CASERTA. Il Comitato Macrico Verde accusa la fondazione voluta dal vescovo Lagnese: “Progettate un parco urbano? Non lasciatevi condizionare dai cementificatori casertani”

11 Luglio 2022 - 19:26

I membri del Comitato: “Abbiamo potuto rilevare un preoccupante scivolamento della Fondazione verso una progettazione che risponde alle caratteristiche di una qualifica dell’area come F3 (verde pubblico attrezzato) o F4 (parco urbano) che sono le medesime qualifiche che erano previste per tutti gli sciagurati e fallimentari progetti di questi ultimi 20 anni. Progetto Boeri e soci, progetto 150 anni Unità d’Italia, progetto Aereospazio”.

 

 

CASERTA Poco più di un mese fa è nata “Casa Fratelli Tutti”, la Fondazione di partecipazione promossa dalla diocesi di Caserta per realizzare il processo di rigenerazione dell’area ex Macrico.
«Casa Fratelli Tutti» è nata quale fondazione di partecipazione, era scritto nel comunicato della diocesi di Caserta, aperta cioè alla società civile, agli enti pubblici e privati, alle imprese, alle professioni, agli altri enti del Terzo Settore. “Nasce dal dialogo e dalla collaborazione con l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, guidato da don Antonello Giannotti, proprietario dell’area ex Macrico e motore fondamentale di questa iniziativa.  Il vescovo nominò, in quell’occasione i componenti del primo Cda che è così costituito dal presidente, monsignor Giovanni Vella, vicario generale della Diocesi a cui si affiancheranno quattro consiglieri laici; il notaio Paolo Provitera, il commercialista Vincenzo Parretta, la professoressa dell’Università Vanvitelli, Marianna

Pignata ed Elpidio Pota, esperto in gestione di fondazioni al quale il Vescovo ha voluto fosse affidato il compito di segretario generale.

Di oggi, invece, la nota stampa del comitato Macrico verde: “Negli scorsi giorni su nostra richiesta abbiamo ottenuto udienza con il presidente e il segretario della Fondazione “Fratelli tutti” riguardo agli sviluppi della situazione dell’area ex Macrico. Si è trattato di un incontro molto cordiale e collaborativo. Spiace però che la richiesta di poter discutere con gli incaricati della progettazione sull’area sia stata cortesemente respinta. E se valutiamo positivamente la notizia che circola dell’avere affidato allo studio di Renzo Piano e suoi collaboratori la progettazione, esprimiamo profondo rammarico dell’essere all’oscuro delle caratteristiche precise della commessa.  Aggiungiamo che abbiamo potuto rilevare un preoccupante scivolamento della Fondazione verso una progettazione che risponde alle caratteristiche di una qualifica dell’area come F3 (verde pubblico attrezzato) o F4 (parco urbano) che sono le medesime qualifiche che erano previste per tutti gli sciagurati e fallimentari progetti di questi ultimi 20 anni. Progetto Boeri e soci, progetto 150 anni Unità d’Italia, progetto Aereospazio. Non vorremmo che la Fondazione, pur con le migliori intenzioni, si lasciasse condizionare e illudere da quei modelli di sviluppo tipici delle cordate dei cementificatori casertani mai rassegnati a che l’ex Macrico divenga un autentico e semplice “verde pubblico” con il solo recupero del costruito esistente”.

Per questo motivo ribadiamo con forza e per l’ennesima volta che solo la qualifica di F2 (verde pubblico) offre indispensabili garanzie per il presente e per il futuro. Chi, tra la lobby dei cementificatori e quella dei politicanti, adombra difficoltà e ostacoli a questa semplice qualifica mente e sa di mentire e sappia che non rimarremo in silenzio né a Caserta, né a livello nazionale, né a livello delle istituzioni ecclesiastiche centrali. Né si illudano di ottenere sospensioni o cancellazioni di quei vincoli che a suo tempo facemmo porre sull’area e che oggi certo costituiscono un ostacolo ai famelici disegni dei nuovi faraoni desiderosi di profitto pur sotto la vernice dorata e rassicurante di opere sociali. Sarà forse per questo che i consiglieri comunali si rifiutano di dare all’area la destinazione di F2?  Nonostante la stessa proprietà e il vescovo Lagnese lo abbiano chiesto firmando una petizione e ribadito più volte con dichiarazioni pubbliche”.