CASERTA Servizi sociali, tonfo e colpo di grazia: se ne va anche il coordinatore De Blasio. La gestione iniqua delle posizioni organizzative e il caso Sacchettino

4 Agosto 2021 - 18:54

Ormai abbiamo perso anche il conto di tutti quelli che sono passati e che poi hanno girato i tacchi abbandonando uno dei luoghi più “perversi” della farlocca macchina amministrativa comunale

 

 

 

CASERTA (g.g.) Abbiamo anche perso il conto di tutte le teste cadute all’interno del settore dei Servizi sociali del Comune di Caserta, che sviluppa larga parte della sua attività nel cosiddetto Ambito C1, insieme ai comuni di San Nicola la Strada, Casagiove e Castel Morrone. Parlare di fallimento dell’intera struttura di assistenza delle fasce più deboli e disagiate è poco. Di solito, infatti, c’è fallimento rispetto a qualcosa che si voleva fare e non si è riusciti a fare. In questo caso, al contrario, non si è mai capito quale fosse la linea di gestione di questo delicatissimo settore da cui dipende la vita, spesso la sopravvivenza, di tanti diseredati. Solamente, parafrasando Edoardo Bennato, sono solo… “bagattelle”. Quando c’era Marcello Iovino, la sua stanza di dirigente era una sorta di porto di mare, con  persone che entravano ed uscivano, evidentemente col suo placet, aprendo fascicoli e consultato documenti relativi a gare o a concorsi interni che mai e poi mai avrebbero potuto essere consultati. Le nostre tante denunce sono finite nel dimenticatoio. E non abbiamo neanche avuto la soddisfazione di veder rispondere da qualcuno dell’amministrazione, che avevamo preso un granchio. Hanno confidato nell’impunità ed evidentemente avevano ben ragione di farlo. Caliamo poi un velo pietoso sul modo in cui la nipote di Peppe

Casella si è trovata dentro al sistema di coordinamento dell’Ufficio di piano, attraverso l’operazione dell’asilo comunale. Se proprio qualcuno vuole approfondire questo argomento, scrivesse la parola Casella nella nostra porta d’archivio, quella con la lente d’ingrandimento, oppure “Filomena Casella Casertace” a casa google. Potremmo continuare per ore parlando, ad esempio, dei mesi e mesi, del tempo lunghissimo in cui i dipendenti delle cooperative erogatrici di servizi sono rimasti senza stipendio e su come certi centri di potere, talune di queste cooperative che si muovono in tutto il territorio regionale, si sono aggiudicate le gare, gli affidamenti con la regia del solito Franco Biondi, dirigente a tutto, unico caso in Italia in cui una figura apicale della burocrazia comunale riesce a mettere insieme una dozzina di deleghe che vanno, pensate un po’, dai lavori pubblici ai servizi sociali, passando per l’ecologia. Dunque, ci fermiamo e ci limitiamo a darvi la novità odierna. Carmine De Blasio, che un po’ di mesi fa era stato annunciato dallo stesso sindaco Carlo Marino come una sorta di salvatore della patria, ha lasciato il suo incarico, unendosi alla lunga schiera di coordinatori che a un certo punto, capita l’antifona, hanno girato i tacchi e se ne sono andati. Pensate un po’ che la disorganizzazione, la malagestione, l’approssimazione, lo sfacelo in cui versa questo settore ha impedito, fino ad oggi, al Comune di Caserta di scrivere uno straccio di determina che potesse formalizzare, fornendole una regolarità giuridica, la nomina di Carmine De Blasio a coordinatore dell’Ambito C1. Ci siamo un po’ informati in giro e ci siamo chiesti perché Biondi questa determina non l’abbia fatta. La verità è che il buon Francesco Sacchettino, impiegato dell’Area dei Servizi sociali è diventato l’ennesimo esempio delle modalità tossiche con cui viene amministrata questa città, ta partire dai processi premiali riguardanti il personale del Comune.

Tra tanti nullafacenti, il Sacchettino, da impiegato, si è fatto carico del funzionamento degli ingranaggi amministrativi dell’Ufficio di piano. In pratica, ha operato andando ad incrociare in manier trasparente e seria quelle motivazioni che avrebbero dovuto rendere doverosa l’attribuzione di una posizione organizzativa.

Ma siccome le posizioni organizzative non vengono date in base all’efficienza, alle capacità, alla meritocrazia, siccome a Sacchettino veniva propinata una promessa dietro l’altra, mai trasformatasi nell’atto e nella nomina che lui meritava di avere, questo impiegato a un certo punto si è stufato e detto che se lui è inquadrato come impiegato ed introita uno stipendio da impiegato, non c’è alcun motivo per cui debba sobbarcarsi lavoro e responsabilità da alto funzionario, da quasi dirigente senza un riconoscimento formale delle sue mansioni. Pare che la goccia che abbia fatto traboccare il vaso, sia stata la concessione, questa sì realmente attribuita, della posizione organizzativa a Gianfranco Natale, ben noto ai nostri lettori in quanto responsabile del Gabinetto del sindaco Carlo Marino e che più volte abbiamo citato nei nostri articoli non certo per vicende commendevoli. La seconda posizione organizzativa è stata attribuita a Marcello Rovitelli, che opera da poco al posto di Franco Spacciante, al servizio del segretario generale Roberto Massi. Anche per questi motivi Sacchettino ha mollato. Pensate un po’ che un Comune capoluogo non ha un’altra persona in grado, all’altezza di gestire e di padroneggiare le procedure inerenti alla gestione dell’Ufficio di piano dei Servizi sociali. Ecco perché la determina non è stata firmata ed ecco perché per il momento De Blasio ha dovuto abbandonare il suo incarico lasciando vuota una funzione fondamentale e dunque, peggiorando ulteriormente lo stato di servizi di assistenza e presidio a favore delle categorie disagiate, azzerando  letteralmente la struttura di governo di cruciale importanza materiale e di speculare significato morale. Vuota, dunque, la sua funzione ma vuota, anche, quella lasciata libera, stavolta nel settore Servizi sociali del Comune di Caserta, da Francesco Sacchettino. Risultato un disastro con i Comuni di San Nicola la Strada e Casagiove rimasti con un palmo di naso in quanto in De Blasio avevano trovato un’interfaccia valida, e con quello di Castel Morrone a continuare a fare ciò che ha sempre fatto negli ultimi anni: il reggicoda di Carlo Marino.

Se questo è un  modo di amministrare una città, diteci voi cari lettori. Certe volte pensiamo che veramente estraendo solo gli articoli che abbiamo scritto inerenti al Comune di Caserta, utilizzando a loro corredo atti amministrativi, cioè delibere determine, ordinanze, decreti verrebbe fuori un vero e proprio manuale della malamministrazione. Una cosa che si potrebbe utilizzare nelle università in modo da insegnare agli studenti tutte le tecniche per gestire la Res publica contro il popolo. Un vero schifo.