CASERTA. SCANDALO alla De Amicis: sequestrato l’intero primo piano, già sottoposto a lavori di messa in sicurezza

21 Maggio 2021 - 11:21

Dell’indagine è titolare il pubblico ministero Anna Ida Capone mentre ad operare con la funzione di polizia giudiziaria sono gli uomini della Stazione carabinieri di Caserta. Ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, si è dimostrata la superficialità con cui il Comune, il sindaco e i suoi amiconi dell’Ufficio tecnico si muovono quando di mezzo ci sono gli interessi di una comunità, in questo caso, la sicurezza di centinaia e centinaia di bambini

 

CASERTA – (g.g.) Quando si scrive di un sequestro, ordinato dall’autorità giudiziaria, dei locali di un ufficio pubblico, delle sue aree strutturali o di parti di esse, si rischia sempre di rubricare la notizia tra quelle di cifra ordinaria, di media levatura che magari può suscitare attenzione e curiosità, che restano, però, circoscritte nell’area di interesse di chi di quell’immobile fruisce, o come lavoratore oppure come utilizzatore di servizi.

Quando di mezzo, però, c’è una scuola, il peso specifico della notizia viene immediatamente incrementato dalla presenza in essa della componente studentesca, formata da giovani, la maggior parte dei quali con una mamma e con un papà ovviamente concentrati e attivi nel vigilare sui propri figli. Sul piano della emotività, questa, poi, cresce ulteriormente in maniera inversamente proporzionale alla decrescita, alla caduta dell’età degli studenti. Un bimbo e una bimba della scuola materna o della scuola elementare vengono, infatti, considerati giustamente ancora più a rischio di uno studente di scuola superiore che magari rispetto ad un accidente improvviso, può reagire in maniera più autonoma e consapevole.

Poi c’è un terzo stadio nel misuratore di importanza di un fatto di questo genere: se l’intervento dell’autorità giudiziaria riguarda aree strutturali da poco sottoposte a lavori di messa in sicurezza, allora è chiaro che l’indagine può assumere implicazioni che ne allargano lo spettro rispetto alla doverosa iniziativa di chiudere dei locali per mera precauzione. 

Ciò che è accaduto ieri nella scuola Edmondo De Amicis, notissimo istituto di istruzione primaria che si trova in Corso Giannone, proprio all’ingresso di Piazza Vanvitelli e anche a pochi passi dalla Questura, dalla Prefettura e dal Palazzo comunale, deve essere ascritto necessariamente a questa ultima categoria di classificazione.

L’indagine, coordinata dal pubblico ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Anna Ida Capone e, su campo, in via di realizzazione, da parte dei carabinieri della Stazione di Caserta, al comando del maresciallo capo Antonio Coppola, ha prodotto, ovviamente in termini di effetto, dato che la parte investigativa è ovviamente coperta dal segreto istruttorio, il sequestro dell’intero primo piano della De Amicis.

Già ieri abbiamo scritto di mini crolli registratisi in diverse aule che hanno reso urgentissimo l’intervento del magistrato e dei carabinieri. Sistemata la questione della precauzionale, ora gli inquirenti dovranno stabilire le cause di questi serissimi problemi e qui subentra un discorso che rende molto più delicato e soprattutto molto più interessante, il lavoro del pm e dei carabinieri: tutta l’area sottoposta a sequestro, infatti, è stata interessata da lavori di messa in sicurezza, che, chiamandosi così, non sono una cosa “tanto per dire”, ma un intervento, finanziato profumatamente dal cittadino contribuente, per esentare da ogni rischio alunni, docenti e personale scolastico.

Dunque, se un locale è stato messo in sicurezza, ciò non viene sancito per autocertificazione, ma occorrono una dichiarazione, una firma di un direttore dei lavori, di un collaudatore che, rispetto ai lavori in questione, svolgono la funzione di rappresentanti del comune committente e, dunque, indirettamente, dei cittadini, anche nella loro versione di contribuenti.

Noi, per quel che ci riguarda, andremo ad approfondire, in questi giorni, il nostro archivio stipato delle nefandezze innumerevoli che si consumano nel comune di Caserta e soprattutto in un Ufficio tecnico da anni letteralmente miracolato, dato che a fronte delle tantissime vicende, sempre documentate con il corredo di atti amministrativi, da noi raccontate, anche attraverso generose inchieste giornalistiche, nulla di veramente grave è capitato agli autori materiali di tutto ciò che poi, nel caso specifico, incamerano anche le funzioni che attivano ideologicamente quello che, a nostro avviso (e mai una profusione di dati fu tanto ampia, copiosa e rigidamente continente), un vero e proprio “sistema”.