RIAPRE LA REGGIA DI CASERTA. Nell’attesa di non vedere mai più il presepe borbonico in quella “scatola”

17 Gennaio 2021 - 12:35

CASERTA (pasman) – Lunedì prossimo riaprirà la Reggia, cosicché si potrà continuare ad ammirare il presepe borbonico, il quale, a quanto hanno comunicato quegli uffici, sarà presentato in un allestimento aggiornato.

Dato il contenuto periodo di tempo trascorso dalla chiusura del museo, non c’è stata evidentemente la possibilità di una sua nuova e più adeguata sistemazione. Quindi, è da presumere che lo si troverà nella tradizionale Sala ellittica e contenuto nella consueta e brutta struttura scatolare (ipermoderne scarabattole, che di quelle del passato non hanno tuttavia alcuna bellezza e pregio artistico) di acciaio e vetro al centro dell’ambiente, su cui incombono alcuni ovoidi dal soffitto più adatti a contesti iperuranei. Se così sarà, il diverso allestimento non potrà che consistere in una rimaneggiatura dello scoglio (la struttura portante di sughero e legni) e dei pastori, di una pulizia generale, di una ritenteggiatura delle pareti e di un nuovo sistema di illuminazione, peraltro già annunciato.

Nulla a che vedere con il presepe del 1844, allorchè aveva posto nella Sala della racchetta, o con quello successivo, quando veniva trasferito nell’attuale sala, ma collocato in un confacente nicchione parietale, fino al clamoroso furto del gennaio 1985, che praticamente lo spogliò dei pastori di maggior pregio.

Il presepe borbonico oggi

Il presepe alla vigilia del furto del 1985

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La scelta di rimuovere il presepe da quella ultima posizione frontale, che ne consentiva una visione ottimale in prospettiva grazie al fondale che fungeva da cielo, e di porlo in mezzo alla sala circondato da una struttura protettiva fu dettata, evidentemente, dall’intento di salvaguardarlo da future sottrazioni e prevalse su ogni esigenza di una esposizione dell’opera storicamente controllata.

Difatti l’attuale disposizione circolare e frammentata del presepio, oltre che disarmonica, è fuori di ogni canone della tradizione, che lo vuole sempre esposto di faccia. Le scenografie dei maggiori presepi antichi diffusi nel territorio attestano inequivocabilmente tale dato.

Una della quattro vedute presepiali del Fregola raccolte alla Reggia

Non a caso le quattro gouasche di vedute del presepe dell’ottocento, di Salvatore Fregola, esposte nella stessa Sala Ellittica, mostrano questo.

Ora, qui è la questione, giacché non abbiamo a che fare con un lascito qualsiasi del passato, da piazzare da qualche parte. L’importanza della tradizione del presepe e gli autentici capolavori con cui essa si è espressa dovrebbero imporre, anche a Caserta, di ritornare a tale norma.

Naturalmente non è facile, ma non mancano le risorse e le competenze per farlo.

Il presepe in una cartolina d’epoca edita dall’allora libreria Croce

Proprio in tale prospettiva, perché la memoria borbonica del presepe (unica nel mondo e persino a Monaco di Baviera, capitale culturale europea, esiste una esposizione permanete di presepi in cui la sezione napoletana rappresenta l’attrattiva maggiore) a nostro giudizio dovrebbe essere valorizzata al punto di pensare ad una mostra antologica di respiro internazionale con l’obiettivo di richiamare a Caserta visitatori di tutto il mondo, siamo entrati in contatto con l’Associazione Italia Amici del Presepio, con sede centrale a Roma e delegazioni in tutto il Paese, e con il suo presidente Alberto Finizio. Il quale ci ha offerto la sua piena disponibilità e ci ha riferiti, per ogni utile approfondimento storico e tecnico, al proprio delegato partenopeo, il dr. Giuseppe Aprea. Del quale, a breve, pubblicheremo una intervista.

In chiusura, in attesa di capire se qualcosa si potrebbe muovere, non pare fuori luogo riportare un brano tratto dall’ Elogio estemporaneo per la gloriosa menoria di Carlo III…del padre Pietro D’Onofrj del 1789,   dal quale si comprende l’affezione di quel monarca e di tutta la casa regnante per il presepe.

Nell’articolo in cui si accennano …le giornaliere occupazioni del… re…e nel suono, o nel disegno…e spezialmente nel fare il santo Presepe, per essere Egli divotissimo di Gesù Bambino…”, si legge … quindi dopo di aver esattamente adempiuto al suo dovere di Re, con assistere ai consigli, dare udienza, e con determinare gli affari, egli, per sollevarsi alquanto, occupavasi fuor di casa nella caccia, e nella pesca… specialmente nell’età giovanile, in altre cose meccaniche; in modo particolare per la sua gran pietà occupavasi nel formare il presepe, per celebrar con divozione la nascita di N.S. Gesù Cristo. Era cosa mirabile, e di edificazione grandissima, nel vederlo a certe ore sfaccendate del giorno con le regie sue mani impastar de’ mattoncini, e cuocerli, disporre i soveri, formar la capanna, architettar le lontananze, situarvi pastori, ec., e tener tutto pronto per la sacratissima notte del Santo Natale…

Riferito al monarca delle Spagna Carlo IV … è stato sempre portato alla devozione del santo presepe; per cui da Napoli sia ha fatto e si fa di continuo mandare gruppi di pastori: ed il nostro Sovrano Ferdinando IV ben sappiamo, quanto sempre o nella chiesa di Belvedere, o in quella di Caserta, con egual pompa, e divozione, ha celebrato e celebra un sì divoto , e tenero mistero di nostra redenzione.”