania assuma noi navigator della cui schiera anche lui farebbe parte?”.

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