CASERTA. Blitz della Finanza in comune: portati via documenti sull’Urban Center da oltre MEZZO MILIONE DI EURO. Gli intrecci con l’inchiesta su Piero Cappello e Raffaele Pezzella

30 Novembre 2024 - 13:20

Non possiamo affermare con certezza che esista un collegamento investigativo tra il caso di Calvi Risorta, con un processo al primo vagito, istruito dalla DDA di Napoli, e l’indagine che le fiamme gialle stanno portano avanti relativamente al comune capoluogo. Ma dei punti di contatto esistono e li raccontiamo in questo articolo

CASERTA – Nei giorni scorsi, per l’ennesima volta, i militari della guardia di finanza si sono presentati alle porte del municipio di Caserta.

L’ingresso a Palazzo Castropignano delle fiamme gialle, in questa occasione, riguarda un importante appalto da 551 mila euro di cui avete letto spesso su CasertaCe. Si tratta della costruzione di un non meglio specificato centro di contatto tra l’amministrazione comunale e i cittadini, in costruzione sotto al municipio di piazza Vanvitelli.

Su delega della procura, i finanzieri hanno portato via atti relativi alla procedura di gara e ai vari aumenti dell’importo, causati dall’adeguamento (leggasi aumento) dei prezzi dal valore di 59 mila euro, figlio del decreto 50 del 2022, articolo 26, sviluppatosi a causa dell’aumento dei prezzi dei materiali edili allo scoppiare dell’invasione russa in Ucraina.

La procedura, aggiudicata nell’aprile 2024, fu gestita dal Rup e dirigente Franco Biondi, arrestato due volte negli scorsi mesi e recluso agli arresti domiciliari, e dal suo assistente designato spesso in procedure del comune capoluogo, Piero Cappello, ingegnere vicino al sindaco Carlo Marino, ex presidente Asi, arrestato e scarcerato un anno fa per gli appalti truccati a Calvi Risorta, per cui ora riveste il ruolo di indagato assieme, tra gli altri, a Raffaele

Pezzella e Tullio Iorio, accusati di essere imprenditori corruttori dalla procura Antimafia, ma anche soggetti che avrebbero finanziato con la aggiudicazione di queste gare truccate anche il clan di Casalesi.

La gara per l’Urban Center fu aggiudicata tramite la piattaforma Asmel, ovvero quella della centrale di committenza che, secondo l’accusa della DDA di Napoli relativa al caso Calvi, lo stesso Cappello sarebbe stato capace di truccare, attraverso un programma salvato sul suo pc e dal nome “Quaderno di epidemiologia del Prof. Ezio Bottarelli“.

La vicenda del comune caleno è relativa alla fine del 2020 e all’inizio del 2021, la procedura dell’Urban Center è ascrivibile ai primi mesi del 2021. Ma non certo possiamo affermare che ci sia un collegamento tra le due inchieste, nonostante alcuni tratti distintivi simili, come la presenza di Piero Cappello come tecnico incaricato dal comune, l’utilizzo della piattaforma Asmel e la presenza di società di diretta emanazione o riconducibili a Raffaele Pezzella tra le ditte invitate alla gara.

La gara fu aggiudicata a una delle quattro imprese su dieci che risposero all’appello di Cappello. Si tratta della CLG Costruzioni dell’imprenditore di Villa di Briano, Antonio Della Corte, già aggiudicatario di altre commesse al comune capoluogo, grazie ad un ribasso dell’8%. Si tratta di una società gestione familiare, visto che la quota del capitale sociale è divisa tra Ciro, Amalia e Giovanni Della Corte, persone legate parentalmente ad Antonio Della Corte.

La CLG è stata l’impresa esecutrice dei lavori, mentre l’aggiudicatario di diritto è stato il Consorzio imprese casertane COICA, il quale ha recentemente cambiato nome e posizione geografico, salendo verso la Lombardia con la denominazione di Consorzio Stabile Triangolo Lariano, con legale rappresentante Giovanni Della Corte che potrebbe essere lo stesso proprietario di quote di CLG, ma dato che si tratta di un cognome e un nome diffuso, ci permettiamo qualche dubbio.

Aggiungiamo che nessuno dei soggetti citati nell’articolo risulta indagato.