CASERTA. Il comandante Piricelli si fa scattare foto stile mietitura di Mussolini. Ma la sua presenza in città è assurda: leggete cosa scrive la corte di Appello

15 Febbraio 2024 - 13:23

Pur se assolto e la sua posizione archiviata in due procedimenti, i giudici del tribunale di Aversa Napoli Nord, decisione in seguito confermata dalla corte di Appello, nella procedura per l’incandidabilità dell’ex sindaco di Sant’ Antimo, lo hanno definito soggetto incline a soddisfare le richieste dei clan

CASERTA (g.g.) – Chi ha letto superficialmente i nostri articoli sulle vicende riguardanti il neo comandante dei vigili urbani del comune di Caserta Antonio Piricelli, chi lo ha fatto per la prima volta solo quando questi è diventato il comandante dei caschi bianchi del capoluogo, senza aver mai letto, invece, tutto ciò che avevamo scritto in passato quando la stessa nomina aveva ricevuto al comune di Aversa, grazie ai buoni uffici del consigliere regionale Giovanni Zannini, che di Piricelli aveva fatto la conoscenza al comune di San Marcellino, può essere portato a pensare che CasertaCe nutra delle antipatie private nei confronti di questa persona, in considerazione del cospicuo numero di volte in cui ce ne siamo occupati. Naturalmente, non è così, Piricelli lo conosciamo solo in fotografia.

Ma lo conosciamo soprattutto per le cose abbiamo visto e letto. Solo in un Paese come il nostro può accadere che un pubblico ufficiale, pur uscito indenne dai processi penali che l’hanno coinvolto (un’assoluzione e un’archiviazione, ma non sappiamo se ci sono ricorsi presentati in altri gradi di giudizio), ma oggetto di pesantissimi rilievi di tipo amministrativo, trasfusi poi in atti fondamentali, possa ancora svolgere una funzione per la quale si è dimostrato ampiamente inadeguato.

Ciò non vuol dire che Piricelli debba essere messo all’indice, debba perdere il lavoro. Ma diamine, dopo tutto ciò che è avvenuta a Casavatore, a Sant’Antimo, è mai possibile che Antonio Piricelli possa assumere il comando della polizia municipale prima ad Aversa, seconda città della provincia, e poi a Caserta, comune capoluogo? Questo è.

Diteci voi se tutto ciò che andremo a citare nelle prossime righe è una forzatura, un’invenzione o fatti messi nero su bianco da alte autorità dello Stato, messe nero su bianco.

Cose che fanno il paio, anzi, più del paio, con quel video rispetto al quale non dovrete mai dirci di essere ripetitivi. Perché quando mai avete visto che il fratello di un boss di un feroce clan camorristico posta un video su Facebook per invitare il popolo di Sant’Antimo a scendere in piazza e protestare per far restare il comandante dei vigili Piricelli?

Ora, partiamo dalle basi: la propaganda è un’azione che tende a influire sull’opinione pubblica. Un tentativo deliberato e sistematico di plasmare percezioni, manipolare cognizioni e dirigere il comportamento al fine di ottenere una risposta che favorisca gli intenti di chi la mette in atto, così come la descrive il dizionario Treccani. Più precisi di così, quindi, non potevamo essere.

La vediamo tutti i giorni dappertutto, niente di illegale o di illegittimo. La usano tutti i politici, propaganda e pubblicità sono sostanzialmente due modi per definire l’influenza sul pubblico per raggiungere un fine.

Certo, in Italia, se si parla di propaganda, immediatamente vengono in mente le immagini il periodo fascista, della propaganda del regime di Benito Mussolini. Scena storica è sicuramente quella della mietitura del grano, legata alla cosiddetta battaglia del grano, ovvero la campagna per l’autosufficienza agricola dell’Italia.

L’immagine di Mussolini che, a torso nudo, lavora alla raccolta del frumento è probabilmente una degli indelebili momenti della propaganda fascista.

In piccolo, la propaganda c’è anche a Caserta. Ora, non vogliamo certo paragonare Antonio Piricelli al duce, al massimo possiamo legarli per il capo scarso crinito, ma la foto pubblicata dal comandante dei vigili urbani di Caserta ha un obiettivo propagandistico.

Farsi ritrattare in un’immagine in divisa, pronto all’azione, vicino ad una moto, simbolo della velocità, accomuna il post Facebook di Piricelli anche all’immaginario futurista, nato e sviluppatosi proprio negli anni del fascismo.

Ma Piricelli ha bisogno di raccontarsi alla cittadinanza così?

Probabilmente sì. Probabilmente perché, come abbiamo raccontato in diversi articoli, l’attuale comandante dei vigili urbani di Caserta non ha un passato limpido, intonso.

Piricelli negli anni è stato assolto dall’accusa di abuso d’ufficio, reato aggravato dall’aver agevolato il clan Ferone di Casavatore, dove il colonnello operava in qualità di comandante dei vigili, mentre la sua posizione è stata archiviata rispetto al processo sugli abusi edilizi legati al Piano Casa sempre di Casavatore, inchiesta che ha provocato lo scioglimento dell’amministrazione del comune napoletano.

