CASERTA. Le bandiere della sede storica della Provincia su corso Trieste, emblema di un disastro istituzionale

26 Novembre 2024 - 17:30

Caserta (p.m.) – Dopo il peggio possibile che è accaduto alla  Provincia di Caserta, con la sua decapitazione per via giudiziaria a causa degli intrallazzi vari  che sono stati accertati dai magistrati inquirenti di S. Maria C.V., ogni altro riferimento, ogni altro commento che la riguardi rischia di apparire ridondante, impietosamente pletorico.

Specie se attiene ad una cosa minore, anzi minima, come quella che stiamo per introdurre.

Il fatto è che, sul centralissimo corso Trieste, sussiste, anche se in disuso,  la sede storica dell’ente, i cui uffici da tempo sono stati trasferiti – armi e bagagli – in zona Saint-Gobain.

Ora, il fatto che si trovi nel cuore antico della città, il fatto che farebbe parte di quella Caserta oltre la Reggia di cui vaneggiano non pochi politici nostrani ed una norma di elementare decoro cittadino ed istituzionale vorrebbero  che il palazzo Visocchi – così è denominato il pregevole edificio ottocentesco –   venisse tenuto in condizioni almeno decenti.

Invece i segni dell’incuria indolente e dell’abbandono sono evidenti. Da mesi e mesi, una recinzione su parte della facciata del palazzo, posta a protezione dai possibili crolli dalla gronda del tetto pericolante, è ricettacolo di immondizia che si imputridisce perché nessuno la rimuove.  Chissà? Forse ci vorrà un consiglio comunale straordinario che deliberi il da farsi o qualche conferenza di servizi, di quelle con almeno venti funzionari, com’e tipico delle nostre istituzioni pubbliche pletoriche ed inconcludenti, ma dispendiose non poco.

E poi c’è il capitolo delle bandiere. Ma prima dobbiamo una premessa. Qui non vogliamo fare un facile fervorino  patriottistico d’antan ed anzi, per quanto cinismo si riscontra nelle istituzioni pubbliche locali – viste, a queste latitudini, come mucche da mungere, altro che idealità –  per noi questi emblemi, questi simboli comunitari che sono bandiere e stendardi si potrebbero tranquillamente abolire.

Ma ci sono e la loro tenuta è persino dettagliatamente disciplinata per gli edifici pubblici. E’ prevista finanche la figura del c.d. flagman, il dipendente pubblico incaricato di garantire il decoro e la corretta esposizione delle bandiere istituzionali.

Dunque, non si comprende perché gli uffici della Provincia di Caserta vi debbano usare la negligenza totale, con i suoi organici più che larghi, con i suoi  dirigenti e funzionari che godono di stipendi ed incentivi ragguardevoli per quel sistema perverso  degli incarichi tecnici (RUP, direzione lavori, ispettori di cantiere) retribuiti in proporzione al valore dei lavori concessi in appalto dall’ente.

Tornando a noi, nelle foto che pubblichiamo vi mostriamo come erano tenute le bandiere, la nazionale, l’europea e quella dell’ente provincia, al balcone di rappresentanza della sede di corso Trieste. Drappi luridi e sbrindellati, a segno del loro abbandono di mesi e mesi.  Le immagini sono di circa un mese fa, prima della potatura degli alberi che c’è stata su corso Trieste nei giorni scorsi. Dopo tale intervento, i tessuti residui, smezzati, sono stati persino sparpagliati tutt’attorno, come se fosse la cosa piò normale di questo mondo e nell’indifferenza dei responsabili dei lavori per parte della ditta esecutrice e della provincia e del comune  implicati.  

Come dalle foto successive che proponiamo, la bandiera della Provincia è finita aggrovigliata su di un ramo dell’albero prospiciente e lì sta. Un brandello della banda verde (?) del drappo nazionale è arrotolato alla ringhiera.

Ora, come abbiamo detto, questo non ci fa né caldo né freddo, perché siamo convinti che l’etica pubblica che dovrebbe informare l’azione di questi enti territoriali sia da tempo smarrita. Proprio la cronaca dei giorni scorsi ci informa che la SMA Campania è stata capace di effettuare spese pazze per quasi  6 milioni di euro.

Ma ce la prendiamo con la plateale mancanza dell’azione di controllo da parte di chi dovrebbe esercitarla. Stando alle norme  di legge astratte, le istituzioni pubbliche  casertane e non solo dovrebbero funzionare come un “orologio svizzero”. Invece,  l’impressione è che siano la solita patacca che rifilano a Forcella.