CASERTA. NUOVO STADIO PINTO. Un appalto da 52 milioni di euro, ma i documenti sono invisibili

4 Febbraio 2022 - 20:15

CASERTA (l.v.r.) – Lo avevamo citato un paio di giorni fa, in un articolo dedicato alla vendita e la valorizzazione dei beni di proprietà del comune di Caserta. Dopo aver dedicato qualche riga a Palazzo Vecchio, sede della Questura e della Prefettura della nostra provincia, si è fatto un breve riferimento all’obiettivo di valorizzazione dello stadio Alberto Pint0, casa della Casertana, la società del presidente Giuseppe D’Agostino, noto imprenditore caseario (La Pagliara, caseificio con due stabilimenti e quattro putti vendita, è roba sua).

E’ il dicembre 2019 quando il gruppo di imprese composto da: Aurora Immobiliare S.r.l., Casertana Football Club S.r.l. e Consorzio Stabile Santa Rita presenta un mega progetto da 52 milioni di euro per la realizzazione dello Stadio di Calcio della Città di Caserta mediante il recupero con demolizione, ricostruzione e valorizzazione dello stadio comunale Pinto. Mancano poche settimane all’inizio della pandemia e la squadra sta vivendo un tranquillo percorso in campionato, culminato poi al 15esimo posto finale.

O’ stadio. Se ne parla sempre di più in città. I tifosi della Casertana sembrano contenti e interessati in maniera vivace all’idea che la squadra si possa dotare di un nuovo impianto e che, in caso di aggiudicazione dell’eventuale appalto, consegnerebbe la concessione del Pinto rinato dalle ceneri per 90

anni, in modo da ripagare i 50 milioni dei lavori. Ma per arrivare a questo ce ne sono di passaggi da fare. Prima lo studio di fattibilità, poi la conferenza dei servizi, step necessari per portare all’approvazione un tipo di lavoro così importante. Nella conferenza di marzo 2020, poi, viene valutato il nuovo stadio come un’opera di “pubblico interesse” per la comunità del capoluogo.

Questa definizione va a giustificare la circostanza che il comune possa approvare un progetto di un privato con fondi privati (Casertana, Aurora Immobiliare e Consorzio Santa Rita). Una valutazione che deve inevitabilmente passare attraverso il consiglio comunale. Ed è questo che avviene il 16 giugno 2020 del consiglio comunale di Caserta, quando si attribuisce l’interesse pubblico alla costruzione del nuovo stadio. Un plebiscito per il progetto. Tutti i consiglieri comunali presenti votano a favore, all’esclusione di due astenutiNaim, Apperti di Speranza – che in quella occasione evitano bene dal votare contro e quindi dall’inimicarsi una piazza, ma dimostrano di avere delle perplessità. L’amministrazione guidata dal sindaco Carlo Marino dà il suo supporto a O’ stadio. Infatti, oltre alla circostanza che un adeguamento dello stadio era prevista nel Piano delle Opere Pubbliche 2020/2022, leggiamo testualmente: “Considerato che l’attuale stadio Alberto Pinto è una struttura vetusta con una capienza insufficiente agli sviluppi sportivi della Società Casertana F.C. srl e che pertanto per tali motivazioni si ritiene di procedere ad una sua riqualificazione“. Il nuovo Pinto, quindi, ci vuole.

Ora, a leggere una cosa del genere, dopo che la scorsa estate la società di D’Agostino non è riuscita a presentare la fideiussione da 350 mila euro per l’iscrizione alla stagione in corso, una carenza che provocherà l’esclusione dal campionato di serie C e il successivo ripescaggio in quarta serie, vedere come sta vivendo la Casertana questo campionato e i dati al botteghino del Pinto, possiamo usare un eufemismo e dire che Marino non ci aveva visto lungo.

Passa la calda stagione, a dir poco turbolenta per D’Agostino e anche per lo stesso Marino, impegnato in una campagna elettorale complessa che alla fine lo vedrà vittorioso, e si arriva al 12 ottobre 2021.

In quella data, il dirigente del comune Franco Biondi firma la determina per l’indizione della gara d’appalto per l’affidamento della Realizzazione del nuovo stadio di calcio della Città di Caserta, mediante recupero con demolizione e ricostruzione e valorizzazione del Pinto. Costo per il privato del progetto O’ stadio: 51 milioni, 419 mila e 963.

Nel documento del comune di Caserta viene anche approvato il Bando di gara ed il Disciplinare, i requisiti e le regole per poter partecipare e vincere l’appalto, e si specifica anche il codice identificativo della gara: 891931753B, mentre il codice unico di progetto è il D21B21002880005. Una appalto milionario che vede chiaramente favorito D’Agostino e soci. Loro hanno presentato il progetto e per questo motivo godono di un diritto di prelazione, a cui lo stesso D’Agostino farà riferimento nella focosa conferenza stampa post esclusione dalla Serie C. Per capirci, il diritto di prelazione della Casertana prevede che questi possa pareggiare l’offerta migliore ed essere ritenuto il vincitore della gara per la costruzione di O’ stadio. La durata del contratto di gestione sarebbe stata di novant’anni, in modo tale che l’investimento da 50 milioni possa portare guadagni negli anni a venire.

Da ottobre più nulla.

Il comune di Caserta dichiara di aver inserito bando, capitolato e tutti gli atti previsti sul sito del mercato elettronico della città: ma non c’è neanche un documento. In pratica non è possibile leggere nulla relativamente a questa gara che potrebbe portare ad una gestione quasi secolare del nuovo impianto della Casertana. E allora abbiamo provato con il codice CIG, stringa alfanumerica che l’Anac affida ad ogni singolo appalto, ma sul sito dell’Anticorruzione non appare niente, nessun riferimento alla gara per la costruzione e la gestione del nuovo stadio. Non sappiamo quando la gara sia ufficialmente partita, se è partita, anche se pare di no, zero informazioni sul limite eventuale massimo entro cui qualche azienda può inviare il suo progetto per contrastare quello di D’Agostino e soci. Oltre alla determina di ottobre, c’è un solo altro documento che attesta l’esistenza del bando di gara: la scheda del progetto che è stata immessa il 22 settembre 2021 all’interno del database del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica.

Per il resto, vige una certa timidezza amministrativa, lontana dal concetto di trasparenza. Una condizione che non dovrebbe avere nulla in comune con una gara pubblica da 50 milioni aperta a tutti gli operatori economici e che affiderà per i prossimi 90 anni il Pinto ristrutturato. L’amministrazione Marino II, iniziata nel mese di ottobre, pare essere partita con il piede sbagliato. Una serie di affidamenti diretti a dir poco criticabili a personaggi a lui vicini politicamente (imprenditori e professionisti), l’indagine riemersa sull’appalto dei rifiuti, con relativo arresto del funzionario del comune di Caserta, Pippo D’Auria, e che vede coinvolto lo stesso primo cittadino e ora la definitiva (?) scomparsa nel triangolo delle Bermuda dell’Ufficio tecnico dell’appalto d’O’ stadio.

Una situazione a dir poco preoccupante quella per il progetto della costruzione del nuovo impianto di Caserta, che a 116 giorni dalla determina di indizione della gara sembra sparito nel nulla.

LA DETERMINA DI OTTOBRE
E IL DOCUMENTO DEL DIPARTIMENTO