Nel caso dell’assoluzione appena citata, come risultò giusto darne notizia dell’assoluzione, a nostro avviso è serio e professionale segnalare ai nostri lettori che uno dei motivi principali, addotti dal tribunale nella motivazione della sentenza, è costituito dalla non utilizzabilità delle intercettazioni telefoniche che rappresentavano invece per il pubblico ministero la prova del coinvolgimento di Piricelli.

Tornando allo scioglimento del comune di Casavatore, nella relazione della commissione di accesso, in azione per conto della Prefettura di Napoli, organismo che, alla fine del suo lavoro, invia una relazione sull’amministrazione sotto esame, veniva descritta in maniera non certo lusinghiera l’immagine di Piricelli.

Nel documento propedeutico allo scioglimento per infiltrazioni camorristiche delll’amministrazione di Casavatore, infatti, si legge: “Non risulta infatti aver posto (Piricelli, ndd.) in essere alcun contrasto all’abusivismo edilizio, cosi agevolando edificazioni sine titulo e illegittime speculazioni edilizie riferite agli interventi del Piano Casa, per le quali si è attivato esclusivamente al fine di censire i proprietari promittenti degli alloggi popolari, né alcun intervento per la ricognizione e il conseguente sgombero degli occupanti abusivi gli alloggi di edilizia residenziale pubblica, né tantomeno alcuna verifica e controllo ha disposto nella veste di componente il Comitato di controllo della Festa dei Gigli 2016, per evitare la partecipazione di soggetti controindicati, avvantaggiando in tutti i casi esponenti della locale consorteria criminale”.

La posizione processuale di Antonio Piricelli fu poi archiviata, ma ritenere carta straccia quello che viene sancito in un atto che provoca lo scioglimento per camorra di un comune non ci pare il modo corretto di analizzare la vicenda.

In pratica, l’attuale comandante dei vigili urbani di Caserta, non avrebbe controllato minimamente ciò che avveniva rispetto agli abusi edilizi di una città – Casavatore – che, forse non a caso, è il comune con il tasso di densità abitativa più alto in Italia. Nessun’ispezione, tante case, tante persone residenti.

Per il tribunale di Aversa Napoli Nord, questo comportamento non è ascrivibile a un reato, ma resta agli atti il testo del decreto di scioglimento, che riporta come, dalle analisi della commissione di accesso, il comandante Antonio Piricelli non risulta aver posto in essere alcun controllo all’abusivismo edilizio, così agevolando edificazioni sine titulo e illegittime speculazioni edilizie.

Non solo Casavatore, però. Piricelli è chiamato in causa anche nel provvedimento di scioglimento per camorra del consiglio comunale di Sant’Antimo, datato marzo 2020.

Gravissime le parole usate dal tribunale di Aversa Napoli Nord, infatti, rispetto all’incandidabilità di Aurelio Russo, sindaco di Sant’Antimo, proprio a seguito delle vicende legate allo scioglimento del comune napoletano e alla nomina di comandante di Piricelli.

Il testo, ripreso dalla corte di Appello, che confermò l’incandidabilità di Russo, è questo: “la sostituzione del comandante della locale Polizia Municipale Biagio Chiariello […] con tale Antonio Piricelli, già coinvolto nello scioglimento del consiglio comunale di Casavatore nel 2017, in quanto soggetto incline a tollerare ovvero a consentire l’ingerenza da parte di soggetti esterni all’ente collegati ad ambienti della criminalità organizzata nella
vita amministrativa del comune
[…], nonostante il Prefetto di Napoli avesse disposto, in data 9.3.2018, nei confronti del Piricelli, anche in ragione dei procedimenti penali nei quali risulta coinvolto, la “revoca della qualifica di P.S.”, il Russo, con propri decreti del 10.5.2019 e 10.7.2019, gli “confermava la fiducia” e gli attribuiva l’incarico di “responsabile del V settore Comandante Locale”, da ciò evincendosi la pervicace volontà del sindaco di mantenere i rapporti fiduciari con il Piricelli. In definitiva, anche in tal caso, il Russo ha nominato un soggetto incline a soddisfare le richieste delle locali organizzazioni criminali“.

Assolto, archiviata la sua posizione per ogni accusa, ma l’attuale comandante dei vigili urbani di Caserta è – non per CasertaCe – per un tribunale dello Stato e per la commissione di accesso della Prefettura di Napoli, “un soggetto incline a soddisfare le richieste delle locali organizzazioni criminali“.

A chiudere il non certo formidabile trittico c’è un video, il video.

La commissione della prefettura, in azione al comune di Sant’Antimo, aveva allontanato Piricelli, proprio a seguito del suo coinvolgimento nelle azioni che avevano portato poi allo scioglimento dell’amministrazione.

A questo punto, però, insorge Maurizio Barbieri. Il fratello di un importante boss della camorra di Sant’Antimo formula un video-appello, che vi lasciamo in calce all’articolo, invitando i propri concittadini a manifestare sotto alla casa municipale affinché i commissari straordinari non allontanassero Piricelli, bensì lo mantenesse in servizio da comandante dei vigili urbani.