CASERTA. IL DELITTO PERFETTO. Ecco come Carlo Marino, con la cortese partecipazione di Lorenzo Gentile, hanno buggerato la legge, facendo in modo che i figli di Nicola Garofalo e Mimmo Guida fossero assunti “forever” al comune

21 Ottobre 2022 - 20:06

Una procedura che stava per fregare il figlio di Guida, quindi fratello dell’attuale consigliere comunale Francesco, ma che è stata poi modificata attraverso una dubbia procedura del Centro per l’Impiego, diretto da Gentile. È davvero possibile che tra tutti i dipendenti del Consorzio unico di bacino in disponibilità non ce ne fosse uno capace di ricoprire questi due ruoli?

CASERTA – Durante la lettura delle prime righe c’eravamo illusi che, per una volta, il comune di Caserta, così, per devozione, simbolicamente, avesse applicato concretamente ciò che da 21 anni è scritto nell’articolo 34-bis del Testo Unico sul pubblico impiego (d.lgs. 165/2001), che impone alle pubbliche amministrazioni l’obbligo, prima di far scattare un concorso per assunzioni, di ricercare tra i dipendenti dello Stato in disponibilità, in mobilità, soggetti che possano ricoprire il ruolo per il quale l’ente ha carenza e vuole dare il via alla procedura.

Pia illusione. Per cui rimane una primula rarissima quella trovata dal direttore generale dell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, Gaetano Gubitosa, che, evidentemente in base ad una calibratura della politica clientelare diversa a disposizione dei viceré e dei galoppini del governatore Vincenzo De Luca, si appresta clamorosamente ad assumere quattro dipendenti del Consorzio unico di bacino dei rifiuti di Napoli e Caserta

con la funzione di magazzinieri ospedalieri.

Un unicum che poi, in termini di rigore legale e anche concettuale, non è formalmente ascrivibile al rispetto del citato articolo 34 bis, bensì – come abbiamo spiegato in diversi articoli – attraverso una delibera/supposta, nel senso della supposta che si conficca nel lato B, datata giugno 2022, con cui la giunta regionale ha stabilito che in prima battuta il personale in mobilità va rintracciato dall’elenco dei dipendenti che viene redatto dalla Direzione Generale per l’Istruzione, la Formazione, il Lavoro e le Politiche Giovanili presso la Giunta Regionale della Campania e poi, successivamente, se la figura professionale da assumere non è disponibile in questo elenco, formato in buona sostanza da dipendenti dell’ex Cub, si potrà far scattare la “classica” procedura tramite il Centro per l’Impiego.

Evidentemente, però, al Cub la monnezza la mettevano nei magazzini, visto che di magazzinieri ce ne sono tanti, mentre sono totalmente assenti unità di personale utilizzabile per assumere le funzioni di esecutore tecnico (impianti termici e certificazione degli edifici in materia energetica) ed esecutore amministrativo, entrambi con qualifica di categoria B, dunque non certo personale ad alta specializzazione.

Di questa storia che ha portato all’ assunzione ormai imminente di Luciano Garofalo come esecutore amministrativo e di Antonio Falco e Giovanni Guida come esecutore tecnico, abbiamo già raccontato vicende preliminari proprio sulla trasmissione delle graduatorie agli uffici comunali di Palazzo Castropignano dal Centro per l’Impiego di Caserta, al tempo, così come ora, diretto da Lorenzo Gentile, per pura coincidenza tra i più votati alle elezioni comunali dell’ottobre 2021.

Era il luglio dell’anno scorso, quindi a due mesi dalle elezioni, e focalizzammo l’attenzione proprio sul collocamento guidato da Gentile che, addirittura, essendo Giovanni Guida arrivato secondo nella graduatoria come esecutore tecnico, tirava letteralmente fuori dal cilindro, una sua interpretazione, da noi non rinvenuta dell’articolo 16 della legge 56/1987, quella sul collocamento, per intenderci, con cui si raddoppiava da uno a due gli assunti per la posizione di esecutore tecnico, dove, manco a dirlo, il figliolo del consigliere comunale Mimmo Guida (poi sostituito in assemblea dall’altro figlio Francesco) era secondo.

La stessa interpretazione non fu adottata, invece, per l’altra graduatoria, dove il figlio dell’allora consigliere comunale Nicola Garofalo, vicinissimo a Carlo Marino, poi però collocato a sostegno di Gianpiero Zinzi, aveva conquistato la vetta e dunque l’assoluta certezza di essere assunto.

Ma quale certezza. Questi qua, cioè Carlo Marino e Lorenzo Gentile si muovevano a carrarmato, attivando e completando una procedura di selezione tra più di 650 concorrenti per la posizione amministrativa e 1300 come tecnico, mentre la procedura di mobilità prevista dall’articolo 34 bis del Testo unico sul pubblico impiego era ancora in atto.

Il figlio di Garofalo, al tempo ancora segnalato come mariniano, e il figlio di Guida, recuperato attraverso quella diavoleria messa in atto da Lorenzo Gentile, svettavano, mentre il comune di Caserta non sapeva ancora quello che sostiene di aver stabilito in seguito, cioè che nell’elenco di mobilità inviato dal Cub non ci fosse un solo dipendente disponibile che potesse essere trasferito nel capoluogo per le mansioni di categoria B.

Ovviamente, loro diranno che la graduatoria del Centro per l’Impiego rappresentava una modalità supplente alla procedura obbligatoria prevista dall’articolo 34 bis. Lo diranno perchè hanno la faccia di bronzo.

Guardate un po’, il Gentile elabora l’interpretazione che raddoppia il numero dei tecnici assunti, abilitando quindi Giovanni Guida, pur avendo quindi la consapevolezza che dall’elenco inviato dalla regione al comune di Caserta dei dipendenti Cub ci potesse essere qualcuno in grado di far valere una priorità di assunzione sancita dalla legge.

Vorremmo vedere li hanno valutati i profili dei componenti di questo elenco Cub.

Oggi, ad un anno dalle elezioni, viene attivata la procedura che porterà all’assunzione di Luciano Garofalo, di Giovanni Guida e anche del primo in graduatoria come esecutore tecnico, Antonio Falco. Ma quelli erano tempi concitati, di piena campagna elettorale. C’erano degli impegni presi che dovevano essere riscontrati nero su bianco. Ecco perchè la graduatoria che – manco a dirlo – determina le assunzioni trasforma la procedura prevista dall’articolo 34 bis in una barzelletta e forse in un sopruso consumato ai danni di quei dipendenti del Cub in liquidazione che dell’elenco arrivato dalla Direzione regionale facevano parte.